‘Ndrangheta, omicidi e sequestri di persona: 20 arresti

26/11/2013 di
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Associazione di tipo mafioso, concorso in omicidio, aggravato dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso; concorso in detenzione e porto in luogo pubblico di diverse armi da fuoco anche da guerra e clandestine, aggravati dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso; concorso in sequestro di persona, aggravato dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso; concorso in intestazione fittizia di beni, aggravata dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso; concorso in detenzione, vendita e cessione di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina, aggravati dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso; concorso in ricettazione, aggravata dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso. Questi i reati per i quali, a seconda delle singole posizioni, venti persone sono state fermate dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, in collaborazione con quelli di Roma e Catanzaro, sulla base di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria.

I fermi sono avvenuti nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Roma, Latina, Macerata ed Agrigento. Le indagini, avviate nel dicembre 2011 nell’ambito delle ricerche dell’allora latitante Domenico Polimeni, si sono sviluppate dopo una serie di omicidi avvenuti nel territorio di Oppido Mamertina (Reggio Calabria) nel 2012. dalle verifiche è emersa la presenza nella cittadina di una «locale» di ‘ndrangheta, di cui fanno parte le cosche dei Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo e Ferraro-Raccosta. Tale «locale» operava anche oltre i confini provinciali e regionali con tendenza a progetti economici fuori provincia, cercando di imporre la propria egemonia con «metodo mafioso». Non solo, il gruppo aveva anche un referente per gli investimenti dell’organizzazione su Roma: qui poteva contare su amicizie con avvocati e soggetti gravitanti nell’orbita delle aste giudiziarie e delle procedure fallimentari, le mire espansionistiche nel settore economico-finanziario della cosca Mazzagatti confluivano nel Lazio, con la finalità di trarre vantaggio dagli incanti pubblici, con l’aggiudicazione di beni che venivano intestati fittiziamente a terzi. Contestualmente all’esecuzione del provvedimento di fermo, i Carabinieri di Reggio Calabria, in collaborazione con quelli di Roma e Catanzaro, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di 14 imprese (quote sociali, annesso patrimonio aziendale e conti correnti) 88 immobili, 12 beni mobili e 144 Rapporti Bancari e Prodotti Finanziari, per un valore complessivo di circa 70 milioni di Euro.

Nel corso dell’operazione sono stati impiegati oltre 300 carabinieri dei Comandi Provinciali di Reggio Calabria, Roma e Catanzaro, supportati dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori e dell’8° Nucleo Elicotteri.