
La polemica sulla nomina del senatore Claudio Fazzone in commissione Antimafia non si placa. E intanto sul web e in particolare sui social network circolano le lettere inviate dal senatore del Pdl all’allora manager della Asl Benito Battigaglia.
Lettere di raccomandazione in cui Fazzone chiedeva a Battigaglia di interessarsi alle persone segnalate, molte delle quali ottennero poi il posto di lavoro. “Caro Benito…” così iniziavano le missive che sono oggetto di un processo che si trascina da anni al tribunale di Latina, tra rinvii e cambi nei collegi penali.
IL PROCESSO. Durante una delle udienze del processo, parlarono le due segretarie di Benito Battigaglia (all’epoca dei fatti direttore generale della Asl, e destinatario delle lettere di raccomandazione firmate da Fazzone) e l’ex direttore amministrativo della Asl, Giuseppe Testa.
«Ricevevamo costantemente lettere di raccomandazione inviate da molti politici» dissero in aula le due segretarie in servizio alla Asl spiegando ai giudici come le raccomandazioni fossero evidentemente all’ordine del giorno. Lettere nelle quali «si chiedeva di dare una mano» a tizio o caio, firmate da politici che chiedevano a Battigaglia di «fare il possibile». Esattamente come nel caso di Fazzone, le cui lettere originali però non sono mai state trovate. Come mai non c’è un numero di protocollo sulle copie delle lettere attribuite a Fazzone? Alla domanda dell’avvocato difensore, Corrado De Simone, le segretarie e l’ex direttore amministrativo risposero spiegando che «le lettere di raccomandazione non venivano protocollate, ma messe da parte così come arrivavano».
LA DIFESA DI FAZZONE. La difesa sostiene che le segnalazioni non avevano alcun effetto concreto, si trattava solo di un interessamento formale del politico che voleva mostrarsi d’aiuto nei confronti dell’elettore. Secondo l’accusa, invece, le lettere di Fazzone hanno permesso ad alcune persone di superare il concorso della Asl per le quali furono segnalate. Persone che, successivamente, ottennero il posto di tecnico di Radiologia.
In tutto sono 55 lettere nelle quali Fazzone si rivolgeva a Battigaglia con l’espressione «Caro Benito…», segnalando i vari nomi. Fazzone è sotto processo perché ha rinunciato alla prescrizione del reato, con l’intenzione di dimostrare la propria innocenza. Tuttavia il processo è dovuto ricominciare dall’inizio dopo un cambio nella composizione del collegio penale.