Operazione Lupin, in carcere la banda di giovani rapinatori

18/10/2013 di
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Sette arresti e tre denunce a carico di un gruppo di giovani accusati di una serie di violente rapine a Terracina.

In manette Paolo e Filippo De Carolis; Alessandro Cascarini; Domenico Procia; Francesco Iannarilli; Simone Palmacci e Manuel Gionta. Tutti sono residenti a Terracina e alcuni hanno precedenti per reati contro il patrimonio, spaccio di sostanze stupefacenti , lesioni.

“I fatti – spiega il Commissariato di polizia in una nota – hanno avuto inizio dal mese di settembre 2012, quando a Terracina si è registrato un incremento di delitti contro il patrimonio che, oltre ad interessare abitazioni e negozi, in diversi casi aveva riguardato anche studi professionali. I responsabili, che agivano in piena notte o comunque in ore serali, abitualmente indossavano felpe con cappuccio che utilizzavano per travisarsi passando dall’inerzia all’azione in un attimo”.

Il 22 settembre 2012 la banda si è introdotta in una villa abitata solo da una anziana signora. La malcapitata ultraottantenne,  sorpresa nel sonno, fu immobilizzata nel letto, quasi soffocata da un cuscino. La donna fu derubata di quel poco che c’era in casa, ricordi di una vita, e le furono strappati di dosso gli oggetti d’oro che portava, la catenina ed un anello.

Poco dopo un altro colpo al supermercato PIM di Terracina. “Anche in quel caso – spiega la polizia – la determinazione e crudeltà dei rapinatori connotò il loro crimine come uno tra i più violenti mai verificatisi in questo centro cittadino, in quanto fecero irruzione nel supermercato con il volto travisato da passamontagna e armati di pistola e di un grosso coltello, quando vi erano diversi clienti all’interno dell’esercizio. Mentre tenevano sotto minaccia il personale delle casse, uno dei rapinatori brandendo una spranga colpiva gli scaffali costringendo i clienti a gettarsi a terra per non farli guardare. Intascato l’intero incasso, i rapinatori si dileguavano ma, grazie ai servizi già predisposti della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Terracina, che aveva appositamente e opinatamene messo in atto un dispositivo di prevenzione, gli stessi venivano tratti in arresto e recuperato l’intero bottino”.

Altri membri del gruppo intanto colpivano un ristorante. La delicata e complessa indagini, con metodi tradizionali ma anche con esami di Dna, ha consentito di arrivare ai 10 giovani. ​”

Agli indagati – spiega la polizia – viene anche contestato il reato di spaccio di sostanze stupefacenti, che gli investigatori hanno fatto hanno fatto emergere nel decorso dicembre, quando intervenivano presso il Parco pubblico “Area Chezzi”, frequentato da bambini ed adolescenti, ma di fatto luogo di ritrovo della banda, ove cedevano la cocaina a giovani del luogo. Ad esito della complessa attività investigativa venivano quindi raccolte prove che consentivano di attribuire agli odierni arrestati almeno dieci delitti che, data la natura violenta e priva di scrupoli della banda, in alcuni casi hanno cagionato lesioni e ferite varie alle vittime. ​Gli arrestati, dopo le procedure di rito, sono stati tutti associati al carcere di Latina”.

  1. Ma che cavolo deve combinare uno in italia per essere arrestato????

    Questi dal 2012 sono stati arrestati almeno 2/3 volte, per lo più colti in fraganza…

    Ma ci rendiamo conto che giustizia è?
    Per garantire l’incolumità di un assassino lo hanno arrestato”Caso Alessia Calvani”

  2. siamo a latina, per arrestare un omicida c’è voluta la mobilitazione su internet. ma secondo me dura poco in carcere…. così come anche sti individui di terracina…

  3. Anche a Terracina si diffonde le gesta viste nel film Arancia Meccanica. Cattiva maestra. Ricordatevi questi nomi: saranno la nuova leva delinquenziale dei prossimi anni. Perché questi in carcere ci stanno poco. Come si è più volte osservato, le leggi italiane, sostengono i delinquenti e non le persone oneste che pagano le tasse. Osservate anche le gesta del nano di Arcore.

  4. Ringraziamo le leggii garantiste itagliane, colpa non del nano a tutti noto, ma dell’ideologia sinistroide, che dal doguerra ad oggi ha sempre comandato o quantomeno pesantemente influito nella nostra legislatura.
    Con il pretesto che pene pesanti e sicure per i delinquenti sono indice di “fascismo” si è garantita l’impunibilità dei delinquenti.