Calcio, Latina abbonato allo zero a zero

14/10/2013 di
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“Se una di quelle due traverse colpite fosse stato gol, avremmo parlato di un’altra partita”. Certo, è come dire che S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo / s’ì’ fosse vento, lo tempestarei / (eccetera). Qualcuno dovrebbe spiegare a Walter Novellino, l’allenatore del Modena, che il gioco del calcio è fatto anche di reti mancate, di traverse e pali fatti suonare come un’orchestra immediata. I legni in questione sono quelli azzeccati dai canarini al minuto quattro, quando Latina e Modena stavano sullo zero a zero. In questa occasione hanno tremato tutti, nell’ordine: il portiere nerazzurro Iacobucci, la tribuna stampa, la gradinata, la curva, e Marcello Cottafava che, per ultimo, ha salvato le grazie del Cielo stoppando una rovesciata di Signori col pallone che, probabilmente, avrebbe baciato la rete.

Zero a zero, dunque. Zero a zero in quell’occasione e zero a zero a fine partita. Una sorta di abbonamento per la compagine pontina allenata da Roberto Breda. È il quarto risultato in nove gare di campionato senza gol né subiti né fatti. È l’orgoglio della difesa, otto gol subiti che ne fanno la terza migliore retroguardia insieme ad altre formazioni che occupano la parte alta della classifica. È il disappunto dell’attacco che stenta a segnare; solo cinque marcature (tre Morrone e due Jonathas). Ma nonostante i numeri statici, il Latina c’è.

A inizio gara c’è tempo per un saluto e l’omaggio alla targa per l’ex con le stampelle Salvatore Burrai e per la sorpresa nel vedere accomodati in tribuna l’ex allenatore del Genoa Fabio Liverani, Giuseppe Pancaro e Bruno Giordano nello spazio di tre metri. Breda manda in campo nove titolarissimi più due forze alterne. In difesa Figliomeni viene preferito a Brosco, in attacco Yuri Cisotti è la spalla di Jonathas. Il roccioso difensore ex Juve Stabia non è un elemento da scoprire. Di lui si conoscono le due parti della medaglia, cosa può dare e cosa non può dare. Alla fine dà, nel senso che dà spessore al reparto già composto dagli insuperabili Esposito e Cottafava. Il piccolo d’età (e di fisico) Cisotti è alla prima da titolare con la maglia del Latina. Paga l’emozione dell’esordio, forse, perché tocca un paio di palloni e poi lo si vede correre in verticale dal centrocampo in su senza mai mettere in difficoltà Zoboli e compagni bianchi. A metà del secondo tempo Breda lo sostituisce mandando in campo Maikol Negro. Cisotti esce tra gli applausi di incoraggiamento: è giovane, potrà fare bene. Dunque, nella seconda parte della gara il tecnico trevigiano punta la vittoria gestendo due punte. Copre bene Alhassan sulla fascia sinistra. Ma non indovina nemmeno un cross. Nel primo tempo Crimi fa il giocoliere quando con un pregevole controllo di tacco supera Cionek (“Chi?!, avrebbe detto Maurizio Mosca) sbalordendo il pubblico che esclama all’unisono: “Toh, Ibrahimovic”. Il Modena è stanco. Il possente centrocampista Salifu comincia a menare a destra e manca. Verrà ammonito come il compagno Calapai e il recidivo dei gialli Stefano Morrone.

Il Modena gioca sulle urla del guerriero Novellino: “Vai avanti!, vai avanti! Copri!, copri!”. Va più o meno così verso il finale della partita. Perché il Latina mette paura, il Latina vuole i tre punti. Ci prova Jonathas con un paio di conclusioni dal limite dell’area e respinte dalla retroguardia emiliana. Ci prova ancora Jonathas, prima, quando l’assistente Ciro Carbone di Napoli segnala all’arbitro Bruno di Torino un fuorigioco inesistente (buono per almeno un metro, invece). Saltano i nervi, bisogna dirlo. Si scatena una rissa a centrocampo sotto la gradinata perché Signori non arresta l’azione quando Crimi è sdraiato a terra dolorante per una botta alla gamba. Morrone è il primo a inveire contro il numero otto dei bianchi. Vero capitano senza fascia. La partita si gioca sul filo della box. E in tale senso sportivo il Modena è favorito perché Babacar e Salifu fanno paura solo a guardarli. Babacar, appunto, quando toglie i guantoni rossi gioca a calcio e impegna più volte l’attento Iacobucci. Il Latina attacca fino alla fine. Piovono cross da ogni zona del campo. Capitan Cottafava spinge Figliomeni ad andare a colpire di testa su un suo servizio che, per illusione al compagno, finisce dalle parti di Esposito pure lui in proiezione avanzata. All’ultimo secondo scattano tutti in piedi. Non per applaudire, non per festeggiare, non per andare a casa o a proseguire il lavoro. Ma per un calcio di rigore non fischiato da Bruno di Torino per una trattenuta presunta ai danni di Crimi.

Finisce così. Finisce con tutto il Latina intorno agli ufficiali di gara per chiedere spiegazioni. Finisce con la corsa e la rabbia di Maietta stoppata dall’intervento tempestivo del presidente Paola Cavicchi che dalla tribuna si catapulta sul campo non per protestare, ma per offrire pace all’ambiente lamentoso. Finisce così: zero a zero. Rigore o no, questo è il calcio. Avoglia a dire che S’ì’ fosse Dio, mandereil’ en profondo.

  1. In classifica il latina non è messo male, anzi… magari pareggiasse sempre :) si salverebbe senza problemi….

  2. Siamo pur sempre delle matricole, un po’ di pazienza, ma già subire pochi gol in B è molto importante.