Cisterna, in piazza i lavoratori della Findus

13/07/2013 di
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Si sono radunati intorno alle 9,30, nel piazzale antistante lo stabilimento, i lavoratori della Findus, a Cisterna di Latina, per manifestare contro la chiusura dello stabilimento.

Per manifestare la loro contrarietà alle decisioni prese dalla dirigenza della Findus, i lavoratori, accompagnati dalle istituzioni cittadine e dai sindaci dei comuni limitrofi, hanno sfilato lungo le strade cittadine, fino al centro della città e nel comune, dove ha avuto luogo la seduta di un’assemblea pubblica in cui si è discusso della difficile situazione lavorativa del territorio, e in particolare della fabbrica.

Ad aprire il corteo c’erano gli sbandieratori di Cori, che hanno attirato l’attenzione e hanno dato un po’ di colore alla sfilata. Subito dietro gli operai dell’azienda che, compatti e con determinazione, hanno gridato la loro rabbia nei confronti di una dirigenza aziendale che non ha tutelato il loro lavoro. Armati di fischietti, bandiere delle varie rappresentanze sindacali e cartelloni colorati, hanno sfilato lungo la via principale di Cisterna, la via Appia, con cori inneggianti al diritto al lavoro e alla dignità del lavoratore.

L’intera cittadina di Cisterna si è stretta intorno ai lavoratori della Findus; molte persone, infatti, hanno sfilato accanto agli operai sostenendoli e incoraggiandoli nella loro battaglia. Persino i commercianti, sollecitati da un’ordinanza del sindaco, hanno abbassato le saracinesche dei negozi in segno di solidarietà nei loro confronti. “E’ un segnale bellissimo questo – ha commentato il sindaco di Cisterna, Antonello Merolla – la città ha risposto al nostro appello, abbassando le saracinesche al passaggio del corteo. Un grande gesto di solidarietà ma, soprattutto, di salvaguardia del nostro territorio perché l’occupazione è il bene primario; il lavoro va difeso in ogni luogo. Sono stati convocati due tavoli al ministero – ha sottolineato il primo cittadino – al ministero del lavoro e al ministero dello sviluppo e spero che questo porti l’azienda a ritornare sui propri passi e riaprire il tavolo delle trattative, trovando il giusto equilibrio”.

Le rappresentanze sindacali, in modo particolare, Cgil, Cisl e Uil hanno promesso battaglia su ogni fronte per far cambiare idea ai vertici aziendali e garantire un futuro dignitoso a ogni lavoratore della Findus.

Il corteo, poi, si è trasferito nel palazzo comunale dove, nell’aula consigliare, si è tenuta un’assemblea pubblica dove hanno partecipato molte istituzioni locali e nazionali. Oltre alle autorità cittadine erano presenti i sindaci di Cori, Sermoneta, Sezze, Roccamassima, Roccagorga, Pontinia e Aprilia.

C’erano i senatori Claudio Moscardelli e Ivana Simeoni, l’onorevole Pasquale Maiella, il consigliere regionale Enrico Forte e Rosa Gianicola. Era presente anche l’esecutivo Letta, nella persona di Sesa Amici, sottosegretario del governo, che ha ascoltato con attenzione le grida di protesta dei lavoratori e le richieste degli amministratori locali per una politica del lavoro più equa ma, soprattutto, più approfondita.

Il sindaco Merolla ha anche annunciato che ha preparato due documenti, che firmeranno tutte le istituzioni  presenti all’assemblea, che farà visionare ai dirigenti dell’azienda al fine di far ritirare le 52 lettere di licenziamento spedite in questi giorni.

I rappresentanti sindacali, infine, affermano che “queste persone vanno difese. Vogliamo riportare la dignità del lavoro e del lavoratore. Abbiamo un obiettivo in questa assemblea: far ritirare tutte le 52 lettere di licenziamento. C’è una realtà da tutelare e da salvare”.

  1. Chi ha interesse a chiudere centinaia di attività nel nostro Paese? I nostri governanti perché non vedono non sentono non parlano di fronte a questo fenomeno? Che cosa succederà quanto non ci saranno più i soldi per pagare la cassa integrazione?