Ecci i cibi “salva tiroide”, Latina tra le città più a rischio

05/07/2013 di
pesce-mercato-banchetto-latina-24ore-689733

Pesci, molluschi, crostacei e alghe. E ancora, frutta e verdura coltivate vicino al mare. Sono i cibi “salva-tiroide”. Lo iodio contenuto in questi alimenti protegge, infatti, la ghiandola dalle malattie. Non è un caso che nelle popolazioni che vivono sul mare e si nutrono del pescato si registri la più bassa incidenza di patologie della tiroide, quali gozzi,
noduli e neoplasie.

«È l’alimentazione – spiega Luca Revelli, chirurgo endocrino dell’Università Cattolica di Roma e tra gli organizzatori del convegno ‘Ambiente e tiroide, il mare, lo iodio, le radiazioni promosso dall’Università Cattolica in collaborazione con l’Associazione Italiana Radioprotezione Medica, il CNR e la Federazione italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee – la fonte principale di questo elemento. “Respirare l’aria di mare” è una leggenda metropolitana: le quantità di iodio che possono essere inalate sono meno che omeopatiche. Il cibo, dal pesce fresco ai prodotti locali coltivati su terreni costieri ricchi di iodio, invece ne sono ricchi».

Lo iodio sulla tavola, sottolineano gli esperti, lo portano anche i broccoli, gli spinaci, le rape e la salsa di soia.  Eppure gli italiani, con i loro quasi 8 mila km di coste, sono tra i popoli più esposti al mondo alle patologie della tiroide. Tra le cause la trasmissione genetica ed eredo-familiare, un’inadeguata assunzione di iodio e problemi ambientali che potrebbero essere riferibili a centrali elettriche e attività industriali.

Tra le zone più colpite Frosinone e provincia, Latina, le Valli bergamasche e alcune zone montane di Piemonte e Val d’Aosta.

«In particolare – sottolinea Revelli – in Val d’ Aosta a causa della carenza continua di iodio si sono verificati vari gradi di ritardo mentale, tanto che l’etimologia della parola cretino deriva da chrètiens cioè cristiani, vale a dire il nome con cui erano i indicati i popoli che abitavano le valli tra Italia e Francia».

Purtroppo, nonostante l’abbondanza di coste, tante popolazioni che vivono sul mare non hanno un’alimentazione di mare. Non solo: nel nostro paese non sono mai state fatte adeguate politiche di iodazione delle acque e del cibo.
Risultato: «in Italia, ogni anno, si effettuano più di 40 mila interventi per asportazione della tiroide (tiroidectomie) – continua l’esperto – e nel 20% dei casi si tratta di neoplasie.

Al contrario in Austria e Svizzera, notoriamente senza mare ma che storicamente hanno messo lo iodio ovunque, dall’acqua al sale, dal pane fino ai cioccolatini, hanno un numero di gozzi e di tumori della tiroide significativamente più bassi».

  1. Infatti, leggendo gli interventi dei professori, pare che Latina stia in Congo Belga, lontanissima dal mare… però vicinissima ad una centrale nucleare che per decenni ci ha regalato le sue radiazioni.

    Perchè lo studio epidemiologico fatto circa TRENTANNI fà (ho conosciuto una persona che ci lavorava -moglie di un alto funzionario pubblico) è sparito senza lasciare tracce? Faceva tanto bene sta’ centrale?

  2. Lo sanno tutti e non lo dice nessuno…. inoltre le zozzerie che la sogin sta facendo…. oooppsss…. ssshhhh!!!!! non si dice…!!!! Pelatoocchialutomezzacalzettagiocoafareilsindacuzzocorrotto e tutta la sua cortedelcuccuzzaroleggifilofascizaccheocerchiati, potrebbero rimetterci qualche mazzettina…….. :(