“Tavolo regionale sullo smantellamento della centrale nucleare”

12/06/2013 di
centrale_nucleare_Latina

«Una mozione per chiedere impegni all’assessore all’ambiente Refrigeri sull’istituzione di un tavolo regionale di confronto, trasparenza e partecipazione, sulle attività di messa in sicurezza dei materiali e dei siti nucleari, sull’ impiego di sorgenti di radiazione ionizzanti e sul trasporto di materie radioattive fossili.

È l’iniziativa lanciata a due anni dalla vittoria del Referendum abrogativo sul nucleare dalla Consigliera regionale Cristiana Avenali del gruppo Per il Lazio, per lo smantellamento definitivo della Centrale nucleare di Borgo Sabotino (Latina) ormai dismessa dal 1987, e l’istituzione di un Tavolo della Trasparenza sulla dismissione degli impianti di Garigliano e Borgo Sabotino, già istituito dalla Regione Campania, come chiede il Comitato Antinucleare Garigliano che lo ha promosso e lo presiede da due anni.

Secondo i dati diffusi da Legambiente nella sua attività di monitoraggio e denuncia e raccolti nel dossier “I problemi irrisolti del nucleare a vent’anni dal referendum”, sono ben 1.425 le tonnellate di combustibile scaricato dal reattore della centrale di Borgo Sabotino a Latina, ora in Inghilterra per il ritrattamento, ai quali si aggiungono altri 950 metri cubi di rifiuti radioattivi che sarebbero stoccati ancora sul posto».

«Nonostante la vittoria di ben due referendum, nel 1987 e nel 2011 – dichiara Cristiana Avenali Consigliera in Regione del gruppo Per il Lazio – la situazione delle ex Centrali nucleari nella nostra Regione, soprattutto per Borgo Sabotino, è rimasta sostanzialmente invariata. Ad oggi, ciò che è avvenuto per la Centrale in provincia di Latina è stata la demolizione parziale e la messa in sicurezza delle strutture interne degli edifici turbine, diesel e sala soffianti est, delle condotte dell’edificio reattore, del sistema di movimentazione e caricamento del combustibile nell’edificio reattore e del pontile della centrale, oltre allo smantellamento dell’edificio turbine della centrale. Così come si è iniziata la costruzione degli impianti di trattamento e riprocessamento delle scorie da parte di Sogin. Quello che oggi viene chiesto, proprio in occasione del secondo anniversario della vittoria al Referendum, è di accelerare puntando alla massima sicurezza attraverso un percorso trasparente di partecipazione delle comunità locali. Per uscire definitivamente dal medioevo nucleare e mettendo una parola fine, per quanto possibile, alle pesanti eredità che una tecnologia così pericolosa rischia di lasciare a noi ed alle generazioni che verranno».