Latina, chiude il quotidiano La Provincia

29/05/2013 di
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Il quotidiano La Provincia chiuderà l’edizione di Latina. Lo hanno annunciato il direttore del quotidiano e il presidente della cooperativa Effe ai sindacati Stampa Romana e Cgil durante l’incontro convocato presso la Fieg. L’intenzione dell’editore è di chiudere la sede di Latina dove lavorano 17 giornalisti e cinque poligrafici.

Da mesi il personale non riceve lo stipendio. Ai colleghi la solidarietà della redazione di Latina24ore.it

  1. Mi dispiace molto, per il giornale (oltretutto scritto in un italiano corretto) e per i lavoratori coinvolti.

  2. La verità è che se tutti leggono i giornali al bar, gratis… alla lunga… Insomma oggi la crisi ti colpisce al cuore anche indirettamente. Dispiace perché quando un giornale chiude muore un piccolo spazio di libertà per tutti.

  3. era poco letto. tutto qui . chiudono tante aziende, non vedo dove sta’ il dramma.

  4. A me da fastidio la gente che legge al bar, certo è, che se imponessero ai bar di acquistare la versione “bar”, con solo i titoli, sarebbe meglio…tanto chi risparmia 1 euro di giornale non spende certo al bar…io se aprissi un bar metterei 4 tablet da sfogliare velocemente, magari dati in comodato…

  5. Forse manca il vero giornalismo. A che serve un giornale che scrive i comunicati stampa o poco più. Infatti le notizie sono le stesse su tutti i quotidiani.
    Nessuno fa delle serie inchieste. Eppure a Latina ce ne sarebbe.
    La metro che si è rilevata un bluff e un danno per le casse comunali è stata smascherata da un comitato. Latinambiente che non fa decollare la raccolta differenziata, se ne devono accorgere le associazioni. E poi aggiungerei i parcheggi a pagamento, il cimitero, acqualatina…
    Con il copia e incolla non vendono i giornali.

  6. Spiace per la Provincia, il discorso dei bar è marginale, la vera rovina è proprio internet con la lettura dei quotidiani gratis, le notizie gratis.Che facciano pagare l’accesso ai siti internet di questi quotidiani e poi il pubblico sceglie dove attingere informazioni cartaceo o digitale.Grandi numeri dalle vendite digitali non ce ne sono nè tantomeno si può puntare sui soli introiti pubblicitari e la chiusura di parecchi free press lo dimostra.

  7. p.s. e i prossimi potreste essere voi di Latina24. Con la sola pubblicità non andate da nessuna parte.Il Gratis uccide. Un colosso come Blockbuster ha chiuso perchè su internet i film si scaricano “Gratis”

  8. anche il giornale e’ un prodotto che deve attrarre.
    Personalmente, pur rispettando i lavoratori ed esprimendo loro solidarieta’, quelle poche volte chel ho sfogliato non l ho trovato interessante nei contenuti.

  9. Premetto di dire che sono rammaricato per la perdita dei posti di lavoro, che spero possano rinnovarsi in nuove attività del medesimo settore, e che espongo semplicemente un’opinione strettamente personale sul tema.

    Internet ha generato un cambiamento, una discontinuità (e anche molte opportunità nei settori più disparati). Colpevolizzare internet sarebbe un pò come dire che la televisione e la radio hanno seriamente compromesso con i notiziari il business dei quotidiani cartacei; sarebbe da approfondire cosa è successo in passato.

    Volendosi focalizzare sul settore delle notizie su internet, premesso che nulla è gratis, bisogna considerare anche altri due fattori: il calo demografico, cioè un minore bacino di lettori, e l’esplosione di contenuti disponibili derivante da internet, e quindi minore tempo libero del lettore.

    Non mi riferisco a siti di notizie gratis in concorrenza, quanto a contenuti generati gratuitamente dagli utenti (inconsapevolmente conto terzi) , per esempio di Youtube, post su Facebook, solo per citare i più noti.

    Quello che si va a contendere quindi è la parte del tempo libero del “Cliente lettore” che a quest’ultimo rimane per la lettura di notizie online o su carta. Nella stessa competizione c’è la televisione, con la sua raccolta pubblicitaria. Oggi si ha meno tempo anche per guardare la tv.

    Solo a questo punto, consci del cambiamento del bacino dei lettori potenziali, si può ragionare sulle diverse economie di scala (leggi costi di stampa e/o visibilità on line) che può avere una testata con molti lettori rispetto ad una testata più piccola.

    Poi viene tutto il ragionamento sulle differenze di modello fra testate cartacee e testate on line, sui contributi all’editoria, su rapporti con vari movimenti, ecc. ecc.

    E’ tempo di reinventare i modelli, come è accaduto/sta accadendo per il mercato musicale dove sono quasi scomparsi gli intermediari, per esempio i negozi di dischi, ma dove l’intero comparto audiovideo sembrerebbe aver registrato addirittura crescita.

    Prendendo spunto da alcuni commenti precedenti sarebbe opportuno che i periodici locali, e non mi sto riferendo in alcun modo a La Provincia in particolare, valorizzassero finché sono in tempo il proprio lettore in ogni modo possibile, per esempio fornendo un prodotto di qualità, tempestivo, specializzato, differenziato, fidelizzando il lettore, catturando la sua attenzione, e quindi ritagliandosi maggiore spazio per l’offerta di contenuti a pagamento, per esempio anche su carta, o la raccolta pubblicitaria on line. La contesa è sui secondi di attenzione del lettore, bisogna diventare il riferimento – un media nazionale non ha lo spazio per ospitare/gestire tutte le notizie locali.

    Volendo parlare dei commenti precedenti posso dire che l’esempio de “Il Caffè” è illuminante (ma non è un quotidiano), ma che la scomparsa di Blockbuster (o dei negozi di dischi) era solo differibile, ci avrebbero pensato a breve servizi come Netflix, Spotify e simili.

    Non dimentichiamo poi che insieme ad internet, dove la larghezza di banda a disposizione dell’utente cresce e crescerà continuamente, c’è la spinta dell’elettronica di consumo grazie alla quale dispositivi sempre nuovi (smartphone, tablet, ecc.) contendono in simbiosi con la rete l’attenzione e il tempo libero del lettore/utente.

    E’ solo un’opinione personale.

  10. @ stefano: il Caffè da te citato è un periodico, non un Quotidiano, c’è una bella differenza.

  11. Un giornale velina niente di più…. qualcuno si è mai chiesto che tipo di informazione produceva?……….. niente o poco più come gli altri: melina e velina…….. l’ho sperimentato di persona……… come gli altri.

  12. Ci si dimentica di dire che dopo la” poggia ” di soldi pubblici i “mecenati ” della stampa , se ne fuggono. Prima prendevano soldi solo dal numero di copie stampate e non sul venduto.
    Peccato per i giovani e bravi professionisti che vi lavoravano con passione .
    Anche per tutto questo il Paese va cambiato radicalmente.

  13. forse si dovrebbe tornare ai “contenuti” ed alla semplicità, l’informazione è cambiata, solo “il Caffè” fa dei seri approfondimenti, mi piacerebbe con cadenza settimanale

  14. Anche io ho perso il lavoro da autotrasportatore, dopo 30 anni di trasporto di quotidiani e periodici, a causa del forte calo di vendite.
    Mi dispiace tantissimo per tutti i lavoratori de La Provincia che, come me, si ritrovano a casa.
    Spero che le cose migliorino per tutti, per noi e per le generazioni a venire…