Spaccio di droga, condannato ex carabiniere di Latina

18/05/2013 di

L’ex vicebrigadiere dei carabinieri Claudio Caponi, 50 anni di Latina, è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere (tre coperti da indulto) perchè ritenuto colpevole dalla Corte d’Appello di Bologna di avere agevolato nello spaccio di eroina e cocaina a cavallo del 2000, quando era in servizio a Ravenna, due fratelli pusher tunisini che piazzavano la droga all’interno di una fabbrica abbandonata della città romagnola.

La richiesta della Procura Generale era stata di otto anni e due mesi. In primo grado per l’ex militare, difeso dall’avv. Giovanni Scudellari, era finita con l’assoluzione per alcune imputazioni e con la prescrizione per altre. Esito inverso per Antonio Longo, 48 anni, di San Martino di Venezze (Rovigo) anche lui carabiniere a Ravenna all’epoca dei fatti e assolto dalla Corte d’Appello: in primo grado l’uomo, difeso dagli avv. Battista Cavassi e Claudio Angeli, era stato condannato per rito abbreviato a cinque anni di reclusione (il Pg aveva chiesto la conferma della sentenza). Conferma dell’assoluzione già decisa in primo grado per un terzo carabiniere imputato, il 44/enne Piero Proietti Pannunzi di Subiaco (Roma) difeso dagli avv. Carlo Benini e Silvia Brandolini (il Pg aveva chiesto sei anni e quattro mesi). Infine per il quarto militare alla sbarra in Appello, il 42/enne Giorgio Ciardo originario di Gagliano del Capo (Lecce), già nella scorsa udienza il Pg aveva rinunciato al ricorso facendo diventare definitiva l’assoluzione pronunciata in primo grado. Le sentenze erano attese per il 22 febbraio scorso quando la Corte bolognese aveva invece invitato le difese e il Pg a confrontarsi in un supplemento di discussione sull’ipotesi di concorso omissivo improprio, ovvero sull’eventualità che i militari imputati, pur avendone i mezzi, non avessero a suo tempo fatto nulla per impedire il reato di spaccio. Secondo quanto ipotizzato dall’accusa, i tre avevano assistito allo spaccio di eroina e cocaina da parte dei due fratelli tunisini che nell’ex fabbrica abbandonata della Callegari reggevano il mercato della roba.

Una dinamica consolidata, aveva prospettato il Pm Cristina D’Aniello titolare del fascicolo, alla base della quale ci sarebbe stato il consumo di droga da parte di alcuni militari. Nella vicenda erano stati indagati anche un quinto carabiniere, un 48/enne leccese assolto in abbreviato. E una guardia giurata ravennate di 62 anni assolta in dibattimento. Per un agente di polizia Penitenziaria – un 37/enne romano – era arrivato il proscioglimento in udienza preliminare. Infine i due fratelli tunisini Brinis (Radhovan e Lofti, di 42 e 39 anni) avevano patteggiato nel luglio 2010 un anno e mezzo di carcere a testa.

  1. Un mondo sempre più difficile da capire, di questo passo diffideremo di tutti.