Roma, i grillini debuttano in Parlamento

15/03/2013 di
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Apriscatole e Ipad. Sono le armi imbracciate dalla pattuglia di senatori e deputati M5S il giorno dello sbarco in Parlamento, a dimostrazione dell’intenzione di voler mantenere le promesse della campagna elettorale e aprire le istituzioni come una scatoletta di tonno, condividendo senza sosta con gli elettori ciò che avviene nei Palazzi del potere. E un apriscatole appoggiato su uno scranno di palazzo Madama con affianco una spilletta del Movimento 5 Stelle e i tesserini parlamentari dei senatori Maurizio Buccarella, Barbara Lezzi e Daniela Donno, rappresenta la metafora del programma dei 5 stelle.

Anche se in Parlamento c’è già chi è pronto a riservargli un’accoglienza tutt’altro che calda: «Mi divertirò io con i grillini – assicura il deputato leghista Gianluca Bonanno – a prenderli a calci in culo…». Arrivano per primi davanti a Montecitorio e a Palazzo Madama, chi in bicicletta e chi con il bebè al seguito, il nutrito gruppo pontino arriva da Latina in treno.

I più schivi sfuggono le telecamere che li accerchiano ma ci sono anche quelli più a proprio agio, come il candidato presidente della Camera del movimento Roberto Fico, che si concede alla stampa da subito. Giovani, molto più giovani dei loro predecessori, a sorpresa si presentano all’appuntamento vestiti eleganti: giacca e cravatta per gli uomini, abito scuro per le donne. Niente scarpe da ginnastica e jeans dunque, almeno per questa prima prova anche se il senatore Marco Scibona cede alla tentazione di un logo no tav e molti indossano la spilletta del movimento. Non sono gli unici volti nuovi del Parlamento (anche nel Pd ci sono infatti numerosi neoeletti e molte donne) ma in Transatlantico alla Camera si riconoscono facilmente perchè si muovono a gruppi. Sono i primi a entrare: diligentemente si mettono in fila davanti alle porte di accesso all’Aula pochi minuti prima della seduta della Camera e attendono pazienti.

Entrati nell’emiciclo poi si dirigono con passo certo verso le ultime file: «Chiederemo che ci vengano assegnati i posti in alto – spiega ai cronisti la capogruppo del M5S Roberta Lombardi – sono simbolici del modo in cui vogliamo stare in Parlamento: vigilare, controllare quello che fanno i vecchi partiti». Le regole dei Palazzi però per loro sono tutte da imparare e così ecco che i neofiti vengono intercettati e prontamente rimbrottati dai commessi mentre si scattano foto ricordo, o si tolgono la giacca e bevono acqua dalla bottiglietta durante le votazioni in Aula.

Che il vocabolario del Palazzo non lo possiedano ancora è un fatto di cui sembrano consapevoli: nel corso di una giornata destinata ad essere spesa senza grande impegno soprattutto per i nuovi eletti (almeno di non essere coinvolti nelle trattative tra partiti per l’elezione dei presidenti delle Camere) ecco che in molti decidono di aprire i libri e iniziare a studiare le complesse procedure parlamentari. Non poteva poi non essere nel mirino del movimento la questione prezzi e sprechi, da quelli che servono per l’elezione dei vertici delle Istituzioni a quelli per l’acqua (meglio la fontanella, assicurano e spiegano che da domani si porteranno i bicchieri da pic nic per evitare di sprecare la plastica).

Nel mirino anche la scarsa diligenza mostrata dai colleghi in Aula e che in Senato fa sì che quando il presidente di turno Emilio Colombo si vede costretto a invitare l’emiciclo a «cessare il fastidioso brusio» arrivi l’applauso scrosciante dei grillini (che hanno anche applaudito la figura di Aldo Moro e che invece si sono divisi quando si è trattato di omaggiare il papa). «Do sette in condotta – è il giudizio Sergio Puglia, senatore eletto con il Movimento 5 Stelle – ai partiti politici per quello che ho visto in Aula: gente che si muove, che parla, rumore e brusio».

  1. ma sono appena entrati e già gli fate pelo e contro pelo? Dategli tempo di sbagliare e poi subissateli di insulti.