Malattie della tiroide, Latina e Frosinone le zone più colpite

10/11/2012 di
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Gli italiani sono tra i popoli più esposti alle patologie della tiroide nel mondo. Tra le cause la trasmissione genetica ed eredo-familiare della malattia, un’inadeguata assunzione di iodio e problemi legati a contaminanti ambientali non ancora ben identificati. Risultato: in Italia, ogni anno, si effettuano più di 40 mila interventi per asportazione della tiroide (tiroidectomie): nel 20% dei casi si tratta di neoplasie.

È quanto è emerso al convegno “Ambiente e tiroide” promosso dall’ Università Cattolica di Roma, dall’Associazione italiana radioprotezione medica (Airm) e dal comune di Alatri. «Nel nostro paese – spiega Celestino Pio Lombardi, direttore dell’Uoc, di Chirurgia Endocrina del Policlinico Gemelli-CIC di Roma – il rischio di sviluppare una malattia della tiroide varia, secondo la regione geografica, dal 4 al 60%. In particolare, la probabilità di riscontrare un nodulo clinicamente palpabile può variare dal 5 al 10%, mentre le alterazioni della tiroide in genere colpiscono il 10-12% degli italiani ma in alcune regioni risulta colpito anche il 30-40% della popolazione».

Tra le zone più colpite, per trasmissione ereditaria, Frosinone e Latina, le Valli bergamasche e alcune zone montane di Piemonte e Val’Aosta. Ma ad elevare incidenza delle malattie della tiroide nel nostro paese è anche l’inquinamento ambientale, sia tossico che radioattivo, in particolare dopo Chernobyl. Non solo: nonostante i 360 Km di coste e l’alimentazione prevalentemente mediterranea, in molte aree, anche vicino al mare, il gozzo è ancora endemico.

«Colpa – spiega Luca Revelli, chirurgo endocrino dell’Università Cattolica di Roma – della pluridecennali politiche di non iodazione delle acque e della mancanza di un adeguato apporto alimentare di iodio». È allarme anche per quanto riguarda i tumori. «Quelli della tiroide – continua Lombardi – rappresentano l’1% di tutte le malattie oncologiche e colpiscono ogni anno 9.000 italiani». In genere sono più aggressivi negli uomini e più frequenti nelle donne (il rapporto uomo-donna è 1:2) tra i 25 e i 50 anni a causa dei continui cambiamenti ormonali. Secondo gli esperti si tratta di un vero e proprio problema sociale.

«L’asportazione della tiroide – afferma – è uno degli interventi più eseguiti negli ospedali italiani. Il 70% dei casi riguarda le donne, mentre l’incidenza di cancro per i noduli tiroidei solitari nei pazienti di età inferiore ai 25 anni raggiunge il 60% dei casi». «Questi interventi – conclude – sono particolarmente delicati e devono essere effettuati da chirurghi ‘dedicatì, ossia che si occupano solo o prevalentemente di questo e che quindi hanno grande esperienza specifica». Infine un appello: informazione, prevenzione e diagnosi precoce significano possibilità di eseguire interventi mini-invasivi con riduzione dei rischi, dei tempi di degenza migliori risultati estetici e minori complicanze.

  1. inquinamento…… e nessuno ha il coraggio di ammetterlo tantomeno dire da dove arriva.

  2. Prima di parlare di Chernobyl, pensiamo alla nucleare di casa nostra; poi aggiungiamo l’arsenico dell’acqua “potabile” e poi aggiungiamo le discariche.
    Quando ero ragazzo, una mia conoscente, laureata credo in medicina e moglie di un funzionario governativo, lavorava a Latina ad una indagine epidemiologica sui tumori… di quel primo registro (saranno stati circa i primi anni ’70) non se ne è saputo più nulla.

  3. io riporterei la notizia fra le più visibili…
    mi pare che questi sia l’unico modo.

  4. La nostra centrale di B.go Sabotino ha mietuto vittime a go-go nel corso degli anni in cui è stata funzionante. Oltre all’inquinamento da radiazioni per via aerea che è un killer silenzioso, sicuramente la catena alimentare è stata intaccata (il pesce pescato a Foce verde è ancora a forte rischio di mercurio e cesio radioattivi). Oltre alla tiroide sussiste un elevato numero di casi di leucemia nonchè altre patologie spie di tale problema. Come noi lo stesso problema è riscontrabile al Garigliano (ci sono casi di animali nati con mutazione genetica e altre malattie genetiche). Va da sè che è meglio evitare di abitare in zona nel raggio di 5km dalla centrale nonchè bagnarsi nelle acque antistanti al canale di scarico.