CIARELLI, MORO, BUONAMANO. DOPO UN MESE NESSUN RISULTATO

26/02/2010 di

E’ passato un mese dalle trentasei ore più buie della storia recente di Latina. Trentasei ore segnate da tre eventi drammatici: il tentato omicidio di Carmine Ciarelli, l’omicidio di Massimiliano Moro e l’omicidio di Fabio Buonamano.

Carmine CiarelliCarmine Ciarelli, appartenente a una famiglia implicata in vicende di usura ed estorsioni, è scampato miracolosamente a una raffica di colpi di pistola esplosi davanti a un bar alle 8 del mattino. Ma nessuno ha visto nulla. E’ rimasto in ospedale, in coma, per diversi giorni. Ora è cosciente, ieri è uscito dalla stanza singola dell’ospedale dove è stato sorvegliato 24 ore su 24 con delle telecamere. Interrogato dalla polizia, non avrebbe detto nulla di utile alle indagini.

Da quell’agguato la reazione immediata, dura, sanguinosa. Massimiliano Moro viene ucciso nella sua casa in Q5. E’ lui che apre la porta all’assassino che lo uccide a sangue freddo con due colpi di pistola. Una vera esecuzione, pulita, senza tracce, senza testimoni, senza passi falsi. Da professionisti, dicono gli inquirenti.

Massimiliano MoroLa sera successiva, mentre le forze dell’ordine si riuniscono in un vertice sulla sicurezza, il secondo omicidio. Alle 20 viene ucciso Fabio Buonamano, detto “Bistecca”, trovato a terra in via di Monte Lupone, periferia di Pantanaccio. Sarebbe stato attirato in una trappola mortale. Ucciso a colpi pistola, e poi trascinato a terra con un’auto.

Tre fatti diversi, con modalità differenti, ma tutti collegati tra di loro. Sembra evidente che i delitti Moro e Buonamano siano una reazione al ferimento di Ciarelli. Le indagini, a distanza di un mese, sembrano tuttavia ferme a pochi elementi. Gli indagati sono due: Costantino e Giuseppe Romolo Di Silvio. Di loro non si hanno più tracce, risultano “irreperibili”, ma non sono tecnicamente ricercati dalla polizia visto che per adesso non è stato emesso nessun ordine di arresto. Segno, forse, che gli elementi a loro carico non sono molti. Le loro auto, sequestrate e analizzate dalla polizia scientifica, non hanno evidenziato tracce di sangue.

Altre piste, oltre a quella dei Di Silvio, non sono state battute o, quantomeno, non se ne è avuta notizia. L’impressione di molti è che le indagini siano a un punto morto, quasi in un vicolo cieco. L’ipotesi di un debito economico di Moro verso Ciarelli, alla base del tentato omicidio, pare non abbia portato a conferme certe. C’è anche l’ipotesi di una guerra tra gruppi criminali ma non si capisce chi sarebbero gli antagonisti dei Ciarelli. Un gruppo locale? Una famiglia esterna alla città o alla provincia? Si è parlato anche del coinvolgimento della criminalità organizzata tanto che a Latina sono stati inviati alcuni investigatori esperti di Camorra.

Fabio BuonamanoMa i risultati, per adesso, non si vedono. Gli irreperibili restano irreperibili, nonostante le numerose perquisizioni in diverse abitazioni della città. Ciarelli, in un ruolo di certo molto “delicato”, non dice nulla di utile agli investigatori. Il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia ha parlato di “muro di omertà” contro il quale si scontrano gli investigatori.

A tutto ciò si aggiunge l’attesa per gli esami tecnici: stub, perizie balistiche, analisi tecniche. Risultati che devono arrivare da Roma, dove sono in “lista d’attesa”. Sembra quasi che sia l’ultima speranza per indirizzare le indagini in una direzione precisa.

  1. ho paura che questa brutta storia,come tante altre finiranno cos