Soldi sottratti ai Comuni, arrestato l’amministratore di Tributi Italia

03/10/2012 di
GIUSEPPE-SAGGESE-987262

L’amministratore di fatto di Tributi Italia, Giuseppe Saggese, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Chiavari sulla società che esercitava la propria attività a livello nazionale occupandosi della riscossione di tributi locali e altre entrate. La società ha sede amministrativa a Chiavari e sede legale a Roma.

Gravissime irregolarità gestionali sono state riscontrate. L’azienda, una volta introitate le somme provenienti dalla riscossione tributaria, anziché riversarle agli enti a cui spettavano, le tratteneva sui propri conti correnti, appropriandosene indebitamente.

Il danno accertato dalla Guardia di Finanza di Genova a carico di 400 comuni italiani, che avevano affidato a It spa la riscossione delle proprie entrate ammonta a 100 milioni di euro. L’operazione, che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e di quattro obblighi di dimora è stata condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Genova diretta dal colonnello Carlo Vita. Gli obblighi di dimora sono stati eseguiti nei confronti di Vito Paolo Marti, Pasquale Froio, Patrizia Saggese sorella di Giuseppe. Secondo quanto ricostruito durante le indagini era Saggese a dare di fatto le indicazioni agli amministratori di diritto della società sul da farsi. I finanzieri nel corso dell’operazione hanno anche eseguito nove perquisizioni in varie città: a Genova, nei comuni del Tigullio, a Roma, Taranto e in provincia di Piacenza.

APRILIA DENUNCIO’ TUTTO. «Un malaffare ordito sulla pelle dei contribuenti e dei comuni». Così Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, commenta l’arresto dell’Amministratore delegato di ‘Tributi Italià, Giuseppe Saggese, e di altri membri della società di riscossione. «Quando Domenico D’Alessio, indimenticato sindaco socialista di Aprilia, denunciava il malaffare attorno a Tributi Italia nessuno, tranne i concittadini che lo avevano eletto in modo plebiscitario, si preoccupò di ascoltarlo. Una battaglia di coraggio, condotta nel silenzio da parte dei media nazionali, su tutti il servizio pubblico. Oggi lo ricordo con orgoglio e riconoscenza».«Una vicenda – conclude Nencini – aggravata dal fatto che, mentre Saggese ed i suoi sodali prelevavano imposte dalle tasche di cittadini già piegati da un’insostenibile pressione fiscale per trasferirle nelle proprie, oltre mille dipendenti della società sono stati licenziati o sono in cassa integrazione, ed alcuni Comuni sono arrivati sull’orlo del dissesto finanziario».

  1. e tanto uno li doveva rubare per una volta i politici sono stati preceduti !!!

  2. Bisognerebbe avere un’istituzione che controlla le società di consulenza che controllano i bilanci dei comuni. Ma poi chi controlla l’istituzione? Poveri noi…

  3. Quando penso che quando pago le tasse vado ad arricchire tali farabutti mi vergogno un pò. Una volta andavo fiero di pagare le tasse ora me ne vergogno.

  4. Non è possibile che si riesca a far sparire 100 mln di euro senza lasciar traccia!!

    Come non è più tollerabile che l’informazione tutta, taccia quando vengono denunciati atti di tal crimine, che ledono il funzinamento della Cosa pubblica (Stato).

    Io spero che questi “gentiluomini”, possano espiare le loro condanne senza riduzioni di pena e, una volta usciti, essere radiati da ogni forma di partecipazione nei pubblici uffici, di impiegarli in lavori socialmente utili ( es: asfaltare le strade, fare scavi per le fognature, raccogliere immondizia, ed assistere le persone non autonome etc. etc.), fino alla restituzione delle somme sottratte, anche se questo significhi farli lavorare anche dopo l’età pensionabile.