Regione, un referendum contro i vitalizi

30/09/2012 di

Affermare che la campagna elettorale per le Regionali sia già cominciata è troppo. Mancano, tanto per dire, i candidati e soprattutto la data del voto. Ma di certo ci sono già partiti che stanno iniziando a posizionarsi in vista delle urne, ed è il caso stamattina della Federazione della Sinistra, in campo contro i vitalizi. Altri invece, come il Pdl, sono alle prese con la velenosa coda delle tensioni interne che hanno portato alla caduta della Regione Lazio (Renata Polverini le chiamava ‘faidè), precipitate con il mini-rimpasto della governatrice uscente e che potrebbero, secondo indiscrezioni, portare al commissariamento del partito laziale.

Tutto ciò mentre la polizia postale di Bologna ha intercettato due buste indirizzate proprio al Consiglio regionale del Lazio con dentro pallottole e farneticanti minacce. Stamattina la Fds, con il segretario nazionale di Rifondazione Paolo Ferrero, i membri della Pisana Ivano Peduzzi e Fabio Nobile e il segretario regionale Loredana Fraleone, hanno presentato alla Corte d’Appello oltre 50 mila firme per indire due referendum popolari per abrogare i vitalizi e risparmiare così almeno 4,5 milioni l’anno.

«Non siamo tutti uguali – ha detto Ferrero – noi ci siamo mossi da giugno, prima dei magistrati». Fds mette anche le mani avanti contro «le forzature» sulla riduzione della rappresentanza in Aula, che di certo non favorisce le formazioni piccole come Rifondazione. Ma anche sul fronte dei partiti maggiori c’è piena attività, e in particolare nel Pdl che, già provato dallo scandalo delle spese ‘allegrè e dalle dimissioni di Polverini, proprio da questa ha subito l’ultimo schiaffo: un mini-rimpasto dell’ultimo metro che ha tagliato fuori dalla giunta cinque assessori Pdl, soprattutto vicini all’area Tajani. «Uno sgarro» dicono fonti del partito, una vendetta contro l’area a lei meno vicina nella «guerra tra bande».E assieme a loro ha pagato anche Francesco Lollobrigida, corrente Fabio Rampelli. Un’area con cui Polverini, e non da oggi, ha frizioni: a Terracina era rampelliano il candidato sindaco contro cui perse il ‘suò Gianfranco Sciscione. E poi c’è l’asse che i rampelliani hanno stretto con gli ex FI, da quando Franco Fiorito ha provato a tirare nello scandalo le famiglie di Giorgia Meloni e dello stesso Rampelli. Polverini infatti, così si sussurra, avrebbe preferito come nuovo capogruppo Pdl Antonio Cicchetti (vicino a Gasparri), e non la giovane rampelliana Chiara Colosimo, nonostante le pubbliche lodi. E però, ragiona qualcuno, l’uscita di giunta di Sentinelli (vicina a Cicchetti), il salvataggio dell’azzurro Armeni (sembrava il primo dei condannati) ma soprattutto quello dell’alemanniano Di Paolo lascerebbe immaginare che il mini-rimpasto non sia stato concepito da Polverini alla completa insaputa del partito, ma sia stato frutto di una qualche mediazione, sebbene parecchio turbolenta. Ecco perchè c’è chi individua il bersaglio in Vincenzo Piso, coordinatore regionale del partito, rimasto in sella anche dopo la ‘madre di tutte le crisì, cioè la mancata presentazione della lista Pdl. Specie se, come indiscrezioni di stampa lasciano intendere, il suo ruolo nella sanguinosa battaglia pubblica tra Battistoni e Fiorito sarebbe stato non marginale. Insomma: appare difficile, almeno secondo quanto circola oggi, che il Pdl nazionale possa ritirare, in polemica con Polverini, gli assessori rimasti in giunta con l’aut aut ‘se restate in quella giunta state fuori dal Pdl’. Per qualcuno anzi, ci sarebbe già un commissario pronto a rimettere ordine nel Pdl Lazio: Giuseppe Marinello, siciliano e fedelissimo di Angelino Alfano.

  1. VIA le regioni (cambiando la Costituzione) e VIA le province, doppioni e triploni di scandali, di stipendi d’oro, di vitalizi, di portaborse, di amanti e parenti infiltrati…
    L’Italia del Nord, del Centro, del Sud e delle isole e i COMUNI.

  2. Ehm… a che serve il referendum visto che la classe politica non lo rispetta?

  3. Anche questa mattina nelle piazze il popolo ” gridava ” vendetta per il maltolto.
    La gente comune , derubata, rapinata da questa classe politica anche arrogante, non aspetta che le democratiche elezioni per mandare costoro nei campi.
    Nello stesso tempo ci si augura che la Magistratura apra le inferriate per mandarli a meditare per lungo tempo e come bagaglio una valigia contenente il pigiama a strisce.

  4. ha ragione x, basta ricordare quello su acqua latina , mi domando ma dove sta la sovranità del popolo?mi rispondo……….pagare tante tasse per avere servizi obsoleti degrado ecc.ecc e loro i politici sempre più grassi ………………

  5. Da quello che esce fuori dai vari scandali, sembra che la maggior parte dei soldi estorti con la voce tasse, servano a far godere i politici (tutti) e i loro parenti. In quanto gli enti pubblici non pagano i fornitori perché non hanno soldi e non garantiscono i servizi per lo stesso motivo. Ma i loro compensi sono sempre pagati alla scadenza e anche prima. In una amministrazione in crisi gli amministratori non ricevono compensi se prima non pareggiano il debito! Invece i nostri amministratori creano il buco per pagarsi i loro………..
    La nostra ci viene spacciata come DEMOCRAZIA (governo del popolo) ma in realtà è PARTITOCRAZIA (governo dei partiti) e nessun partito rappresenta il popolo ma soltanto i loro appartenenti. Quindi va prima cambiata la COSTITUZIONE per dare il vero potere al popolo e poi andare a votare.