Prima condanna al processo Sfinge: 6 anni per Buono

27/09/2012 di
Maria Rosaria Schiavone872647286

Arriva la prima condanna nell’ambito del processo Sfinge, contro quella cellula che gli inquirenti definiscono legata ai Casalesi, anche se autonoma, capeggiata da Maria Rosaria Schiavone, figlia di Carmine, nipote di Sandokan. E’ a lei che gli investigatori si erano ispirati per scegliere il nome dell’inchiesta, per il suo comportamento sempre impassibile e molto composto.

Tra le dieci persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alle estorsioni ai danni di commercianti del nord della provincia pontina e litorale romano c’è anche Vincenzo Buono: imputato, anche nel processo sugli spari sull’Appia, la sua figura diviene di fondamentale importanza ai fini di questo procedimento una volta divenuto pentito.

Buono, l’unico a scegliere il rito abbreviato, è stato condannato oggi a sei anni di reclusione. La sentenza arriva proprio questa mattina nell’ambito del procedimento parallelo, (uno stralcio per alcuni pentiti che avevano scelto il rito alternativo), giorno in cui era prevista la sua testimonianza: Vincenzo Buono è stato ascoltato dal pubblico ministero della Dda Maria Monteleone riferendo di diversi episodi: dall’agguato a colpi di kalashnikov per colpire Cascone, fatti da cui si tira fuori, escludendo responsabilità anche di Gara e Ravese, agli spari al litorale di Latina. La maggior parte della sua testimonianza si è concentrata sugli episodi di estorsione, danneggiamenti e minacce attuati dal gruppo sul litorale pontino. Domani sarà la volta del controesame.