Camorra a Latina, Prefetto di Roma: ombre sul litorale

11/09/2012 di
giuseppe-pecoraro-4969225

Sul litorale laziale «c’è un terreno grigio, ci sono delle ombre» dovute anche al fatto che «ci sono 500 persone tra quelle sottoposte a soggiorno obbligato o altre misure di sicurezza, testimoni e collaboratori di giustizia. Alcuni sono soggetti che hanno fatto parte della criminalità organizzata e non si può escludere che una parte di questi o le persone a loro vicine possano aver creato basi logistiche». Lo ha detto il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, che stamattina ha presieduto un vertice sulla sicurezza in Prefettura con altri esponenti istituzionali locali, autorità giudiziarie e rappresentanti delle forze dell’ordine del territorio. Durante la riunione si è discusso della situazione della criminalità sul litorale del Lazio, alla luce degli omicidi avvenuti recentemente a Nettuno, vicino Roma, e a Terracina, in provincia di Latina.

Il Prefetto di Roma ha specificato che «la ‘guerrà tra le bande della criminalità organizzata di Napoli non si è spostata su Roma» e riguardo ai delitti di Nettuno e Terracina «si è trattato di due episodi occasionali, i cui fatti che hanno determinato gli omicidi riguardano le zone del napoletano. Non si tratta di lotta tra bande del litorale romano o pontino, ma di esecuzioni messe in atto all’esterno del territorio di riferimento e avvenute in queste due cittadine perché probabilmente le vittime erano meno ‘protettè».

«Le mafie – ha aggiunto Pecoraro – non controllano il territorio del litorale romano o pontino, ci sono bande autoctone che per il traffico di droga si riforniscono presso bande della criminalità organizzata e in questo modo creano infiltrazioni».

  1. Ci vuole una reazione politica.
    Chi si illude che la magistratura e la polizia possano fare “pulizia” si illude di niente.

  2. ALLUCINANTE:Il Prefetto di Roma ha specificato che «la ‘guerrà tra le bande della criminalità organizzata di Napoli non si è spostata su Roma» e riguardo ai delitti di Nettuno e Terracina «si è trattato di due episodi occasionali, i cui fatti che hanno determinato gli omicidi riguardano le zone del napoletano. Non si tratta di lotta tra bande del litorale romano o pontino, ma di esecuzioni messe in atto all’esterno del territorio di riferimento e avvenute in queste due cittadine perché probabilmente le vittime erano meno ‘protettè».
    CARO SIGNOR PREFETTO…MA NIENTE NIENTE FOSSE ANDATO ALLA STESSA SCUOLA DI CUSANI??..LA PAROLA “OCCASIONALI” E’ TERRIBILE!!!
    Ancora che si parla di infiltrazioni,quando c’è un radicamento sul territorio da far paura…ma di cosa vogliamo parlare??..ma per piacere…

  3. “Le mafie – ha aggiunto Pecoraro – non controllano il territorio del litorale romano o pontino”
    ….allora tutti sti napoletani che comprano a latina e dintorni a prezzi di favore (almeno i cinesi portano i soldi sull’unghia) e che partecipano in cooperative di costruzione dove gli immobili vengono venduti solo sul mercato campano, rilevano aziende in difficoltà pagando con chissà quale denaro caro sig.Pecoraro questi hanno la bacchetta magica?..o cosa?

  4. con questi esemplari che reggono le nostre prefetture come si può parlare di legalità ed interventi per ripristinarla ?