Camorrista ucciso fu ospite in Rai, l’ira di Saviano

24/08/2012 di
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Un «omaggio» reso dalla Rai a un camorrista: così nel febbraio scorso lo scrittore Roberto Saviano sollevò una polemica denunciando la presenza in una trasmissione andata in onda due anni fa su Rai2, di Gaetano Marino, il boss legato agli scissionisti della camorra ucciso sulla spiaggia di Terracina.

Il programma era «Canzoni e sfide» registrato al Teatro Politeama di Catanzaro il 26 settembre del 2010 e andato in onda sulla seconda rete alla vigilia del Capodanno. E nel finale della serata la figlia di Marino, di 12 anni, venne chiamata sul palco a cantare un pezzo dedicato proprio al padre e, subito dopo l’esibizione, invitata dalla conduttrice, Lorenza Bianchetti, a dare un bacio al genitore seduto in prima fila e ripreso poi in primo piano dalle telecamere.

«Mi domando, perché questo omaggio?», scrisse Saviano in un intervento su Facebook corredato dal video di quella trasmissione «arrivata in milioni di case». «Perché il Politeama di Catanzaro ha tenuto Gaetano Marino come ospite d’onore in prima fila? Perchè la Rai ha messo in scena questa celebrazione?». Un fatto «incredibile», tenuto conto del curriculum criminale di Marino, scrisse Saviano e dal quale presero tutti le distanze: la Rai, spiegando che la trasmissione era frutto di un’acquisizione di diritti da un produttore esterno, responsabile anche dei contenuti e degli ospiti, e la Fondazione Politeama, precisando di essersi limitata a concedere il teatro ai promotori dell’iniziativa.

Quarantotto anni, Marino era considerato ai vertici degli Scissionisti, detti anche gli Spagnoli, usciti vincitori della guerra interna al cartello dei Di Lauro. Artefice di quella scissione, che provocò decine e decine di morti tra i quartieri Scampia e Secondigliano di Napoli, era stato proprio suo fratello Gennaro, ora detenuto in regime di 41 bis. Gaetano era soprannominato «il Moncherino», perchè privo di tutte e due le mani, perse per lo scoppio di un ordigno. E secondo Saviano è stato per la camorra «una sorta di ambasciatore dei sodalizi di Secondigliano con la mafia albanese».

Arrestato nel 2004 in un hotel di lusso nella penisola Sorrentina, dove si era nascosto per sfuggire alla vendetta dei killer rivali, era poi tornato in libertà. Ultimamente si era avvicinato ai Vinella-Grassi, gruppo che contende alcune piazze di spaccio di Scampia all’associazione malavitosa costituita dalle famiglie Abete, Notturno e Abbinante.

  1. Che schifo la RAI. Non mi vengano a dire che non sapevano. Ciò significa che è a disposizione di cani e porci, basta essere un criminale mafioso e si ha qualsiasi porta spalancata. Invece NOI se non paghiamo l’obolo ci fanno un c..o come un secchio.
    ITALIA: Repubblica fondata sulla criminalità organizzata.

  2. e che c’è da meravigliafrsi ? siamo in italia, una nazione che istituzionalmente non merita la maiuscola.
    I criminali sono tutelati le persone normali perseguitate alla prima dimenticanza o disattenzione burocratica.
    E la situazione è stata determinata dal nostro sitema partitico.