Cisl: Poste Italiane vuole chiudere i sei uffici

18/07/2012 di
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Si è svolto oggi l’atteso incontro fra i vertici aziendali di Poste Italiane e le organizzazioni sindacali dei lavoratori delle Poste Provinciali sull’annunciato piano di chiusura di alcuni uffici di poste Italiane nella Provincia di Latina.

Nelle intenzioni dell’azienda vi è di chiudere gli uffici diLa Fioraa Terracina,Trivio a Formia, Tremensuoli a Minturno, Sermoneta, San Felice Circeo e Le Forna a Ponza.

Un vertice di grande importanza perché investe sia il destino di sette unità lavorative, sia gli interessi di migliaia di cittadini che si rivolgono a Poste Italiane per i relativi servizi .

“Pur comprendendo le esigenze dell’azienda – , commenta Luciano Notarianni, Segretario Generale della Slp Cisl di Latina – , non possiamo condividerne le modalità di applicazione. Quello che si sta ponendo in atto è una decisione che rischia innanzitutto di creare non pochi disagi ai lavoratori addetti a questi uffici.

Ricordiamo che stiamo parlando, per la maggior parte, di uffici postali con un solo operatore, ma che anche per il caso di Ponza, dove la chiusura interessa due unità, questi lavoratori rischiano di essere destinati ad uffici molto distanti e soprattutto difficoltosamente raggiungibili. Ma ciò che più preoccupa è che questa impostazione rischia di rendere difficoltosa la fruibilità dei servizi di Poste Italiane da parte degli utenti, con ciò comportando non pochi disagi a categorie, come gli anziani, che facevano della prossimità dello sportello uno dei motivi per cui utilizzano i servizi Poste Italiane. Si sta parlando di chiudere infatti uffici in centri città come San Felice e Sermoneta, densamente popolati da persone anziane.

Come potranno utilizzare un servizio pubblico essenziale, come quello postale nel momento in cui l’ufficio verrà spostato a parecchi chilometri dalle loro abitazioni? Per non parlare poi dell’irrazionalità della decisione di chiudere uffici, come quello di Sermoneta, recentemente ammodernato e ristrutturato, con ciò vanificando gli importanti investimenti effettuati”.

“Quello che più ci preoccupa, continua Notarianni è che la decisione annunciata da Poste Italiane si inserisce in una complessiva strategia di razionalizzazione e contenimento dei costi tutt’altro che lungimirante che rischia, anzi, di distruggere completamente il servizio. E’ in piedi infatti, a livello nazionale, una vertenza per la salvaguardia di diecimila posti di lavoro afferenti al settore dei servizi postali e recapito che Poste italiane ha annunciato di voler ridurre entro la fine del 2012 e che rischia di dare il colpo di grazia ad un servizio già fortemente indebolito”.