Mozzarelle e camorra, Mandara arrestato

17/07/2012 di
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Agenti della Dia e del Noe dei carabinieri hanno eseguito alcune ordinanze del gip di Napoli emesse su richiesta della Dda nei confronti del gruppo caseario Mandara, noto marchio nazionale e internazionale della commercializzazione della mozzarella Dop.

Il titolare, Giuseppe Mandara, è stato arrestato a Gaeta insieme a dei collaboratori e il patrimonio, stimato in oltre 100 milioni di euro sequestrato. Le accuse sono associazione per delinquere di stampo camorristico e reati in tema di tutela della salute pubblica.

Emerge anche una truffa su prodotti caseari non dop ma distribuiti e venduti come tali nell’operazione «Bufalo» condotta dalla Dia di Napoli e dal Noe dei carabinieri. Il blitz ha portato oggi al sequestro di beni appartenenti all’azienda «Mandara» (per oltre 100 milioni di euro) e all’arresto del titolare e di alcuni suoi collaboratori.

Normali provoloni venduti come «provoloni del Monaco», un formaggio dop particolarmente pregiato realizzato in qualità limitata nel periodo primaverile ed estivo, con latte di alta qualità e attraverso un particolare disciplinare.
Questo filone di indagini è stato condotto, in particolare, dai militari del Noe.

La Dia, invece, si è occupata della collusione con ambienti delle criminalità organizzata casertana. Sequestrato il punto vendita di Mandara adiacente allo stabilimento di Mondragone dell’azienda. I provvedimenti non riguardano i punti vendita in franchising sparsi su tutto il territorio nazionale. Giuseppe Mandara è ritenuto dagli investigatori vicino alla cosca dei «La Torre», contigua al clan dei Casalesi. Di lui hanno riferito agli inquirenti numerosi collaboratori di giustizia. Il gruppo «Mandara» esporta in Italia e all’estero circa duecento quintali di mozzarella di bufala al giorno, mozzarella che giunge anche negli Usa, Giappone, Russia e Nuova Zelanda.

MOZZARELLE CON LA CERAMICA. Una partita di «ciliegine di mozzarella» nella quale erano finiti frammenti di ceramica in seguito alla rottura della macchina impastatrice venne messa ugualmente in commercio per decisione di Giuseppe Mandara: la circostanza emerge da lacune intercettazioni telefoniche fatta dai carabinieri del Noe e confluite nell’ordinanza di custodia cautelare notificata questa mattina. L’episodio risale all’agosto del 2008; poichè gli investigatori erano venuti a conoscenza dell’accaduto intercettando le conversazione di Mandara intervennero notificando al caseificio un decreto di sequestro.
Ciononostante si riuscì a evitare solo in parte la vendita delle «ciliegine» potenzialmente pericolose per la salute dei consumatori. I frammenti di ceramica – sottolinea in un comunicato il procuratore aggiunto della Dda Federico Cafiero De Raho – avrebbero potuto danneggiare l’apparato digestivo.

  1. ma come! la camorra è l’unica impresa che non conosce crisi e la facciamo chiudere per un po di ceramica e alcuni falsi prodotti caseari? che disfattisti!

  2. Molte aziende zootecniche dell’agro pontino conferiscono il latte di bufala al gruppo Mandara per produrre la mozzarella.

  3. Il Duce (che, nonostante tutto, i nostri nonni adoravano, o almeno parlo del mio) si rivolterebbe nella tomba a sentire come ci stanno invadendo la nostra provincia :(

  4. Un mio amico dice spesso: “il giorno che a Latina e prov. vedrò un venditore di calzini con accento toscano allora le cose saranno cambiate”. Del resto pure la Toscana confina col Lazio, no?

  5. mandara camorrista……………daglie dò stanno soldi e napoletani…è tutto chiaro

  6. dalle foto dell’ arresto si vedono panoramiche della posizione splendida dove è situata la sua villa faraonica sul mare, in una posizione esclusiva di Gaeta! e dei poveri cristiani non ce la fanno a pagare degli affitti in zone popolari!