SOMALIA, DOPO QUATTRO MESI LIBERATI GLI OSTAGGI DEL BUCCANEER

09/08/2009 di

Il BuccaneerL’incubo, durato quattro mesi, è finito: i marinai del Buccaneer, tra i quali dieci italiani e il pontino Mario Albano, sono liberi e stanno bene. E stanno già viaggiando verso Gibuti da dove, tra un paio di giorni, potranno tornare in Italia ed essere a casa già per Ferragosto. La liberazione, ha annunciato il ministro degli esteri Franco Frattini, è avvenuta questa sera dopo che «i pirati si sono ritirati». Non ci sarebbe stato quindi nessun blitz o pagamento di riscatto per la liberazione del rimorchiatore italiano, sequestrato dai pirati somali nel Golfo di Aden l’11 aprile scorso con 16 persone di equipaggio a bordo (oltre ai dieci italiani anche cinque marinai romeni ed un croato), ma un lungo lavoro di contatti e una collaborazione delle autorità somale e della regione del Puntland, ha spiegato Frattini sottolineando che il governo somalo ha esercitato una «forte pressione» per portare al ritiro i pirati.


I dieci marinai italiani, ormai allo stremo dopo quattro mesi di dura prigionia con casi di dissenteria e altre malattie, pochi e sporadici contatti con i familiari e sempre sotto la minaccia delle armi, stanno comunque «bene», ha assicurato Frattini spiegando che «sono liberi di ripartire verso l’Italia». «Le forze speciali della marina militare a bordo della nave San Giorgio ci hanno detto che si sono avvicinate al Buccaneer» e hanno riferito che i marinai «stanno bene», ha aggiunto Frattini auspicando che «per Ferragosto siano tutti con le loro famiglie». Non c’è stato blitz e non è stato pagato alcun riscatto, ha intanto confermato anche Silvio Bartolotti, general manager della Micoperi, l’azienda ravennate proprietaria del rimorchiatore, spiegando che «gli uomini stanno tutti bene e stanno navigando verso Gibuti, scortati da navi militari». Una volta «arrivati lì valuteranno la situazione, secondo l’umore psicologico, se proseguire in nave o se rientrare»in altro modo in Italia«. Nelle città di origine dei marinai, diversi dei quali campani, è esplosa intanto la gioia e mentre si preparano feste per accoglierli al loro rientro ad Ercolano, uno dei centri di provenienza, la notizia della liberazione è stata accolta con fuochi di artificio. Frattini che ha espresso il »più vivo compiacimento« per la soluzione della vicenda ha intanto inviato alle famiglie dei marittimi – si legge in una nota della Farnesina – »la partecipe vicinanza in questo momento di gioia, dopo mesi di comune attesa e preoccupazione«. »Ho avuto comunicazione della liberazione direttamente da una telefonata del primo ministro somalo«, ha annunciato stasera Frattini spiegando che il governo del paese africano ha esercitato una »forte pressione« per portare al ritiro i pirati che tenevano in ostaggio il mercantile.

C’è stata «un’intensa azione diplomatica»: «abbiamo tessuto una rete di contatti con le autorità locali del Puntland, ma anche con il governo somalo». Quella del ritiro dei pirati – ha spiegato ancora Frattini – «era l’unica strada». Da sempre infatti il Governo italiano si era opposto a qualsiasi blitz anche per scongiurare rischi per l’equipaggio. Frattini, ricordando il «lavoro eccellente» dell’intelligence e delle forze speciali coinvolte ha anche espresso un «sentito ringraziamento ai mezzi di informazione italiani per avere rispettato la linea di riserbo richiesta dalla Farnesina che si è ancora una volta rivelata giusta». Il Ministero degli Esteri ha mantenuto infatti in questi quattro mesi la linea del riserbo assoluto sull’andamento della trattativa, in contatto costante con le autorità del governo transitorio somalo e con quelle del Puntland, la regione semiautonoma a nord del Paese, nelle cui acque è stato assaltata la motonave italiana. Nessun blitz e nessun riscatto e priorità assoluta all’incolumità dell’equipaggio è sempre stata la base della trattativa, come ribadito più volte anche da Margherita Boniver, inviata speciale del ministro Franco Frattini per le emergenze umanitarie, che in maggio aveva compiuto una missione in Somalia. Per il problema della pirateria in Somalia, che dall’inizio dell’anno ha messo sotto scacco una ventina di navi di varie nazionalità di passaggio nel golfo di Aden, sono in campo diverse missioni militari: dalle task force 150 e 151 guidate dagli Usa a quella dell’Unione europea (la missione ‘Atalantè, cui partecipa la fregata Maestrale della Marina militare italiana), alle unità inviate autonomamente da singoli Paesi a difesa degli interessi nazionali.

Ecco i nomi dei dieci italiani – su 16 membri complessivi di equipaggio – che erano a bordo del rimorchiatore Buccaneer, sequestrato dai pirati nel Golfo di Aden l’11 aprile scorso: 1) Mario Iarlori, comandante, iscritto alla Capitaneria di porto di Ortona (Chieti); 2) Mario Albano, primo ufficiale di coperta, iscritto alla Capitaneria di Porto di Gaeta (Latina); 3) Tommaso Cavuto, secondo ufficiale di macchina, iscritto alla Capitaneria di Porto di Ortona (Chieti); 4) Ignazio Angione, direttore di macchina, iscritto alla Capitaneria di Porto di Molfetta (Bari); 5) Vincenzo Montella, marinaio, iscritto alla Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli); 6) Giovanni Vollaro, marinaio, iscritto alla Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli); 7) Bernardo Borrelli, marinaio, iscritto alla Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli); 8) Pasquale Mulone, marinaio, iscritto alla Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo (Trapani); 9) Filippo Speziali, marinaio, iscritto alla Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno); 10)Filomeno Troino, cuoco, iscritto alla Capitaneria di Porto di Molfetta (Bari).

La cronologia del sequestro: – 11 aprile: Il rimorchiatore Buccaneer con a bordo dieci italiani viene sequestrato da pirati nel Golfo di Aden. La Farnesina avvia un coordinamento interministeriale ed internazionale. La fregata Maestrale della Marina militare si dirige verso il luogo del sequestro, giunge il 12 aprile. – 13 aprile: Sì alla trattativa ad oltranza e nessun blitz, se non come ultima ed estrema opzione. È la linea delle autorità italiane che lavorano ad una positiva soluzione del sequestro dell’equipaggio del Buccaneer. – 15 aprile: La Farnesina si appella ai media affinchè evitino «la diffusione di notizie infondate e fuorvianti che possano interferire con un esito positivo della vicenda e porre in pericolo la sicurezza dell’equipaggio del Buccaneer». Con il telefono di bordo tutti i marinai sequestrati riescono a chiamare casa. – 16 aprile: Il primo ministro del Governo somalo, Omar Abdirashid Ali Sharrmake dice all’ANSA che sono in corso trattative per arrivare alla liberazione dell’equipaggio. – 19 aprile: Le autorità del Puntland accusano il Buccaneer di trasportare rifiuti tossici e affermano che il rimorchiatore italiano non è stato sequestrato dai pirati ma fermato dalla sicurezza locale. L’ipotesi è poi stata smentita. – 24 aprile: La Farnesina smentisce di aver ricevuto un ultimatum per la liberazione degli uomini a bordo del Buccaneer, come avevano invece riferito parenti dei membri dell’equipaggio che con questi erano in contatto telefonico. L’armatore afferma inoltre che non vi è richiesta di riscatto. Il ministro degli Esteri Franco Frattini decide di inviare in Somalia il sottosegretario Margherita Boniver per facilitare la soluzione della vicenda. – 28 aprile – Alcuni marinai dell’equipaggio del Buccaneer chiamano casa e chiedono di «fare presto» per la loro liberazione. «Stanno bene, ma stanno soffrendo». – 2 maggio: Margherita Boniver arriva in Puntland, dopo una sosta a Nairobi dove ha avuto contatti con rappresentanti del governo somalo. Boniver ribadisce la linea italiana: evitare blitz militari e pagamento di riscatto. – 3 agosto: In un colloquio telefonico, il ministro Franco Frattini riceve assicurazioni dal primo ministro somalo di «un impegno personale» nella trattativa per la liberazione del Buccaneer. Durante la conversazione Frattini conferma «il pieno sostegno dell’Italia al Governo di transizione somalo e la collaborazione per il rafforzamento delle istituzioni e delle forze di sicurezza».


Il video