Pendolari, un giorno di ordinaria follia

15/03/2012 di
treno

Il “Comitato Pendolari FR8a Carrozza” denuncia i disservizi avvenuti il giorno 13-03-2012.

I FATTI. Stazione Termini. La menzogna.
Ore 18:00. Annunciano ritardi di 20 minuti in partenza per treno guasto tra Casilina e Torricola.
Ore 18:30. Annunciano ritardi di altri 20 minuti in partenza per treno guasto tra Casilina e
Torricola. Ore 19:00. Annunciano ritardi di ulteriori 20 minuti in partenza per treno guasto tra Casilina e Torricola. Ore 19:30. Annunciano ancora ritardi di 20 minuti in partenza per treno guasto tra Casilina e Torricola. Ore 20:30. Annunciano ritardi di 20 minuti in partenza per occupazione di binari da parte di personale estraneo alle ferrovie a Torricola.

La verità.
17:30 alla stazione Termini è impossibile prendere il treno per Napoli delle 17:49 per quanto pieno. La gente sale sul 12213 delle 18:07 dove rimane fino alle 21:20. La prima giustificazione è stata che a Roma Casilina si è verificato un guasto alla linea, la seconda versione attribuisce il ritardo al guasto di un treno, quindi che i treni sulle tratte Roma-Nettuno e Roma-Napoli subiranno dei ritardi, prima 10 poi 20, 30, 45, 60, 120 minuti. Dalle 17:45 alle 21:30 la gente è stata trattenuta in stazione con l’illusione che un treno sarebbe partito entro 20 minuti. Solo qualche pendolare diffidente ha avuto l’idea di recarsi a Laurentina a prendere un autobus. Ad onor del vero, sul binario del 12213 c’era una ragazza capotreno che in collegamento telefonico costante con la centrale cercava di avere delle risposte sui tempi di attesa e puntualmente non riusciva ad averne e fino all’ultimo si è resa disponibile a dare informazioni, per quanto lei stessa
non ne ricevesse molte.

Alle porte di Torricola le persone sono rimaste prigioniere di 3 treni per circa 3 ore, o, i più fortunati sono rimasti abbandonati a Torricola, stazione scollegata dal mondo. Alle 20:10 arriva un treno Milano-Salerno in “ricovero” al terzo binario, ma come preannunciato dalla direzione trasporti nazionale, i treni accodati e di passaggio alla stazione non avrebbero effettuato servizio
viaggiatori. Che avreste fatto voi?

Torricola.
17:50, non è ancora passato il treno per Formia (12279).
18:10, si apprende tramite contatti telefonici tra pendolari che il treno per Minturno delle 17:31 partito con 10 minuti di ritardo per altri motivi (sembra che non poteva entrare in stazione per indisponibilità di binari), si era fermato all’altezza di via di Capannelle. In stazione intanto ritrovano circa 80 persone (gran parte Campani).
18:20 circa: arriva un treno direzione Roma e si ferma. Non vedendo treni in arrivo direzione Campoleone, i pendolari si recano al posto di comando e controllo della stazione di Torricola, dove trovano un…. manovratore di binario, che opera solo dietro ordini ricevuti dalla centrale. Chiedono lumi e questi risponde che si era guastato il locomotore di un treno (Intercity 587 Milano-Salerno) direzione Torricola e che c’erano altri due treni (Formia e Minturno) accodati ad esso tra Roma Casilina e Torricola, ma stavano provvedendo a ripristinare la circolazione.
19:40, due ore dopo il guasto, arriva un locomotore bianco-verde sul binario 2 (opposto al senso di marcia) che va in direzione Roma. Il macchinista si è fermato. Esce il manovratore che gli rilascia un foglio dicendogli di recuperare il convoglio 587. Il macchinista chiede il km esatto dove andare a recuperare il treno, il manovratore non lo sa, allora un pendolare, informato da amici sul treno per Minturno, dalla banchina chiosa che il treno era sul suo stesso binario, fermo a circa 1 km da Torricola. Il macchinista replica che senza il km esatto non si sarebbe mosso, come da procedura. Dopo poco è uscito il manovratore di stazione con il km esatto, così il macchinista del locomotore, a velocità ridotta, si avvia al recupero del treno in panne.

20:00 circa, si sente l’altoparlante di stazione annunciare che sta arrivando un treno al binario 3… binario di parcheggio. Il solito pendolare, comprendendo che si tratta del treno in avaria, si affaccia al posto di comando e chiede al manovratore se il treno in arrivo al binario 3 avesse svolto servizio viaggiatori. Il manovratore, molto agitato e preoccupato, risponde che il treno si sarebbe fermato, che avrebbe fatto cambio locomotore e che solo dopo (?) avrebbe fatto servizio viaggiatori, commentando tra sè: “Qui succede un casino”. E aggiunge: “Gli altri treni di passaggio non si fermeranno perchè stracolmi”. Allontanatosi richiudendo la porta, il pendolare riflette con altri colleghi sulla situazione e si riaffaccia dopo 10 minuti chiedendo perché non far proseguire il treno in arrivo fino a Campoleone dove effettuare manovre con il locomotore, visto che ci sono 8 binari, anziché fermarlo lì, dove se la gente sequestrata per
ore fosse scesa sarebbe successo il finimondo? E suggerisce di far prelevare un po’ di gente da Torricola e Pomezia, visto che gli altri treni erano stracolmi. La risposta: ” Mi lasci lavorare, io faccio quello che mi viene detto! Ora devo mettere in ricovero il treno”. Sbalordito il pendolare commenta “questi sono fenomeni!”. Arriva il treno, l’intercity 587. Si ferma. La gente scende stravolta e comincia a urlare: “Occupiamo i binari, questi ci vogliono lasciare qui”. Arrivano due carabinieri, i pendolari spiegano la situazione. Loro entrano nel posto di comando e controllo.
Intanto circa 100 passeggeri sono sui binari.
Il pendolare si riaffaccia e consiglia di mettere il rosso a tutti i semafori in entrambi i sensi di marcia, perché c’è gente sui binari, aggiungendo di riferire ai dirigenti, con cui stava parlando il manovratore (carabinieri presenti), di far ripartire il treno almeno fino a Campoleone, dove avrebbero potuto manovrare meglio e sostituire il locomotore. Nel frattempo arrivano altri due carabinieri, 4 poliziotti e un comandate in borghese, in totale 9 forze dell’ordine. Si concertano con varie telefonate alla direzione e comunicano che il treno sarebbe ripartito fino a Pomezia. Nessuno dei passeggeri dell’IC si muove dai binari per timore che, saliti sul convoglio, questo
non sarebbe ripartito. Solo dopo mezzora dall’arrivo del treno comunicano che “Il treno riprenderà la corsa fino a destino (testuali parole uscite dall’altoparlante)”. La spiegazione di questo è stata che il locomotore arrivato da Pomezia non era di Trenitalia, ma di altra società e adibito al solo traino di treni merci. Risalgono tutti in carrozza, eccetto i pendolari destinati a Pomezia e Campoleone, perché il treno (con posti a sedere vuoti) avrebbe proseguito con la normale tabella di marcia Milano-Salerno senza effettuare fermate straordinarie. I pendolari rimasti ad aspettare il primo treno utile, commentano con la polizia che, questo problema di ordine pubblico non sarebbe accaduto se il sistema Trenitalia avesse preso decisioni adeguate in modo autonomo e non ricorrendo alla Polizia di Stato.
20:40 circa, arriva il Minturno ed assieme ad esso un manipolo di gente che avanza a piedi sulla massicciata! Per meglio comprendere quanto accaduto, va detto che il Minturno, rimasto accodato al treno in avaria per 2:40 ore e senza aria condizionata, in condizioni di
sovraffollamento inimmaginabili, poiché raccoglieva anche i pendolari del treno per Terracina non partito, è stato fatto partire da Termini sapendo di bloccarlo appena fuori Roma, all’altezza del raccordo, comunicando che ci sarebbe stato un ritardo di 18 minuti, diventati poi circa 3 ore, durante le quali si sono verificate scene di panico, isterismo collettivo, un ragazzo che si voleva buttare di sotto, il capotreno che correva su e giù per cercare di tamponare una situazione ingestibile, scaricata tutta sulle sue spalle dalle stanze dei bottoni. Qualcuno su quel treno si è sentito mancare (ammassati per ore, nell’impossibilità di sedersi, di prendere aria, di bere), si richiede quindi un’ambulanza. Praticamente molta gente esasperata era scesa dal treno, facendosi aprire le porte ed ha proseguito a piedi fino a Torricola. Dove salgono infine anche i poveri pendolari dimenticati in stazione, come solo Dio sa e arrivano a Campoleone
(dove ovviamente non c’era più la navetta, né alcun mezzo sostitutivo per Nettuno…). Si rimettono quindi in attesa del prossimo treno utile (12213 delle 18.07 da Roma), che giunge a Campoleone alle ore 21.40 circa, poco dopo il Formia (12279). Sono seguiti poi, per la linea FR8, una serie di gravissimi ritardi, soppressioni e cancellazioni di tratte, come documentato sul nostro sito (www.classactioromanettuno.org). Trenitalia ha dato dimostrazione di essere incapace di gestire le emergenze, peggio, di non metterci nessun interesse a farlo: a Torricola, con tutta quella gente, senza bagni, senza acqua, né alcun genere di conforto e per di più senza altra tipologia di collegamento pubblico, non hanno previsto neanche un capostazione che potesse suggerire la migliore soluzione in virtù dei disagi presenti in tale stazione, o allestire un servizio sostitutivo. Il solo buon senso doveva far immaginare quanto la gente potesse essere esasperata. Chi farà pagare a Moretti tutto il danno procurato?

NEGLIGENZA.
Sono anni che Trenitalia riceve da tutti i pendolari d’Italia richieste di adeguare il servizio dei treni regionali sulla base della domanda e sulla base dei contratti di servizio stipulati con le amministrazioni regionali (ad oggi non mi risulta che una sola abbia fatto valere i diritti di risoluzione del contratto per insolvenza ed esatto penalità in modo trasparente). Sono state fatte campagne di denunce, servizi giornalistici, richieste di risarcimento danni, tavoli, dibattiti…Non c’è mai stato caso in cui Trenitalia ed RFI, del Gruppo Fs:
– abbiano adeguato l’offerta alle esigenze dell’utenza, come previsto dall’art.12 DPR 753/
80;
– abbiano adeguato le linee ferroviarie raddoppiandole laddove presenti singoli binari;
– abbiano acquistato nuove vetture in sostituzione dei rottami non più manutenibili;
– abbiano investito su squadre di intervento in caso di guasti, semmai eliminando quelle
presenti nelle stazioni;
– abbiano ottimizzato gli orari per ridurre i tempi di percorrenza, semmai aumentato i
tempi di percorrenza a tutela delle “penalità” passibili;
– abbiano aumentato i controlli del personale di bordo a favore della sicurezza, piuttosto
eliminato il personale addetto alla sicurezza e alla controlleria;
– abbiano aumentato i presidi di biglietteria nelle stazioni, casomai chiuso il punto vendita/
informazioni e abbandonato macchinette automatiche alla mercé dei vandali;
– abbiano predisposto un sistema di informazione efficiente tramite avvisi veritieri,
informazioni attendibili su display, comunicazioni a bordo e in stazione volte a gestire le
criticità minimizzando i danni, indicazioni precise al personale di stazione al fine di non
abbandonare gli utenti ad un ignoto destino per ore;
– abbiano programmato o pianificato qualche intervento migliorativo del servizio trasporto
ferroviario regionale, fatto salvo l’inefficace corsa ai ripari nelle emergenze, con le note
catastrofiche soluzioni alle calamità naturali e gestionali;
– abbiano mai promosso il TPL con la stessa solerzia con cui ha profuso milioni in offensive
campagne pubblicitarie dei classisti TAV.

IRRESPONSABILITÀ.
Abbiamo segnalato per anni e in più modi le disastrose condizioni di viaggio determinate dal sovraffollamento intollerabile di questi treni, che comportano rischi alla sicurezza e all’incolumità delle persone. Moretti ha volutamente ignorato le richieste, non solo non adeguando il servizio, ma licenziando personale (soprattutto quello scomodo per una responsabile etica professionale e poco ricattabile) e riducendo all’osso qualunque risorsa in capo al TPL. Quello che noi scontiamo ogni giorno sulla nostra pelle, sul nostro lavoro, sul nostro stipendio, sulle nostre vite private, sulle nostre ore perse prigionieri, nella migliore delle ipotesi, della plateale incapacità gestionale e delle grossolane menzogne annunciate in stazione, non ce lo ripaga nessuno! I tagli di questa crisi, buon ultima, (che guarda caso riguarda solo il trasporto non ad alta velocità e dietro la quale tutti si sottraggono irresponsabilmente ai propri obblighi) sono solo il pretestuoso (e creato) corollario in cui siamo chiamati sempre e solo noi a pagare per tutti gli scarica-barile a monte. Con il vergognoso risultato, che colloca in fondo alla classifica del CER (Community of European Railway and Infrastructure Companies) la holding di Moretti: “…Gli incidenti classificati come “gravi” (si intendono tali quelli che hanno causato morte o ferimento di persone, danni superiori ai 150mila o interruzione della circolazione per più di 6 ore) sono stati 117 nell’anno passato, di più rispetto alla media riscontrata nel periodo 2005-2011. E si sono contati 74 morti e 36 feriti gravi, anche se quasi il 92% di questi è stato causato da un non corretto attraversamento di binari… E’ la stessa Agenzia della Sicurezza (ANSF) ad aver individuato nella manutenzione uno degli elementi di criticità, come nel caso dell’incidente ferroviario più grave degli ultimi decenni, quello di Viareggio del 29 giugno 2009, dove 32 persone sono morte per l’incendio conseguente al deragliamento di un merci. Si attendono risposte da quella Trenitalia
certificata ISO9001, risposte che non siano opere di marketing, né parole da consumati comunicatori. Si attendono azioni che rispondano ai principi basilari di un qualsiasi servizio al mondo: efficienza, qualità, pulizia, puntualità. Ma quanto c’è da attendere ancora?” (http://viaggi.libero.it/news/42148574/trenitalia-bocciata?refresh_ce).

ARROGANZA.
La tracotanza con la quale tratta le persone, le ignora, glissa sui fatti, mistifica la realtà e scandalosamente dirotta tutte le risorse del TPL nel suo sfrecciante business prediletto (usando infrastrutture, denari e mezzi pubblici) ci fa supporre che, come qualcun altro nella nostra recente storia, si senta impunibile di fronte alla legge! È pertanto lecito supporre che tale atteggiamento derivi da un lato dalla certezza di vincere per sfinimento, per rassegnazione dell’utenza, per la definitiva rinuncia allo squalificante servizio offerto, arrivando a dichiarare rami morti le nostre linee e dimostrare che le tratte sono in perdita; dall’altra, dalla certezza di poter contare sulla politica manipolabile e sull’incapacità delle autorità. Spiacenti: lui è uno e temporaneo, mentre noi siamo un esercito permanente!

Comitato Pendolari FR8a Carrozza

  1. Ero sul treno delle 17.20 per Formia partito da Roma alle 18.20 siamo arrivati a Latina dopo le 22.00 vergognoso

  2. Io ero sul Terracina delle 18, ostaggio per più di 3 ore di Trenitalia. Le uniche informazioni le ho avute da un signore che aveva conoscenti sul treno davanti al mio, nessuno del personale Trenitalia è venuto a spiegare la situazione. Abbandonati a noi stessi, nonostante i quasi 80 euro che ogni mese pretendono per un servizio degno del Terzo Mondo

  3. Già, trenitalia investe e pubblicizza l’ alta velocità, e le linee tradizionali viagiano con metà porte guaste, riscaldamento/condizionamento non funzionante, bagno e sedili sporchi, finestrini bloccati con le viti alla meno peggio, stracolmi che neanche nel terzo mondo, e SEMPRE COSTANTEMENTE in ritardo!

    Vi pare normale che la gente (come nel caso del “Comitato Pendolari FR8a Carrozza”) debba ricorrere alle vie legali per vedere forse riconosciuti i propri diritti?

    Zozzi, tutti a medicine ve li dovete magnà, i soldi miei !

  4. solo l’alta velocità conta, il resto è fastidio e carne da mecello

  5. articolo con dovizia anche eccessiva di particolari: l’autore ha avuto tutto il tempo per…il ritardo del treno ! per il futuro, il consiglio è quello di evitare di prendere il treno quando ci sono problemi