Di Giorgi, respinto anche il ricorso di Lilli D’Ottavi

02/03/2012 di
di-giorgi

Il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso presentato da Lilli D’Ottavi (prima dei non eletti del Pdl alle elezioni regionali) contro le mancate dimissioni da consigliere regionale di Giovanni Di Giorgi. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Nel dispositivo, il giudice romano osserva che «le controversie in materia di eleggibilità, decadenza e incompatibilità nelle elezioni comunali, provinciali e regionali, sono soggette al rito sommario di cognizione» che «configura un modello processuale difficilmente compatibile con la tutela in via d’urgenza richiesta dalla ricorrente».

Ma è dal dispositivo del Tar che ha giudicato improcedibile il ricorso di Moscardelli, fondato su presunti errori nei verbali e nella valutazione di oltre 2.600 schede dichiarate nulle, che emerge la vittoria di Di Giorgi. Nel merito, si afferma che «le censure non sono fondate. Il ricorrente confonde le schede nulle con i voti nulli riferiti ai singoli candidati. Le schede nulle, infatti, sono state compiutamente indicate nei verbali di scrutinio, al pari dei voti nulli. Il ricorrente vorrebbe ingenerare, senza fornire alcuna prova, il dubbio che gli scrutatori abbiano commesso errori sulla qualificazione delle schede e dei voti nulli, circostanza che non risulta dagli atti. Là dove il verbale indica che vi sono schede o voti nulli, infatti, si deve ritenere che gli scrutatori abbiano verificato le cause.

Per lo stesso motivo, non possono accogliersi le censure secondo cui non ci sarebbe corrispondenza tra voti di lista nulli con voti eventualmente validi per il candidato sindaco». Le altre censure sono poi «mere irregolarità formali» o «prive di riscontro». Il ricorso, inoltre, «non può nemmeno fondarsi su testimonianze, posto che la segretezza del voto rende irrilevanti le dichiarazioni circa la mancata attribuzione del proprio voto. Del pari irrilevanti, anche le testimonianze dei rappresentanti di lista, in assenza di riscontro probatorio». In conclusione, «le censure appaiono prive di fondamento», così come quelle presentate successivamente, in merito alle tabelle di scrutinio, «sono inammissibili, perché veicolate con memorie non notificate alle altre parti».

Resta pendente l’ultimo ricorso contro Di Giorgi, presentato al tribunale di Latina dai consiglieri del Pd come semplici cittadini. L’udienza è fissata per il 19 marzo davanti al giudice civile.

  1. VABBè.
    MA SI DIMETTERà CAVOLO DAL DOPPIO INCARICO.
    oPPURE CONTINUA A PRENDERCI PER IL FONDOSCHIENA?

  2. Chi e’ causa del suo mal pianga se stesso. Si dimette? Ma che siete matti?

  3. No, non vabbè.
    Di Giorgi non può continuare a tenere i piedi in due staffe!

  4. Ahahhaahahahah…. sciroppatevelo, lo volevate? tenetevelo… gia sta paventando spese faraoniche per rendere latina (con la collaborazione di picca) pedonale e pedonabile….. piu tutta una serie di appalti a cui sinceramente in tempi di crisi(per noi ma non per lui) nn ce n’era bisogno…

  5. Lilli d’ Ottavi ha ragione e coerenza da vendere!!! Di Giorgi lascia il posto in Regione e pensa a fare il Sindaco,ma….per davvero!!! basta co ste tarantelle e co sti viaggi ad Arcore….poi guarda caso dopo soli due giorni….la Giustizia a Latina viene presa a schiaffi per l’ennesima volta…..altro che GOMORRA!!!