
Mentre i cittadini vengono tassati a sangue, la manovra regionale del Lazio approvata nella notte conferma lo scandalo emerso nei giorni scorsi: e cioè che per tutti gli eletti nel Consiglio regionale è confermata l’erogazione di un assegno mensile – per tutta la vita – pari a circa 3 mila euro.
Me non è finita qui. Il vitalizio verrà versato al termine della consiliatura anche ai 14 assessori della giunta Polverini esterni (su 16 complessivi), dunque di fatto i fedelissimi della governatrice, purché abbiano compiuto i 55 anni, ma se vogliono anche dai 50, con una piccola decurtazione. E questi nuovi “miracolati” delle pensioni d’oro si aggiungono agli oltre 200 ex politici transitati negli anni nella Regione Lazio che già ricevono vitalizi tra i 2.500 e i 5.800 euro. Con un paio di postille che l’opposizione giudica ancora più “irritanti”: la Regione Lazio precisa che “su base volontaria ciascun consigliere o assessore regionale in carica o cessato dalla carica può comunicare la volontà di rinunciare all’assegno vitalizio” (ma chi lo farà mai?) e anche che tale vitalizio “è valido per questa legislatura, ma non verrà più applicato dalla prossima”.
Questa la nota ufficiale: “L’istituto dell’assegno vitalizio ai consiglieri è abrogato a partire dalla X legislatura, mentre la vecchia normativa si applica ancora per i consiglieri regionali e per gli assessori in carica o cessati nella IX legislatura, cioè quella attuale. L’articolo 10 stabilisce anche che le indennità dei consiglieri siano fissate alla data del 30 novembre 2011, che siano indicizzate annualmente su base Istat e che tale adeguamento sia sospeso per la durata dell’intera IX legislatura”.
Forma complessa per nascondere un imbarazzo evidente. Tra i beneficiari del vitalizio dovrebbero esserci anche i pontini Gianfranco Sciscione (nonostante la decadenza) e Giovanni Di Giorgi (nonostante il doppio incarico).