Mafia a Fondi, 23 condanne per 110 anni di carcere

19/12/2011 di
venanzio-tripodo

Dopo sette ore di camera di Consiglio il giudice Lucia Aielli ha emesso la sentenza per il processo Damasco 2 sulla mafia a Fondi.

Condannate 23 delle 32 persone sotto accusa per complessivi 110 anni di carcere.

LE CONDANNE. L’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso viene confermata per Carmelo e Venanzio Tripodo, condannati a 15 anni, uno in meno della richiesta, ad Aldo Trani, 13 anni a fronte dei 14 chiesti dal pm. E ancora il 416 bis viene riconosciuto ad Antonio Schiappa e Igor Catalano, cinque anni e ad Alessio Ferri e Vincenzo Bianchò, sette anni.

Sette anni per Antonino D’Errigo, Franco Peppe e Giuseppe De Silva, sei anni per Riccardo Izzi, due anni per Massimo Anastasio Di Fazio, Peppe Pasquale ed Enza Petrillo, un anno e sei mesi per Deborah Ruggeri e Tiziana Simonelli, un anno e otto mesi per Loredana Trani, due anni e sei mesi per Maria Laura Trani. Quattro mesi per Raffaele Boccia e Massimiliano De Filippis, nove mesi per Dario Leone e Pietro Munno. Assoluzione per Tommasina Biondino, Maurizio Grossi, Valentino Marrocco, Sandro Massa, Gemma Peppe, Sergio Peluso, Ercole e Pasqualino Rega e Serafino Stamigni.

Secondo l’accusa il gruppo mafioso controllava parte delle attività del Mof e alcuni appalti comunali a Fondi.  Con i soldi provento di attività illecite reinvestiti in remunerativi affari “puliti”. Un sodalizio che aveva messo le mani su Fondi. Un “terremoto” per il Mof e per il Comune, un’intera città finita al centro di polemiche per la vicinanza con la camorra.

LE ACCUSE. Antonino Tripodo sarebbe stato il titolare di fatto delle aziende della famiglia Peppe, tra le più note del territorio, e con la collaborazione di D’Errigo e Bracciale avrebbero imposto i prezzi del mercato ortofrutticolo, deciso quali società potevano operare.  Il loro nome era sufficiente per sgombrare il campo da qualsiasi opposizione da parte di commercianti e imprenditori ma all’occorrenza si provvedeva anche a “convincere” i riottosi.
I LEGAMI CON IL COMUNE DI FONDI.  Sarebbero stati proprio i Tripodo ad aiutare Riccardo Izzi nella sua ascesa al Comune e a farlo essere il primo degli eletti con oltre 1000 preferenze.  Al punto di arrivare a ricoprire, fino a febbraio 2008, l’incarico di assessore ai lavori pubblici.  L’uomo giusto al posto giusto, in grado di “garantire” l’acquisizione di appalti relativi alle pulizie ma anche pagamenti più celeri rispetto a quelli di altre aziende.  Secondo gli investigatori – gli uomini del maggiore Pierluigi Rinaldi del reparto operativo e quelli del capitano Luigi Spadari del nucleo investigativo – con la compiacenza di funzionari comunali, dei vigili urbani e dello stesso Izzi, le società riconducibili ai Tripodo avrebbero ottenuto importanti commesse dietro il versamento di tangenti.
GLI ARRESTI DEL 2009. Il 6 luglio 2009 finirono in carcere Carmelo e Venanzio Tripodo, Franco e Pasqualino Peppe, Vincenzo Bianchò, Antonio Schiappa, Alessio Ferri, Igor Catalano, Giuseppe Bracciale, Antonino D’Errigo, Massimo Anastasio Di Fazio, Dario Leone, Pietro Munno, Gianfranco Mariorenzi, Tommasina Biondino e Riccardo Izzi.  Alcuni giorni dopo si costuì Aldo Trani.  Gli altri indagati erano Gemma Peppe, Enza Petrillo, Tiziana Simonelli, Loredana Trani, Maria Laura Trani, Pasquale Valentino Forti, Deborah Ruggieri, Serafino Stamigni, Vincenzo Ialongo, Raffaele Vincenzo Boccia, Nazareno Puglia, Sisto Bianchi, Roberto D’Agostino, Ennio Giovannoni, Massimiliano De Filippis, Luigi Griffo, Valentino Marrocco, Carmine Terracciano, Maria Gentile, Luciano Zizzo e Roberto Padula.
Una lunga serie di appalti sarebbero stati pilotati grazie agli appoggi del gruppo criminale nell’amministrazione comunale di Fondi: la Procura contesta l’associazione per delinquere di stampo mafioso promossa e diretta da Carmelo Giovanni Tripodo, Antonino Venanzio Tripodo e Aldo Trani.

LE RICHIESTE DI CONDANNA DEL PM. Sedici anni quella più alta per i fratelli Carmelo e Venanzio Tripodo.  Quattordici anni sono stati chiesti per Aldo Trani, titolare di una ditta di pompe funebri, avrebbe fatto capo ai fratelli Tripodo con un ruolo importante nel condizionamento delle attività del Comune.  Sette per Vincenzo Biancò, Antonio Schiappa, Alessio Ferri.  Sei anni per Franco Peppe e Riccardo Izzi, fino all’anno prima degli arresti assessore ai lavori pubblici.  Alle prime sette persone viene contestata l’accusa di associazione a delinquere, a Izzi il concorso esterno.  Chiesti sei anni per Igor Catalano, il quale, a differenza degli altri imputati, verrà giudicato con il rito abbreviato.  Due per Pasquale Peppe e per l’imprenditore Massimo Di Fazio, per Tiziana Simonelli e Deborah Ruggeri.  Otto anni per Antonino D’Errigo, un anno per Gianfranco Mariorenzi, dirigente del settore lavori pubblici, un anno e mezzo per Serafino Spamigni, tre anni per Enza Petrillo e per Maria Laura Trani, sette anni per Vatanga De Silva, un anno e dieci mesi per Loredana Trani.  Sette mesi per Pietro Munno, Dario Leone e Vincenzo Boccia, cinque mesi per Massimiliano De Filippis.  In tutto 116 anni e mezzo.  Chiesta, invece, l’assoluzione per Gemma Peppe, Tommasina Biondino, Valentino Marrocco, Sergio Peluso, Sandro Massa, Pasqualino e Ercole Rega, Maurizio Grossi.

IL CLAN, IL MOF E IL COMUNE DI FONDI. L’accusa ipotizza un condizionamento del clan criminale rispetto alle attività del Mof di Fondi e una serie di vantaggi su appalti pubblici del Comune di Fondi.  L’ex prefetto Bruno Frattasi, nella sua relazione sulle infiltrazione mafiose a Fondi scriveva riferendosi ai Tripodo: «Non pare affatto casuale la scelta di radicare a Fondi la loro presenza, in relazione ai vantaggi che ne hanno ricevuto in termini di consolidamento di rapporti criminali.  In questo quadro, appaiono altamente significative le connessioni, emerse chiaramente in sede di accesso, tra la famiglia Tripodo e soggetti legati, per via parentale, anche a figure di vertice del Comune di Fondi, nonché a titolari di attività commerciali, pienamente inserite nel mercato ortofrutticolo di Fondi, Mof».

L’ASSESSORE LEGATO AL CLAN. «Riccardo Izzi favoriva i Tripodo per l’affidamento di una serie di lavori da parte del Comune.  Le telefonate intercettate ci hanno portato in questa direzione e le successive verifiche hanno confermato tutto».  Durante il processo ha parlato il maresciallo dei carabinieri che coordinò l’imponente lavoro di intercettazione delle linee telefoniche in uso agli indagati e che si occupò anche dei monitoraggi e delle fotografie. Il maresciallo, in sintesi, ha descritto Izzi come il “tramite” tra il Comune di Fondi e l’organizzazione dei Tripodo e di Trani. «I Tripodo – ha detto il testimone davanti ai giudici – si rivolgevano a lui per qualsiasi cosa e venivano sempre accontentati.  In alcune telefonate Izzi parlava anche con altre persone di abusi edilizi, in un caso si interessò di un portico abusivo parlando con il proprietario e con l’ex vicecomandante dei vigili urbani».  In altre telefonate tra Izzi e Trani si parlava di appalti, preventivi, lavori di arredo urbano, panchine, illuminazione, fogne da spurgare.  Conversazioni che secondo l’accusa evidenziano il ruolo di Izzi come ponte in grado di indirizzare gli appalti del Comune verso le società controllate dal clan.  Mentre per la difesa sono solo conversazioni legate alle lecite attività professionali delle persone coinvolte.
  1. Leggendo di voti offerti a Izzo dai Tripodo e guardandomi intorno, mi chiedo se a Fondi anche altri politici abbiano bellamente avuto una spintarella (o spintona) elettorale!! Ma Frattasi diceva proprio questo, o sbaglio??
    Infatti l’hanno trasferito!!

  2. A FONDI I VERI MAFIOSI SONO I POLITICI E NON QUESTE PERSONE UTILIZZATE COME “POLLI”…IL PROBLEMA CHE NON POTENDO COLPIRE FAZZONE E IL SINDACO SI SONO ATTACCATI A QUESTI…UN PROCESSO SOLO POLITICO E MEDIATICO!

  3. esemplare,davvero esemplare..però il Mafioso n.1 di fONDI è ANCORA LIBERO…..

  4. e a Latina? Possibile che di tanto grosso cataclisma sociale non sia arrivata traccia qui in capoluogo? hm….

  5. Peccato solo 110 anni, 1.110 dovevano essere, con anco i due Signori gia sopracitati che attualmente sono ancora a Piede Libero in Fazzolandia e Cusolandia e compagni di merende…………

  6. In questo processo è emerso l’estraneità del sen. Fazzoni. Che sia veramente una brava persona? Che ne pensate?

  7. Ma cribio , la mafia non esiste!!!!! è un’invenzione dei comunisti per deleggittimare una maggioranza democraticamente scambioeletta mi consenta.

  8. rimane il fatto che chi è in carcere non è un mafioso..lavoro a fondi conosco i tripodo sono persone per bene…i politici dovevano essere arrestati…