Nuova incursione contro il Villaggio della legalità di Libera

12/11/2011 di
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Ieri il villaggio di Libera a Borgo Sabotino è stato colpito ancora. Ignoti hanno portato via le pompe idrauliche, lasciando il villaggio senza acqua, poi hanno danneggiato le manopole dei rubinetti.

Il messaggio è chiaro e arriva a quattro giorni dalla seduta straordinaria della commissione regionale sicurezza e legalità che si è riunita proprio lì. A cinque dalla visita del questore di Latina, Alberto Intini, a una decina dalla fiaccolata in piazza nata spontaneamente e dall’impegno – ribadito martedì dal sindaco Giovanni Di Giorgi – di riparare i danni.

«Vista la posizione delle pompe idrauliche non era facile trovarle soprattutto al buio – spiegano dall’associazione – Le stesse erano state sostituite dai tecnici del Comune di Latina nel mese di agosto dopo i danneggiamenti subiti da ignoti. Le pompe idrauliche sono state smontate ad arte e portate via. Attualmente l’impianto idraulico non è funzionante».

«Non ci sono parole, ogni qualvolta c’è un’iniziativa arriva un segnale – dice Antonio Turri, responsabile di Libera Lazio – ma possono stare tranquilli, noi andremo avanti». E ieri sera, nonostante tutto, il filmato sulla Quinta Mafia in programma è stato proiettato ugualmente. Una risposta chiara e netta alla sfida della criminalità.

“Profonda amarezza”. E’ questo il sentimento del responsabile Lazio della Fondazione Caponnetto, Raffaele Vallefuoco, all’indomani dell’ennesimo vile gesto perpetrato ai danni del Villaggio della Legalità “Serafino Famà” di Borgo Sabotino. “Non ci resta che condannare questo accanimento contro gli amici di Libera che segna la linea di non ritorno per questa nostra provincia. E’ necessaria, infatti, una riposta collettiva nel condannare questo atteggiamento intimidatorio, nella consapevolezza che ogni attacco perpetrato non è isolato, ma colpisce ciascuno di noi. Per questo siamo al fianco dei ragazzi di Libera, stigmatizzando questo vile tentativo intimidatorio, ed offrendogli il nostro incondizionato sostegno”.

  1. Le istituzioni della città riescono a difenderla o no?
    Ci vuole un Consiglio Comunale, in cui si parli solo di criminalità organizzata e non. L’Amministrazione Comunale può fare molto: dalle regole sugli appalti, alla riqualificazione di certe zone…
    Se non fa se ne assume le responsabilità davanti a tutti.