Tubercolosi, salgono a tre i neonati positivi di Latina

04/09/2011 di
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Altri due neonati pontini sono risultati positivi al test sulla tubercolosi. Si tratta di bambini di Sabaudia, entrambi nati al Policlinico Gemelli di Roma, uno nel mese di aprile. Lo scrive il quotidiano Il Messaggero.

Salgono così a tre i bambini pontini positivi al test (uno è di Latina ed è nato a luglio), mentre per altri due si attende l’esito degli esami effettuati nell’ambito dei controlli disposti dopo che un’infermiera è risultata malata di tubercolosi.

Intanto i genitori di due bambini positivi al test si sono già rivolti alla sede del Codacons di Latina, in via Bixio 31, per partecipare alla class-action annunciata dall’associazione dei consumatori. Sono finora 109 i bimbi nati al Policlinico e positivi al test della tubercolosi. Il Tar del Lazio al termine dell’audizione del Codacons ha stabilito che entro 15 giorni la Regione dovrà depositare tutti gli atti relativi all’inchiesta sul contagio.

L’ALLARME. Sale a 115 il numero dei neonati positivi ai test per la tubercolosi avviati in seguito alla scoperta che un’infermiera del nido del Policlinico Gemelli si era ammalata di Tbc. Sono sei i casi rilevati oggi sui 67 controlli effettuati: si tratta di una femmina e cinque maschi, tutti nati a gennaio. Le famiglie sono state già avvisate. Gli esperti dell’Unità di coordinamento della Regione Lazio ricordano che la positività al test non significa malattia ma esprime l’avvenuto contatto con il bacillo. Pertanto, anche sui nuovi sei neonati positivi sono stati già programmati ulteriori controlli e sarà proposta la profilassi prevista dal protocollo che evita il rischio di sviluppare la malattia a seguito dell’avvenuto contatto con il micobatterio. Intanto mercoledì prossimo il Codacons, che ieri ha rivelato la positività di un bambino nato il 27 luglio due giorni dopo l’allontanamento dell’infermiera malata, terrà una conferenza stampa alla quale parteciperanno i genitori dei bambini coinvolti nello scandalo ed esperti sanitari. L’associazione di Carlo Rienzi ha invitato anche la governatrice della Regione Lazio, Renata Polverini, e il professor Aldo Morrone del San Camillo. Durante l’incontro saranno illustrate le concrete iniziative giudiziarie varate dal Codacons e dall’associazione Articolo32 a tutela della salute pubblica e delle famiglie coinvolte. In un esposto presentato alla Procura di Roma qualche giorno fa, l’associazione ha chiesto ai pm di procedere per epidemia e disastro colposo. Reati sui quali si starebbero indirizzando le indagini. Il Policlinico Gemelli, dal canto suo, ha ribadito che tutti gli operatori della struttura dove lavorava l’infermiera ammalata di tubercolosi sono stati sottoposti al test risultando tutti negativi. La circostanza escluderebbe quindi altre fonti di contagio all’interno del reparto. Per quanto riguarda i controlli, da lunedì prossimo rimarrà operativo solo l’ambulatorio dedicato del Policlinico Gemelli per tutte le famiglie che per motivi personali hanno voluto posticipare l’appuntamento per la visita. Viene confermato, invece, che i bambini che hanno iniziato il trattamento di profilassi in una delle altre strutture, Ospedale Bambino Gesù o San Camillo, continueranno ad essere seguiti nelle stesse strutture dal un punto di vista medico.

  1. Chiedo come sia possibile che una nascita dopo due giorni dall’allontanamente dal lavoro della infermiera ammalata possa essere causa di contagio? Per me il contagio è altrove, tra i visitatori . Chi controlla tutti gli extra comunitari con testo MUNT quando vengo accorlti in sicilia o presso gli ospedali??? Coerenza coerenza.

  2. ma secondo voi perchè agli inizi del 1900 quando a New York arrivavano migliaia di persone da tutte le parti del mondo li trattenevano in quarantena?
    Non era una questione razziale o chissà cos’altro di strano, ma trattavasi di prevenzione, all’epoca la scienza era quel che era e molte malattie contagiose non erano del tutto curabili, oggi che la scienza riesce a curarle dovrebbero adottare gli stessi principi cautelativi.
    Se non erro la TBC in Italia e gran parte d’Europa era stata sconfitta, se un infermiera italiana s’è ammalata o contagiata comunque sia andava isolata per capire come fosse accaduto.
    Purtroppo il pericolo che dall’estero arrivino malattie rare o sconosciute non è una possibilità remota, che siano trasportate da migranti o turisti risulta relativo, il problema è concreto reale, così come viaggiano insetti, virus innocui, spore di vegetali ecc.. viaggiano anche in stadi d’incubazione virus pericolosi e letali.