Crisi Ipersidis, trattative e polemiche

30/08/2011 di
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Prosegue la trattativa tra il gruppo Midal spa e la Distribuzione Logistica Forniture s.r.l. il soggetto imprenditoriale che, ad oggi, sempre più verosimilmente sembra essere colui che subentrerà in 12 punti vendita a marchio SIDIS dislocati tra Latina città, Nettuno, Sabaudia e Roma, convertendoli in SIGMA.

Le tre riunioni di lunedì che si sono svolte tra l’azienda Midal e due rami creditizi, ovvero lavoratori da un lato e fornitori dall’altro, avevano come obiettivo principale quello di informare i diretti interessati riguardo la situazione attuale di forte crisi economico-finanziaria in cui verte l’intero gruppo e sulle prospettive realmente possibili.

“Il caso Midal è complesso ed evolve molto velocemente – commentano i consulenti legali Midal, gli avvocati Daniele Marini, Luca Ridolfi e il Prof. Maurizio Benincasa –, visti anche i numerosi soggetti coinvolti, tanto da assumere nuovi risvolti ogni ora che passa. Soprattutto sul versante lavoratori, c’è una cauta ma condivisa soddisfazione, ovviamente nei limiti che una tale situazione di crisi può concedere. Di fatto nelle assemblee che i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno tenuto, si sono illustrate innanzitutto le garanzie di legge che i contratti in essere portano con sé, ovvero la conferma dei posti di lavoro di tutti i dipendenti dei punti vendita e il mantenimento delle medesime condizioni contrattuali. Il nodo da sciogliere è il passaggio diretto da una società all’altra e quindi, come previsto dalla legge 428, le modalità di pagamento di quanto ancora non corrisposto, come ad esempio il tfr.”

“In secondo luogo si sono comunicate le azioni concrete del soggetto subentrante, la DLF srl. Infatti – continuano gli avvocati – nonostante il tavolo non sia ancora formalmente concluso, è certamente da registrare quale elemento di concretezza e serietà l’intento di rifornire i punti vendita già da questa settimana, grazie alle garanzie prestate dalla DLF, significando evidentemente uno stato di avanzamento nella trattativa del trasferimento in affitto delle aziende che riguardano i punti vendita. Com’è noto i tavoli ancora aperti riguardano la situazione relativa ai dipendenti amministrativi e della logistica. Purtroppo ad oggi non abbiamo elementi concreti di novità che ci possano aprire nuovi percorsi, poiché anche i grossi gruppi nazionali finora contattati hanno mostrato disinteresse nei confronti della piattaforma logistica. Ci auguriamo in ogni caso che i legittimi diritti di questi lavoratori non compromettano le aspettative concrete di occupazione dei quasi 300 lavoratori. Rispetto ai dipendenti dei corner e interinali evidenziamo che gli stessi non sono lavoratori assunti dalle società del gruppo Midal. Ciononostante è auspicabile una risoluzione anche per loro nei termini dell’indotto.”

“Il confronto doveroso con l’altro settore creditizio, ovvero i fornitori, è stato come previsto, inevitabilmente più teso. Non dimentichiamo che la Midal spa già da alcuni mesi lavorava in un regime di rientro – spiegano i legali che da circa 40 giorni sono stati chiamati ad occuparsi della spinosa vicenda – perciò i debiti accumulati nei confronti di questi soggetti, che vanno dal piccolo fornitore locale a marchi alimentari nazionali, non sono di modeste entità. Abbiamo voluto spiegare a tutti, indistintamente, che allo stato attuale il gruppo non può saldare i rispettivi debiti, con la stessa sincerità e correttezza con cui ogni singolo fornitore in queste settimane ha continuato a dare fiducia all’azienda della famiglia di Rosanna Izzi, il cui buon nome e la cui serietà, comprovati da oltre 30 anni di corretti rapporti di lavoro nel settore, non sono comunque messi in discussione.”

“A quanti poi si aspettavano cifre e date precise – continuano Marini, Ridolfi e Benincasa – sarà evidentemente rimasta la legittima curiosità, capiamo bene, ma ad oggi non è né possibile né tanto meno opportuno sbilanciarsi, poiché, pur essendoci ovviamente un ordine di grandezza, il quadro debitorio dell’intero gruppo non è ancora giunto a completa definizione. Invitiamo pertanto ad evitare di lanciarsi in ipotesi improbabili di numeri e percentuali poiché, soprattutto in questa fase del processo, ogni informazione relativa a qualunque dato, per essere credibile, deve essere confermata da una serie di controlli incrociati che è ancora in atto. Inutile dire – concludono i legali – che sono giorni molto intensi, durante i quali si sta studiando ininterrottamente lo strumento più opportuno per la ristrutturazione del debito Midal, e non viene esclusa nessuna strada, compresa quella di giungere ad una procedura di concordato.”

LA RISPOSTA A BARBERINI. Dopo le dichiarazioni di Paolo Barberini la Midal risponde: “Corre l’obbligo da parte della Midal spa di puntualizzare alcuni passaggi. Midal non ha mai formulato affermazioni sul precedente amministratore delegato del gruppo. L’attenzione dell’azienda, soprattutto in questo momento, è concentrata sulla salvaguardia dei livelli occupazionali e sul risanamento dei debiti. La valutazione della condotta degli organi di gestione aziendale, che nel tempo si sono succeduti, sarà eventualmente svolta nei tempi e nelle sedi opportune. “Sono incredula di fronte a certe dichiarazioni. Il dolore per la crisi che sta vivendo l’azienda fondata da mio padre e da mio fratello è tale da offuscare qualsiasi altro sentimento che non sia la profonda preoccupazione per il destino di tutti i lavoratori con cui ho condiviso per 30 anni la storia dell’azienda e della mia famiglia.”

  1. Ho sentito che ad oggi alle 20,00 non c’erano buone nuove. Ma perchè chi interviene per affittare il ramo d’azienda non mantiene il marchio sidis? Non sarebbe meglio da un punto di vista economico lasciare loghi e insegne per evitare un rebranding? Significherebbe sostituire la Midal nella titolarità dei diritti sul marchio sidis.