Padre Simone: “I simboli di Gaeta deturpati da degrado e scarsa attenzione”

21/08/2011 di
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Gentile direttore,

in questo periodo di Ferragosto la Montagna Spaccata, con il suo santuario costruito sul promontorio dove il 13 febbraio 1861 i “bravi Piemontesi” massacrarono gli ultimi giovani di una resistenza impossibile, è presa letteralmente d’assalto. Gente di ogni lingua e di ogni provenienza, vestita non sempre “decentemente” per colpa della spiaggia accanto, varca il cancello sormontato dallo stemma benedettino che ricorda la presenza di persone di cultura e di valori umani e cristiani.

I Missionari del Pime, alla squadra dei quali mi onoro di appartenere, ce la mettono tutta per un’accoglienza cordiale, anche se chi entra da noi o sale alle caroline non ci degna nemmeno di regalarci un buon giorno! Cose che capitano in un’epoca in cui tutto è dovuto e si reclamano più diritti che doveri.

Mancavo da qualche tempo dai luoghi che sono un fiore all’occhiello di Gaeta per storia, bellezza e religiosità. Quello che non è cambiato è la poca attenzione dei responsabili della cosa pubblica: baracche e pubblici esercizi “acchiappaspazio”, sporcizia dovunque, accesso proibito a chi vuole venire e pregare e, per non dilungarmi troppo, i visitatori costretti a parcheggiare sul marciapiedi, lato Monte Orlando, recentemente fatto costruire dalla ditta che avrebbe dovuto rispettare l’ambiente e che di soldi ne ha incassati a palate. Ditta che, e siamo all’assurdo, per restaurare i bastioni di Carlo V ha osato intonacare il tutto e far scomparire i merli… Ma a che serve lamentarsi, è così che deve andare la nostra povera Italia. Ma le colpe di chi sono?

                   Padre Pasquale Simone

La sua è una testimonianza preziosa che purtroppo si aggiunge alle numerose segnalazioni che arrivano da diverse località della provincia. Basti pensare a come è tenuto il centro storico di Terracina o il Tempio di Giove, tanto per fare un esempio. Ritengo inoltre vergognoso operare restauri in maniera frettolosa e superficiale, per negligenza o incapacità. Una pratica purtroppo sempre più diffusa, con episodi recenti denunciati anche a Venezia, Pavia, Arezzo…

In ogni caso lamentarsi serve eccome, se non altro per far conoscere a tutti cosa accade ai nostri piccoli e grandi tesori troppo spesso maltrattati. (Marco Cusumano)