Tangenti a scuola, Silvio Barsi di nuovo preside

01/08/2011 di
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Dopo undici anni dal clamoroso arresto per lo scandalo di «Concorsopoli», il preside Silvio Barsi torna a scuola. Non a Latina, dove per anni ha guidato l’istituto Manzoni, ma a Frosinone. La notizia è stata anticipata oggi dal quotidiano Il Messaggero.

L’Ufficio scolastico regionale ha infatti assegnato a Barsi la guida del terzo circolo didattico del capoluogo ciociaro, in via Fosse Ardeatine. Per anni Barsi ha tentato inutilmente di tornare al suo posto, a Latina, nonostante la condanna in primo grado a otto anni di carcere.

Ma ora la prescrizione ha  aperto la strada all’ex preside che potrà tornare alla guida di una scuola, così come ha sempre tentato di fare, inutilmente, attraverso una serie di ricorsi al giudice del lavoro.  Barsi fu condannato in primo grado, insieme alla moglie Bianca Brusca e ad altre otto persone, per aver truccato gli esami per l’abilitazione all’insegnamento.

LO SCANDALO DI CONCORSOPOLI. Nel 2000 la polizia portò a termine un’operazione clamorosa arrestando i colletti bianchi della scuola pontina.  Ognuno aveva un ruolo preciso: chi contattava i possibili “clienti”, chi si occupava della riscossione delle somme, chi della correzione dei compiti. Nelle 63 pagine di motivazioni della sentenza di condanna sulla Corcorsopoli i giudici di primo grado ricostruirono ogni circostanza legata al più grande scandalo che abbia mai investito il mondo della scuola pontina. Al vertice di tutto c’era il preside Silvio Barsi affiancato dalla moglie Bianca Brusca. Scrivono i magistrati: «Posizione preminente nel sodalizio criminale va certamente riconosciuta al Barsi: è lui che contatta i concussi e li induce alla dazione delle somme, è il Barsi che tiene i contatti con il Cortesano che conosce molto bene». Per superare i concorsi di abilitazione all’insegnamento bisognava pagare. I soldi risultavano come corrispettivo per lezioni private, ma era solo una copertura per nascondere vere e proprie tangenti. «Non posso starci ma è come se ci fossi, sto controllando tutto io». Così parlava Barsi, senza sapere di essere intercettato dalla polizia, riferendosi a uno dei concorsi pilotati. Secondo i giudici Barsi «sapeva con certezza l’elenco degli ammessi prima della pubblicazione e addirittura determinava la votazione comunicandola ad esempio alla sorella con largo anticipo: in una conversazione del 12 maggio 2000 dice alla sorella che il figlio avrebbe preso 23 o 24». Tutto era controllato, pilotato. Bastava avere i giusti contatti e pagare. Scrivono i giudici: «Che tale interessamento non avvenisse per scopi umanitari ma per interesse economico emerge sempre dalle intercettazioni: rilevante quella nella quale Barsi riferisce alla sorella che F. deve pagare quelli che hanno fatto superare il concorso (…). Emerge con certezza che i concorrenti dovevano versare delle somme, certamente non per le lezioni, mai svolte per il Polivalente, e collegate invece alla conoscenza da parte dei concorrenti del superamento del concorso».

COME FUNZIONAVA. I posti disponibili venivano spartiti a tavolino prima del concorso, poi ognuno si occupava dei propri “protetti”. I genitori dei candidati sapevano che dovevano pagare, uno di loro disse: «Tanto il dente me lo devo levare», affermazione che secondo i giudici «è del tutto significativa in relazione alla necessità ed alla ineluttabilità del versamento». I magistrati ricostruiscono il ruolo di ognuna delle persone coinvolte. Queste le condanne inflitte in primo grado: 8 anni a Barsi, 6 alla moglie Bianca Brusca; 4 a Gerardo Abate; 6 a Giuseppe Cortesano, Giuseppe Cittadini e Domenico Del Bove; 5 a Lory Ulgiati; 8 mesi a Maria Grazia Gentile; 4 mesi a Giuseppe Morgante. Barsi è stato rimosso dalla guida del Manzoni ma ora ha presentato ricorso chiedendo di tornare al suo posto. Tutte condanne annullate non da una sentenza di assoluzione ma dalla prescrizione dei reati: la giustizia lumaca ha così colpito ancora.

 

  1. la giustizia è lumaca non per colpa dei giudici ma perchè qualcuno a montecitoro ha interessi che sia così col risultato che poi alla fine sono i cittadini onesti che pagano.

  2. Un triste personaggio, una triste storia … ed una ancor più triste conclusione!

    Ben tornato alla Banda di Barsotto.

  3. Viva viva l’assoluzione. Viva viva la lumaca (non la giustizia). Speriamo lo rifaccia, tanto ormai c’ha pigliato gusto!

  4. Di Silvio Barsi …… ricordo come mangiava con gli occhi alcune studentesse del quinto superiore, tutte maggiorenni per carita’ ,ma pur sempre molto piu’ giovani di lui…. a me quel calzone ripieno ha sempre fatto repulsione e pure la vice – preside dell’epoca la Marinelli era cattiva come una fiera (una bestia ) con le studentesse… una volta l’ho vista urlare in faccia ad una ragazzina minorenne che aveva svariati problemi in famiglia ….e questi dovrebbero essere gli educatori delle nuove generazioni? per la miseria!!!..spero che tutti i loro denari servano loro per comprare tante e tante medicine … … siete la vergogna della pubblica istruzione in italia…che invece di disfarsi di certa spazzatura la ripropone ancora e ancora….

  5. questo è il primo problema dei problemi in questa itaGlia dove la PUBBLICA ISTRUZIONE e sempre stata relegata ai margini della società, ed eccone i risultati fallimentari un popolo di ignoranti, barbari ed incapaci di rispettare i principi più elementari sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana.