Dossier immigrazione, a Latina boom di romeni e indiani

19/07/2011 di
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Sono 360.000 gli emigrati di origine laziale nel mondo, dei quali 276.000 originari della Provincia di Roma, 50.000 di quella di Frosinone, 24.000 di Latina e circa 5.000 originari rispettivamente di Viterbo e di Rieti. È uno dei dati contenuti nella ricerca ‘Il Lazio nel Mondo – Immigrazione ed emigrazione. Il fenomeno della mobilità nel suo complesso: turismo, emigrazione e immigrazionè, effettuato dal centro studi Idos (Dossier Immigrazione Caritas/Migrantes) per la Regione Lazio, assessorato alle Politiche sociali e alla famiglia.

A imporsi per l’incidenza degli emigrati sulla popolazione rimasta in patria è la Provincia di Frosinone, con un valore pari al 13,9% (1 all’estero ogni 7 residenti): in diversi comuni l’incidenza è notevolmente più alta, raggiungendo il 60% a Vallerotonda. Le più consistenti collettività di laziali si trovano in America (60%) e in Europa (30%): Brasile (81.000 laziali), Argentina (54.000), Stati Uniti e Regno Unito (oltre 20.000), Germania e Perù (oltre 15.000). Si tratta di una presenza che si rinnova continuamente: gli ultra sessantacinquenni incidono meno rispetto all’Italia (16% rispetto al 20%), un quarto del totale è iscritto all’anagrafe dei residenti all’estero da meno di 10 anni e 6 su 10 sono nati all’estero.

Nel Lazio l’incremento annuale di immigrati, alla fine del 2009, è stato del 10,6%, quasi due punti percentuali in più rispetto alla media nazionale. Si colloca oltre la media nazionale anche l’incidenza degli immigrati sui residenti (8,8% contro 7%). Dalla ricerca è emerso che la maggioranza degli immigrati non sogna un altro paese ma pensa di restare in Italia, confidando che il futuro sia migliore. Una caratteristica dell’area romano-laziale è quella di operare in maniera duplice, perchè attira nuovi arrivi, in parte trattenendoli e in parte ripartendoli in altre zone d’Italia, per cui il compito delle politiche migratorie si presenta duplice e include l’accoglienza temporanea accanto all’inserimento stabile. Altro dato da tenere in considerazione, da tempo è in atto una tendenza che da Roma sta portando gli immigrati a stabilizzarsi nei comuni limitrofi, ma anche verso le altre province laziali, come attesta il fatto che nella provincia di Roma nel periodo 2002-2009 la presenza è cresciuta in misura più contenuta (+86,7%) rispetto alle altre (Frosinone +221,6%, Rieti +276,8%, Latina +278,2% e Rieti +300%). Dalla capitale ci si allontana per ragioni economiche (essendo più caro il costo della vita e specialmente delle abitazioni) e di qualità di vita (più soddisfacente nei piccoli centri), mentre alla capitale si fa continuo riferimento per ragioni burocratiche, culturali, lavorative e religiose.

La maggior parte degli immigrati arriva nel Lazio dal continente europeo (62%), con la prevalenza dei cittadini comunitari (48,3%) sui non comunitari. Il 10,8% è composto da africani, mentre il 17,8% è costituito da asiatici. I romeni (179.469 in tutta la regione) sono la prima collettività in ciascuna delle cinque Province laziali. È uno dei dati contenuti nella ricerca ‘Il Lazio nel Mondo – Immigrazione ed emigrazione. Il fenomeno della mobilità nel suo complesso: turismo, emigrazione e immigrazionè, effettuato dal centro studi Idos (Dossier Immigrazione Caritas/Migrantes) per la Regione Lazio, assessorato alle Politiche sociali e alla famiglia. Gli albanesi (22.344) si collocano al secondo posto in tre province (Frosinone, Rieti, Viterbo), così come lo sono gli indiani a Latina e i filippini a Roma (rispettivamente 11.708 e 29.746 in tutta la Regione). A concorrere per il terzo e il quarto posto nel Lazio sono, a seconda dei contesti provinciali, i marocchini (10.774), gli ucraini (17.142), i macedoni (6.783) e polacchi (23.826): questi ultimi, come anche i filippini, sono maggiormente concentrati nella Provincia di Roma. I filippini sono la seconda collettività, seppure sei volte di meno rispetto ai romeni. Di questi, nel Lazio, quasi i due terzi sono di fede cristiana. I musulmani sono il 16,1% (la metà rispetto all’incidenza nazionale, attestata sul 31,9%), gli induisti il 2,5%, i buddhisti il 4,2% e i fedeli di altre religioni sono rappresentati in misura minore.

  1. ahh…. quanta brava gente che arriva nel nostro paese.
    Tutti bravi,volenterosi di lavorare,nessuno che spaccia,che ruba,che stupra.
    ACCETTIAMOLI TUTTI..