Goletta Verde: a Latina e Fondi record di abusivismo

07/07/2011 di
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«Ben 2.379 abusi edilizi sono stati commessi
solo nel 2009 nei 23 Comuni costieri del Lazio (esclusa Roma), uno su sei del totale
regionale di 15.426 abusi (il 15,4%), pari a ben 6,5 illeciti al giorno. Goletta
Verde, la campagna itinerante di Legambiente che porta avanti da ventisei anni una
lotta costante a difesa del mare e delle coste italiane, oggi a Fondi ha puntato i
riflettori sul grave problema dell’abusivismo edilizio che affligge e distrugge
l’integrità del patrimonio costiero regionale, analizzando gli ultimi dati ufficiali
della Regione Lazio sul tema. D’altronde secondo il Rapporto Ecomafie 2011 di
Legambiente, nello scorso anno nel Lazio, sono stati commessi 721 illeciti nel ciclo
del cemento, il 10,4 % del totale nazionale, portando la regione al 3° posto
nazionale, solo dopo Calabria e Campania, nella classifica delle illegalità nel ciclo
del cemento». Così Legambiente in una nota.

«Contro gli abusi edilizi vanno riaccesi i motori delle ruspe nel Lazio, soprattutto
sulle coste, dove tra cavilli e scarsa determinazione le demolizioni si attuano solo
in tre casi di abusivismo su cento -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente
Lazio-. Nonostante gli scempi continuino ad emergere in sostanza in modo costante nel
tempo, in sostanza non si demolisce quasi mai, specialmente sulle coste, tranne in
casi importanti come ad Ardea. Le forze dell’ordine e le procure lavorano alacremente,
ma bisogna mettere la parola fine agli scempi: altro che assurdi diritti di superficie
o incredibili premialità come nel bando di Pomezia, il territorio costiero è un bene
importantissimo dal punto di vista ambientale, paesistico e anche turistico ma ha
bisogno di tutela piuttosto che di cemento. Rilanciamo da Fondi un appello alla
Regione Lazio, dove grazie a tante battaglie di Legambiente assieme a cittadini, e in
prima fila di Luigi Di Biasio recentemente scomparso, l’abbattimento dell’ecomostro
dell’Isola dei Ciurli rappresenta ancora oggi un monito contro i furbetti del mattone:
serve più forza nelle acquisizioni degli abusi al patrimonio pubblico, nelle
demolizioni dei manufatti, nella lotta alle illegalità».

«Nel contesto regionale – si legge – la provincia di Latina e Fondi in particolare,
spiccano tristemente e risultano essere sempre più in preda al cemento abusivo. La
regina dell’abusivismo sulle coste della nostra Regione è proprio la provincia di
Latina, con 1.680 reati distribuiti sui 12 comuni costieri. Nel territorio
provinciale, Fondi si colloca nel periodo 2004/2009 al 5° posto per numero di abusi
rilevati, con 662 illeciti edilizi, il 3,1% del totale regionale. Un peso, che aumenta
se raffrontato con il dato della provincia di Latina, dove il comune fondano pesa per
il 28,5% sul totale degli abusi commessi negli ultimi 5 anni».
«Ancor più grave è il dato relativo alle demolizioni delle strutture abusive nel
territorio comunale -dichiara Federica Prota, Presidente del Circolo di Legambiente di
Fondi ‘La Ginestrà – che nel 2009, è stato pari a zero, con nessun contributo reale al
ripristino dello stato dei luoghi. Nei rari casi in cui gli ecomostri vengono
abbattuti, i passi successivi tardano ad arrivare. Proprio per questo chiediamo
all’amministrazione comunale di Fondi, la riapertura dopo 34 anni dell’area dell’ex
ecomostro dell’Isola dei Ciurli, sottratta dopo 30 anni di battaglie all’illegalità,
ma che da 4 anni aspetta inutilmente di essere restituita alla fruizione dei
cittadini».

«A compromettere ulteriormente questo già triste scenario delle coste laziali, rischia
di aggiungersi il temibile ‘diritto di superficiè, in buona sostanza, una svendita dei
beni comuni – prosegue Legambiente – Nel decreto sviluppo, infatti, con una procedura
alquanto discutibile, veniva introdotta una nuova tipologia di diritto di superficie,
che incorporava sin dalla nascita, l’usucapione ventennale, quindi, di fatto, la
proprietà privata del bene comune dopo 20 anni. Fortunatamente, lo scorso 20 giugno,
con un maxi emendamento, al disegno di legge di conversione del decreto, i commi
relativi alla sua introduzione venivano ‘soppressì».
«La speranza è che l’eliminazione del diritto di superficie sia definitiva – afferma
Giorgio Zampetti, Portavoce di Goletta Verde – che non riappaia magicamente in Senato,
dove il decreto è in discussione e che non si provi per altra via a far passare una
siffatta norma svendi territorio. Legambiente ha sempre dichiarato la propria
opposizione alla privatizzazione del demanio e ha sempre sostenuto a gran voce
l’importanza della tutela degli eco-sistemi marini».

«La denuncia di Legambiente – continua la nota – non è fine a se stessa, ma vuole
spronare le Amministrazioni a rendere i litorali accessibili a tutti, puliti e liberi
dal cemento. Per questo, in primo luogo chiediamo ai comuni costieri del Lazio, di
iniziare finalmente ad inaugurare la stagione delle demolizioni, liberando così i loro
bellissimi litorali dal cemento illegale che li soffoca. Ma la risposta a questo
fenomeno non deve causare altra cementificazione. Per questo oggi Goletta Verde,
assegna la seconda bandiera nera nel Lazio al Comune di Pomezia, che per risolvere il
problema delle costruzioni su area costiera ha individuato un sistema decisamente
troppo pro cemento. Attraverso la pubblicazione di un bando, ha previsto assurde
premialità del 400% per interventi di demolizione sulla fascia costiera e
ricostruzione in altre aree. Un incredibile e inutile regalo alla parte peggiore del
mondo dei costruttori, che va ben oltre le giuste premialità del ‘piano casa regionalè
in vigore (50% e 60% in caso di destinazione alberghiera della nuova struttura)
persino della pessima proposta di modifica dell’Assessore Ciocchetti, che tra l’altro
porterebbe le premialità al 100%.

Una scelta in totale opposizione con quanto era stato indicato da Legambiente Lazio in
favore di norme volte a determinare un ‘interesse pubblicò nell’inutile piano casa del
Governo e della Regione Lazio: piani, per l’edilizia regolare e non certo per quella
abusiva, per interventi straordinari di demolizione e ricostruzione degli immobili nei
Comuni costieri, al fine di ‘arretrarè il fronte del costruito ai 300 metri previsti
dalla Legge Galasso, con una premialità di cubatura tra il 25% e il 35%, che
determinasse la possibilità di realizzare l’intervento, ovviamente in aree
edificabili».