Vele Blu, il mare pontino perde punteggio

09/06/2011 di
ventotene_isola_panoramica

Stessa spiaggia, stesso mare: questo il
giudizio sui mari laziali che esce fuori dall’annuale classifica delle Vele Blu
redatta da Legambiente e Touring Club italiano da ormai undici anni. Non ci sono
grosse variazioni, infatti, rispetto ai dati del 2010: nessuna località laziale si
aggiudica le «5 vele», il riconoscimento massimo della classifica, e a difendere le
«4 vele» conquistate l’anno scorso c’è solo Montalto di Castro (Vt), mentre l’isola
di Ventotene (Lt) perde una vela e se ne aggiudica soltanto tre. «3 vele» anche per
Sperlonga (Lt) e Tarquinia (Vt) che sale di un posto rispetto al 2010; a seguire con
«2 vele» le stesse località dell’anno scorso: Sabaudia (Lt), San Felice Circeo (Lt),
Nettuno (Rm), Santa Marinella (Rm), Gaeta (Lt), Ostia (Rm) e Ponza (Lt).
Anzio (Rm) conferma la sua unica vela.
« C’è troppa inerzia sui mari del Lazio, si vivacchia sperando in un pò di cemento in
più o in assurde concessioni decennali per gli stabilimenti, senza puntare davvero su
servizi innovativi e sostenibili, senza un piano serio che faccia migliorare il
territorio e crescere il turismo – ha affermato Lorenzo Parlati, presidente di
Legambiente Lazio -. Tirare a campare può funzionare per un periodo visto che il
Lazio e l’Italia sono famosi in tutto il mondo, ma la competizione in questi anni si
va spostando sulla bellezza dei luoghi, sui servizi di qualità, sull’innovazione. È
sbagliato, allora, puntare su megaprogetti che hanno come risultato finale solo lo
sventramento del territorio, sul nucleare come sui waterfront cementificati,
piuttosto che sulla privatizzazione dei litorali con incredibili diritti di
superficie per costruire sulle spiagge. Preoccupano, in tal senso, i molteplici
allarmi sull’inquinamento delle acque, con macchie scure che come ogni da un pò di
tempo tornano in diversi punti, evidenziando problemi alla depurazione o scarichi
abusivi».
Sono di queste settimane gli allarmi per una vasta moria di pesci al Rio Tre Denari a
Passoscuro a Fiumicino, con assurde schiume, ma anche svariati liquami al canale dei
pescatori di Ostia, piuttosto che macchie scure a Ladispoli e ad Ardea. Situazioni
nell’area romana, forse anche legate alla recente modifica della normativa sulla
balneazione che ha innalzato i limiti di legge per diversi parametri ed eliminato il
monitoraggio di altri, facendo diventare balneabili «per legge» luoghi che presentano
problemi.
Si amplia la sezione laghi della Guida Blu, che nel Lazio sul fronte delle acque
dolci vede perdere le «4 vele» ad Anguillara Sabazia (Rm) sul lago di Martignano, che
scende a «3 vele» raggiungendo così Trevignano Romano (Rm), Anguillara Sabazia (Rm) e
Bracciano (Rm) per il lago di Bracciano, ma anche Nemi (Rm) sul lago di Nemi e
Montefiascone (Vt) sul Lago di Bolsena.
Entrano per la prima volta in classifica due località sul Lago del Turano, Castel di
Tora (Ri) e Paganico Sabino (Ri) con «2 vele», che vengono assegnate anche a Bolsena
(Vt) sul lago di Bolsena, dove entra nella classifica anche Capodimonte (Vt) sempre
con «2 vele»; «2 vele» anche a Ronciglione (Vt) e Caprarola (Vt) sul lago di Vico,
oltre che a Castel Gandolfo (Rm) sul lago di Albano che invece ne perde una.
«Sui laghi del Lazio si deve giocare una importante scommessa, per preservare questi
luoghi bellissimi creando occasioni di sviluppo agricolo e turistico – dichiara
Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio -. Continua la discesa nella
classifica di diverse località, mentre è evidente una certa stasi, segno dell’assenza
di politiche forti sul ciclo delle acque, rifiuti e controllo della pressione
turistica. Ci sono anche però delle nuove entrate nella classifica, sul Lago del
Turano e a Bolsena, che speriamo servano a far crescere l’attenzione su questi temi,
spesso troppo sottovalutati. Ci sono molteplici meraviglie naturali e storico
archeologiche da conservare e tutelare, affrontando i diversi punti di criticità,
dall’abbassamento dei livelli delle acque, all’abusivismo che deturpa i territori,
alla depurazione.» Complessivamente la «Guida Blu» presenta 367 località costiere di
mare e di lago e 50 grotte marine. Non manca la sezione dedicata alle strutture
ricettive e turistiche, con l’elenco aggiornato degli alberghi e strutture ricettive
per l’ambiente che si fregiano dell’etichetta ecologica di Legambiente Turismo: più
di 400 strutture per oltre 65mila posti letti e una stima di presenze che supera i 6
milioni l’anno. Le vele assegnate ai comuni e alle spiagge italiane sono il risultato
di un attento e complesso bilancio di 128 parametri, racchiusi in 21 indicatori di
qualità.