Addio Corriere Pontino, chiude il giornale di Sciscione

03/06/2011 di
corriere-pontino

La redazione del quotidiano “Corriere pontino” ha ricevuto questa mattina la comunicazione verbale che la società editrice Corriere pontino srl, che fa riferimento al gruppo editoriale della famiglia Sciscione, sta per essere posta in liquidazione con conseguente licenziamento di tutto il personale e cessazione dell’uscita in edicola con effetto immediato e senza alcun preavviso.

“Una decisione – scrive la redazione – che ha colto di sorpresa tutti coloro che in questi primi sette mesi di vita del giornale si sono spesi con professionalità per la riuscita del progetto editoriale. La redazione stigmatizza l’inqualificabile e assurdo comportamento della società editrice, privo di qualsiasi rispetto nei confronti dei giornalisti e del personale impiegato e annuncia l’avvio di una battaglia legale senza sconti in difesa dei posti di lavoro e dei propri diritti”.

“Non si può giocare sulla pelle dei colleghi – afferma Giovanni Del Giaccio, fiduciario di Stampa Romana a Latina – molti dei quali, purtroppo, senza un contratto giornalistico vero e proprio ma con formule che adesso valuteremo caso per caso. D’intesa con la segreteria di Stampa Romana, l’ufficio legale e quello sindacale, chiederemo di revocare i provvedimenti annunciati per trovare una soluzione che possa tutelare chi ha lavorato in questi mesi. Colleghi che hanno creduto in un progetto che si è rivelato illusorio e ai quali va tutta la nostra solidarietà”.

  1. Fine di un sogno. Che il giornale era nato solo allo scopo di sostenere Sciscione in politica, era noto ai più attenti che di queste cose ne sanno più degli altri. Credo che chiuderà anche un canale televisivo creato per lo stesso motivo. Perso le elezioni, tutti a casa. E così l’imprenditore vincente, colui che affermava senza se e senza ma, che si è fatto da solo, pensava di “chiappare Roma con le chiappe del c*lo”, si è svegliato da un sogno. Meno male che non l’ho votato altrimenti avrebbe portato Terracina ad essere peggio di quella lasciata da Nardi.

  2. Quando chiude un giornale è sempre una cosa triste. Anche se era stato creato con un obiettivo politico ben preciso, è pur sempre un mezzo in cui hanno creduto e lavorato sodo molte persone a fronte di un futuro dipinto tutto in rosa soltanto a chiacchiere.
    Che tristezza

  3. Un criminale che scommette sulla pelle di chi lavora, ci mette la faccia, spesso anche il culo! Tanto lui continuerà a vivere nel suo agio, mentre i lavoratori adesso sono disoccupati… L’aspetto più deprimente è che questi imprenditori vengono pure a farti delle lezioni di vita! Cara Italia, ma vaffa….o!

  4. Che delusione, un comportamento simile è una macchia infamante su un gruppo imprenditoriale che sin qui aveva operato bene. Peccato davvero la cafonaggine con cui è stata gestita l’intera vicenda con la chiusura di una testata giornalistica, il giorno dopo una sconfitta elettorale, denuncia gravi limiti d’imprenditorialità e gravi responsabilità che non mancheranno di pesare sul futuro degli Sciscione. Ma anche l’immagine dell’economia pontina ne esce malconcia, se solo pochi giorni fa Giovanni Sciscione è stato eletto alla presidenza dei giovani imprenditori della Confindustria pontina, s’è scelto davvero male. Facciamoci una bella croce sopra.

  5. Sciscione era quello che si vantava, o veniva vantato dalla sua claque telivisiva di essere un imprenditore vincente. Ecco perchè alle elezioni di Terracina bisognava votere per lui. L’unico capace di risollevare le sorti di Terracina. Vergognati.

  6. ma come bisogna fare per cambiare le cose in questa vergognosa Italia ?
    queste sono cose che sarebero accadute in qualche stato povero e poco demcratico…e invece…