
Pennacchi show in piazza del Popolo per un comizio che lui, a modo suo, chiama “invettiva”. «Chi giudica quello che è bello o brutto per la città sono io: Mussolini l’ha costruita, e io le ho dato l’anima. Ma chi la conosceva prima che io scrivessi i libri?».
A Pennacchi non manca certo l’autostima, semmai il contrario. Il suo è davvero uno show, anche se il pubblico non è numeroso, circa 150 persone. Lo scrittore premio Strega ha dato vita alla lista “Pennacchi per Latina – Futuro e libertà” a supporto della candidatura a sindaco di Filippo Cosignani.
La stranezza, che tutti notano ma che nessuno dice, è che Pennacchi non è candidato. Né come sindaco, né come consigliere comunale. Forse è il primo caso in cui nel simbolo di una lista elettorale c’è scritto il nome di una persona non candidata.
In piazza del Popolo, ieri sera, c’erano anche Antonio Bonfiglio, e i candidati alla carica di consigliere, a partire da Claudio Barbaro, deputato di Fli. Il comizio è in perfetto stile “fasciocomunista”. Pennacchi si rivolge «ai compagni lavoratori e ai camerati di Littoria-Latina», un bel mix nel quale lo scrittore se la prende un po’ con tutti.
Sul centrodestra è duro: «A Latina un anno fa si sono sbranati e oggi si ripresentano: se lo eleggono, Di Giorgi sta rovinato, in mezzo a quella banda di lupi».Poi le bordate a Delio Redi, Alfredo Loffredo, Michele Nasso.
Ma il programma di Cosignani, il vero candidato alter-ego di Pennacchi? E’ una pagina, una sola, scritta a mano. E così Pennacchi aggiunge qualcosa a voce. Parla del «rimboschimento delle fasce frangivento con gli eucalipti, che difendono la città dalle trombe d’aria». Poi un riferimento alle piste ciclabili, ell’economia, alla Marina.
Ma in caso di ballottaggio cosa faranno i fasciocomunisti? Pennacchi si lascia scappare: «Saremo con Moscardelli».