Archeologia in crisi, nel Lazio tagli del 70%

24/03/2011 di
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«Siamo al minimo storico. Quest’anno le risorse per l’archeologia del Lazio corrispondono ad un quarto rispetto al 2010. Possiamo contare su 1 milione di euro per dieci siti, tra musei e aree archeologiche aperte al pubblico con personale stabile nostro. La situazione appare difficile. Speriamo che con il 2012 la situazione possa cambiare verso nuove prospettive».

A «sfogarsi» parlando con Omniroma è la soprintendente ai beni archeologici del Lazio Marina Sapelli Ragni. «Stiamo al 70 per cento dei tagli, e la situazione è drammatica – continua Sapelli Ragni – Le risorse sono insufficienti, riusciamo a stento a provvedere alla manutenzione ordinaria. Stringiamo i denti e cerchiamo di non arrivare alla chiusura di nessun museo. Però è chiaro che la prospettiva sul patrimonio archeologico è difficile». I siti che rientrano in questa situazione sono quelli di competenza della Soprintendenza del Lazio ad esclusione di Roma, Ostia Antica e Etruria meridionale: e sono Villa Adriana, Palestrina, Sperlonga, Nemi, Cassino, Minturno, Formia, Sabaudia, Licenza, Santuario di Ercole a Tivoli. A Villa Adriana, nello specifico: «Il decennio appena trascorso – lamenta
Sapelli Ragni – ha visto segnare il passo per quanto riguarda l’erogazione di risorse economiche per il sostegno alle attività di restauro, consolidamento, messa in sicurezza e valorizzazione della villa, se si escludono alcuni finanziamenti straordinari dai fondi Arcus. Quindi con grande difficoltà si è potuto intervenire nel campo degli scavi, delle indagini conoscitive, degli studi su singoli edifici o su classi specifiche di materiali». Pesante è poi il fattore dei sistema di pensionamenti senza turn over, con una legge, il cosiddetto «blocco Brunetta» che per ora non consente nuove assunzioni: «Il personale della Soprintendenza del Lazio è di 370 persone, di cui 16 funzionari archeologi e 5 funzioni architetti – dice Sapelli Ragni – il resto sono custodi, amministrativi, operatori, tecnici di assistenza». Basti considerare che Villa Adriana a Tivoli ha un solo archeologo che si occupa della tutela dell’area: «È il direttore archeologico del sito – avverte Sapelli Ragni – che coordina sessanta persone tra custodi, tecnici e amministrativi».