Un giudice di Latina al concorso per notai, bloccate 1.500 cause

23/02/2011 di
lazzaro_cerasoli_deangelis

C’è anche un giudice di Latina nella nuova commissione esaminatrice – presieduta dal consigliere di Cassazione Giuseppe Berruti, l’ ex componente del Csm che ha tenuto testa alla ‘criccà della P3 – per il nuovo concorso per 200 posti da notaio, dopo l’annullamento per presunte irregolarità delle prove scritte svoltesi lo scorso ottobre.

La presenza del giudice Mario Tanferna ha provocato forti proteste del presidente del Tribunale di Latina, Guido Cerasoli (nella foto al centro): “Un tribunale così disastrato come il nostro non può sopportare l’assenza di un giudice civile per oltre un anno. Si bloccheranno oltre 1.500 cause, una decisione assurda!”. Il giudice Tanferna si occupa anche di minori in quanto giudice tutelare, ciò significa che molte cause di affidamento rimarranno bloccate a lungo.

IL CONCORSO ANNULLATO – A ottobre i candidati al concorso per notai – dopo aver scoperto che la traccia era stata svolta come esercitazione nei corsi preparatori della scuola per notai ‘Anselmo Anselmì di Roma, alla quale parteciparono in videocollegamento un migliaio di studenti di 19 scuole – si sollevarono contro la Commissione esaminatrice, allora presieduta da Ugo Vitrone, presidente di sezione in Cassazione, e intervennero le forze dell’ordine per sedare gli animi. La Procura di Roma sta ancora indagando.

LA NUOVA COMMISSIONE – La neoletta Commissione – nominata con decreto del ministro della Giustizia il dieci febbraio – si riunirà domani mattina alle sei e trenta con l’obiettivo di garantire «l’originalità della traccia» – niente presenze su Internet, ad esempio – e «arrivare in tempi rapidi all’inizio effettivo della prova», per evitare di stressare i candidati come avvenne a ottobre quando attesero ore ed ore. L’ingresso dei 3700 aspiranti notai avverrà attorno alle otto e trenta, nella sede dell’hotel Ergife. Verso le dieci e trenta, al massimo le undici, dovrebbero aver tutti preso posto e prima delle dodici la prova potrebbe iniziare.

Oltre a Berruti, della Commissione fanno parte Alessandro Silvestrini (magistrato del Tribunale di Lecce), Mario Tranferna (Tribunale di Latina), Rosalia Floris (Corte di Appello di Roma). I professori sono Carlo Mazz— (docente di diritto privato all’Università di Messina), Andrea Sassi (diritto privato, Università di Perugia), Andrea Di Porto (istituzioni di diritto romano, Università La Sapienza di Roma). I notai sono Giacomo Sanfilippo che esercita a Bagheria (Palermo), Maria Luigia Fino (Foligno, Perugia), Francessco Lacchi (San Giuliano Milanese, Milano), Pasquale Marino (Firenze), Carlo Alberto Migliardi (Torino) e Umberto Morello (Genova).

CREDIBILITA’ – «Si gioca una partita ‘altà: quella per ristabilire il principio della piena credibilità di uno dei pochi concorsi pubblici che ancora si svolgono – ha detto Berruti – e farà di tutto per assicurare la piena trasparenza della procedura». Non lo dice ma è chiaro che quelle che usciranno nella tre giorni di concorso – venerdì la terza prova scritta – saranno tracce ‘mischiatè, lontane dalle influenze delle ‘corporazionì notarili più forti. In pratica nessun suggerimento di traccia, provenga esso dai sei componenti notai della commissione, dai tre professori o dai sei giudici, sarà formulato cos come viene suggerito. Gli ‘spuntì saranno mescolati tra loro e daranno luogo a una traccia ‘inedità. Nelle aule d’esame non funzioneranno né‚ cellulari né collegamenti Internet e, per le prime due ore dall’inizio della prova, non sarà nemmeno possibile andare in bagno. La sicurezza è affidata agli agenti della polizia penitenziaria e alla polizia di stato. Se tutto va bene, tra un anno e mezzo il concorso sarà terminato. Circa sette mesi saranno necessari per la correzione delle tre prove scritte: l’atto tra vivi (contratto), l’atto ‘mortis causà (il testamento) e il negozio societario (diritto commerciale). Poi ci saranno gli orali. «Saranno valutati sia la redazione dell’atto notarile – spiega Berruti che nonostante l’impegno oneroso ha chiesto di non essere totalmente esonerato dalle udienze in Cassazione – che le ragioni della scelta giuridica che deve essere conforme alla legge e conveniente per il contraente».