Crisi dell’edilizia, Ciocchetti: “Piano Casa è la soluzione”

19/01/2011 di
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«Il grido dall’allarme delle imprese edili del Lazio e le stime del Cresme sono segnali molto preoccupanti. La politica e la classe dirigente di questa regione hanno il dovere di offrire risposte celeri e urgenti. Tra queste c’è certamente l’approvazione rapida del piano casa». Lo afferma il vicepresidente della Regione Lazio e assessore all’Urbanistica Luciano Ciocchetti in merito all’allarme lanciato dall’ Ance Lazio, l’associazione dei costruttori.

«Tutta la maggioranza di Governo della Regione – aggiunge – deve sentire necessaria e come un’esigenza imprescindibile, per la ripresa economica del Lazio, l’approvazione della proposta di modifica di legge regionale 21/2009 (Piano Casa). Unica e vera risposta a questa crisi. Mille imprese edili che chiudono nel giro di sette mesi, 8.000 posti di lavoro persi: questi segnali allarmanti sono ormai sotto gli occhi di tutti. Per questo faccio appello a tutte le forze politiche della maggioranza: Pdl, Lista Polverini, Udc, Destra, Mpa e Fli e all’opposizione responsabile, affinché si possa dare una risposta concreta – conclude Ciocchetti – a questo grande allarme nel più breve tempo possibile».

  1. il Piano Casa è come mettere una pezza peggiore del buco, il problema sono loro amministratori che nonostante la crisi continuano a spendere e spandere il denaro in opere pubbliche ed appalti assurdi.
    Mentre con quella soluzione si darebbe il via all’ennesima regolarizzazione di opere edilizie selvagge…poi tutti a piangere perchè alla prima scossa di terremoto le case cascano, perchè alle prime piogge vengono giù montagne di fango che travolgono abitazione costruite una stanza dopo l’altra abusivamente poi condonate e poi ampliate con i Piani Casa pensati da questi fenomeni di politici dall’intelligenza pari ai fossili.

  2. <>. Ciocchetti avevi dimenticato una parte….Quanti BLA BLA BLA……

  3. Tutta la maggioranza di Governo della Regione – aggiunge – deve sentire necessaria e come un’esigenza imprescindibile FINCHE’ L’ELETTORE CREDULONE NON ABBIA VOTATO PER NOI ALLE PROSSIME ELEZIONI, per la ripresa economica del Lazio, l’approvazione della proposta di modifica di legge regionale 21/2009 (Piano Casa). ecco cosa avevi scrodato CHIACCHIERONE

  4. Un’altro personaggio in cerca di un quarto d’ora di celebrità. Parla per bocca dei palazzinari. Le imprese chiudono? Rivolgetevi al signore nazionale amante del bunga-bunga e fatevi dire il perchè visto che lo avete sostenuto in pompa magna.

  5. pochi sanno che la maggior parte del patrimonio edilizio italiano è costituito da edifici realizzati durante la ricostruzione del dopoguerra, con materiali spesso scadenti e privi delle attuali normative antisismiche e certificazioni sui materiali, fabbricati degli anni 50-60-70 ed oltre, quindi vetusti sotto ogni punto di vista ma che in questi ultimi 40 anni molti di questi sono stati ampliati abusivamente, aggiunti piani o modificati strutturalmente compromettendo la staticità e quindi la sicurezza di chi vi abita, e successivamente condonati, dunque continuare ad aggiungere per Legge percentuali di cubature su questi edifici è da scellerati.
    Esempio, se un casa progettata negli anni 60 calcolata staticamente per un solo piano e successivamente innalzato un secondo poi regolarmente condonato, oggi si potrebbe aggiungere una mansarda aggravando le strutture portanti già gravate dall’abuso precedente, la casa sta in piedi ma chi ci dice quale sia il grado di resistenza statica ad eventuali scosse telluriche nel tempo?
    Nonostante le dichiarazioni o certificazioni rilasciate da tecnici abilitati abbiamo visto in alcuni casi a L’Aquila come case degli anni 60-70 siano cadute come castelli di carte, mentre fabbricati più antichi di secoli addietro siano stati lesionati ma rimasti in piedi.

    Ecco in estrema sinstesi il probelma non di facile soluzione, ma che dovrebbe far riflettere i governanti a tutti i livelli istituzionali, e far si che si ragioni scientificamente con pianificazioni e soluzioni razionali non dettate dal federalismo per far cassa.