Addio 2010, l’anno della guerra criminale e della crisi politica

31/12/2010 di
benvenuto 2011

Benvenuto 2011 e addio 2010, un anno per molti aspetti da dimenticare. Per Latina l’anno che si chiude è stato senz’altro quello della “Guerra criminale”. Una città travolta da omicidi, agguati, spari in pieno giorno. In particolare tre mesi, da gennaio ad aprile, 85 giorni di sangue tra omicidi, ferimenti, arresti per armi. Coinvolti personaggi storici della criminalità ma anche “nuove leve”, giovani che emergono nel panorama della malavita locale e che spaventano la città.

La paura, per la prima volta, diventa palpabile. Tutti vogliono sapere, capire, conoscere il motivo dell’esplosione di tanta violenza. Motivi che ancora oggi, quasi dopo un anno, non si conoscono con certezza.

LE TAPPE DELLA GUERRA CRIMINALE NEL 2010

11 gennaio. Viene ferito Paolo Celani, 46 anni, operaio. In via Petrarca viene raggiunto da due colpi di pistola all’addome e al braccio. Spesso è stato visto in compagnia di Carmine Ciarelli, il boss dell’omonimo clan, anzi si dice che sia l’autista della Ferrari del capo del gruppo Rom che a Latina è specializzato in usura ed estorsioni ma che non disdegna gli affari con la droga.

Viene arrestato Marco Ranieri, 45 anni, ha in casa un vero e proprio arsenale ma non l’arma che ha sparato a Celani. Ranieri sarà in seguito oggetto di una serie di avvertimenti come l’incendio della sua auto e una bomba carta trovata davanti alla sua abitazione.

25 gennaio, ore 8. Colpito Carmine Ciarelli, 48 anni. Alle 8 del mattino aspettano che esca dal bar nella “sua” Pantanaccio e fanno fuoco. Sei colpi di pistola calibro 9 – sui sette esplosi – lo raggiungono all’inguine, al fegato, allo stomaco, ma lui se la cava nonostante per lungo tempo resti in prognosi riservata. Scoppia la guerra criminale.

25 gennaio ore 22. La sera stessa viene freddato nel suo appartamento in Largo Cesti Massimiliano Moro, 46 anni: sono circa le 22, apre a chi lo ha “tradito” e fa entrare in casa l’assassino che con due colpi di pistola al collo e alla testa lo uccide.

26 gennaio. Nemmeno 24 ore dopo l’omicidio Moro, viene ucciso in via Montelupone Fabio Buonamano, noto come “Bistecca”. Una colluttazione e poi tre colpi di calibro 7,65 alla testa, al collo e al torace. Non è finita.

13 febbraio. Viene fatta esplodere una bomba in via Monti, il bersaglio era l’abitazione di Marco Ranieri.

8 marzo. La polizia arresta Simone Grenga e Andrea Pradissitto: sono giovani del clan Ciarelli e hanno le pistole pronte a sparare, forse aspettano qualcuno al varco ma il piano fallisce. Nelle ore precedenti era finito in carcere per il delitto Buonamano “Romolo” Di Silvio, mentre era ancora ricercato Costantino noto come “Patatone”, poi arrestato dalla polizia. Chi cercavano i due giovani? Forse Fabrizio Marchetto, arrestato dai carabinieri il 23 marzo mentre va al bar: ha con sé una pistola 7,65 con il colpo in canna. Teme di essere ucciso? Poche ore prima dell’interrogatorio incendiano l’auto del padre.

7 aprile. Alessandro Zof, 25 anni, viene ferito in pieno giorno, alle 17, in via Galvaligi con tre colpi di pistola alle gambe. Un avvertimento in piena regola.

Le indagini portano ad arresti importanti per quanto riguarda l’omicidio di Fabio Buonamano. Recentemente, con l’operazione “Andromeda”, sono finiti in manette i vertici del clan “Di Silvio-Ciarelli” che secondo la Procura terrorizzavano le loro vittime facendo forza anche e soprattutto sul loro nome.

LAVORO IN CRISI – Sono numerose le aziende pontine che annunciano la chiusura e i licenziamenti imminenti. Il caso più eclatante è quello della Nexans, ex Fulgorcavi, azienda storica di Borgo Piave. In crisi anche la Gial e molte altre aziende più o meno grandi.

POLITICA, LO SCANDALO DI ZACCHEO – Clamorosa è stata la vicenda del sindaco Zaccheo ripreso mentre sussurra alla neopresidente della Regione, Renata Polverini, una frase con una presunta raccomandazione alle figlie. Le immagini hanno fatto il giro d’Italia grazie a “striscia la Notizia”, Zaccheo è caduto subito dopo e al suo posto è arrivato il commissario Guido Nardone.

LA TRAGEDIA DI VENTOTENE – Due ragazzine romane in gita scolastica a Ventotene muoiono sotto alle macerie di una frana a Cala Rossano mentre erano tranquillamente distese a prendere il sole. La tragedia sconvolge l’intera isola e non solo. Il padre di una delle due vittime rivolge pesanti accuse al Comune sostenendo che l’area doveva essere chiusa. L’inchiesta è in corso.

TRANS BEFFEGGIATO TENTA IL SUICIDIO – Anni di mobbing perché trans l´hanno portato a tentare il suicidio. E´ quanto S.T., transessuale “f to m” (da donna a uomo) di 35 anni che vive in provincia di Latina ha denunciato nel settembre scorso. S.T. lavora da circa 10 anni per una grande azienda casearia pontina come operaio e i suoi problemi cominciano circa 5 anni fa, quando dichiarò apertamente al datore di lavoro e alle sue colleghe di voler intraprendere il percorso di transizione. Da quel momento è iniziato un vero e proprio calvario: gli viene vietato l´accesso al bagno e allo spogliatoio costringendolo, di fatto, a cambiarsi in corridoio, gli ripetono ´vedrai, un po´ alla volta ti faremo impazzire´, si rivolgono a lui usando l´appellativo ´Transformer´, viene isolato dagli altri colleghi durante l´ora di pranzo, nel 2008 riceve una serie di lettere di richiamo a cui, però, non segue alcun provvedimento e viene più volte malmenato e insultato con le parole ´sei mezza lesbica e mezzo frocio´. Il 13 settembre scorso, S.T., esasperato da questo clima, ha tentato di togliersi la vita tagliandosi i polsi con un taglierino all’interno dell’azienda, in presenza di colleghe e dirigenti. Nonostante perdesse molto sangue è stato anche spintonato per essere poi soccorso all’uscita dello stabilimento dagli operai di un´azienda vicina, e trasportato successivamente all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.

  1. vedo che di foto di bistecca ne avete tante tutte sorridenti per favore non mettete più quella foto di via montelupone grazie ….

  2. se ne và un anno di m…….. e ne inizia un altro di m……. tanto le cose vanno sempre peggio c’è troppa cattiveria nell’esere umano