Speculazione edilizia e rifiuti, la criminalità attacca Aprilia

29/12/2010 di
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Aprilia capitale della criminalità? Il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo che descrive una difficile situazione nel Nord del Lazio. Nella seduta della Commissione parlamentare sui rifiuti del 25 maggio, il cui oggetto erano le attività illecite connesse al traffico dei rifiuti nel Lazio, il questore, incalzato dal parlamentare Antonio Rugghia, parla senza reticenze dei nuovi rischi.

«Credo che il problema riguardi la speculazione edilizia – afferma – e in particolare immobiliare. Dobbiamo fare i conti della spesa e capire quali sono le aziende e qual è l’indotto attraverso il quale, dal punto di vista economico, una città o una provincia sale di livello. Lì non ci sono grosse aziende o un grosso indotto economico ma la guerra del mattone. Alla fine sono queste le cose che contano. Noi abbiamo monitorato attentamente le famiglie». Ed ecco l’esempio. «Gli Alvaro hanno creato un’azienda di componenti elettrici e si sono inseriti in qualche appalto che noi abbiamo bloccato, sequestrando addirittura un palazzo nel corso di indagini che sono ancora in corso».

Insomma nel nome del mattone – ad Aprilia è abusivo il 40% degli immobili – la pace è certa e il questore, a domanda di Rugghia, risponde che «rapporti conflittuali non ne sono emersi. Se ci fossero stati avremmo avuto indubbiamente dei sentori molto più chiari». Una pace che durerà eccome, viste le prospettive di crescita di questa città che nel 1991 aveva 47mila abitanti. Venti anni dopo ne ha ufficialmente 70mila e che nell’ultimo decennio è cresciuta del 24%, mentre la provincia è salita in media del 12 per cento. Lo stesso questore azzarda una previsione: 100mila abitanti a breve, vista anche la vicinanza con la capitale e la facilità dei collegamenti.

Non solo quartieri nuovi ma anche commercio e negozi, altro straordinario volano del riciclaggio. Per queste e altre denunce il questore, per la prima volta nella storia di questa provincia, insieme al capo della Squadra mobile Cristiano Tatarelli e a due ispettori del commissariato di Formia, l’8 settembre si è visto recapitare una busta con proiettili e minacce. Anche il questore – scrive il Sole 24 Ore – sa che bisogna porre maggiore attenzione alle imprese, spesso alle prese con la criminalità. Appena poche settimane fa quattro 4 proiettili da arma da fuoco sono stati affissi con un nastro sulla serranda dello sportello di Aprilia dell’azienda Acqualatina.

Ad Aprilia, nel 1951 si insediò il primo stabilimento industriale, quello della Simmenthal. La cittadina cambiò volto e offrì lavoro anche a tantissimi stranieri (qui c’è la più grande comunità rumena in Italia, con il 7% sulla popolazione residente). Attualmente ad Aprilia svolgono attività circa 100 stabilimenti, tra cui alcune importanti multinazionali, come Abbot, Wyeth Lederle (farmaceutica), Bridgestone (pneumatici) e Kraft (alimentari).

  1. Certo che in parlamento abbiamo dei fenomeni d’intelligenza e cultura!!!
    La mafia, camorra, n’drangheta non si palesano con coppola e lupara, questo è un stereotipo del lontano passato, queste organizzazioni malavitose oggi dopo aver accumulato ricchezze inestimabili sono costrette ad investire e ripulire il denaro nel sistema “legale” nazionale ed internazionale economico e finanziario attraverso banche, centri commerciali ed in tutti i rami imprenditoriali possibili, dunque evolvendosi da semplici spacciatori, trafficanti, raker, dinamitardi o killer in imprenditori con società con tanto di manager, commercialisti avvocati notai ingegneri banchieri, insomma persone colte e professioniste capaci di intrecciare relazioni con il mondo politico a tutti i livelli governativi per garantirsi il risultato dell’investimento-riciclaggio dei milioni di euro accumulati in decenni di traffici illeciti.
    Fate caso agli innumerevoli arresti di malavitosi riguardano prevalentemente la manovalanza, persone ignoranti (così detti pesci piccoli) non più utili al vertice e “scaricati” dalle stesse organizzazioni mafiose perchè ormai evolute in vere e proprie imprese S.p.A.
    Quindi inconsapevolmente noi cittadini finanziamo questi organizzazioni per esempio comprando diversi prodotti d’uso e consumo, oppure fruendo di servizi, catene di alberghi ristoranti, comprando casa, investendo i nostri risparmi in azioni, obbligazioni e similari di aziende quotate in borsa, allora vi domando: è un problema che può risolvere la magistratura? Oppure è risolvibile dalla politica? Cioè incominciando a fare pulizia all’interno dei partiti e dal buttare fuori a calci nel deretano dal parlamento e senato tutti coloro giudicati definitivamente colpevoli per aver commesso reati da codice penale?