Marocchino morto, gli indagati saranno interrogati dal pm Miliano

31/07/2018 di

Saranno sentiti domani mattina in procura a Latina Giovanni Trupo e Massimiliano Riccio, la guardia giurata e l’autista indagati per la morte di Hadi Zaitumi, il 43enne marocchino morto nella notte tra sabato e domenica dopo che l’auto su cui viaggiava si è schiantata contro un muretto sulla via Nettunense al termine di un inseguimento.

I due sono già stati sentiti dai carabinieri nella giornata di ieri: hanno ammesso l’inseguimento – sostenendo però che non c’era alcuna ronda organizzata ma che la decisione è stata presa quando l’auto ha tentato di investire alcuni di loro che volevano controllare cosa facesse quella macchina ferma sotto il condominio – e hanno negato qualsiasi tipo di pestaggio. Quando la Renault Megane con a bordo Zaitumi si è fermata contro il muretto, il marocchino sarebbe sceso e finito in terra da solo. Ipotesi che non convince affatto gli investigatori secondo i quali, invece, la situazione è «sfuggita di mano» quando i due sono scesi dall’auto che inseguiva la Megane: non ci sarebbe stato un pestaggio prolungato e violento ma probabilmente Zaitumi sarebbe stato colpito con un un calcio o un pugno.

Davanti al pm Giuseppe Miliano la guardia giurata e l’autista, che al momento restano indagati per omicidio preterintenzionale, dovranno dunque ripercorrere quei circa venti minuti – dall’1.30 all’1.50 della notte tra sabato e domenica – che sono stati anche ripresi da una telecamera di sorveglianza di un bar. Nelle immagini si vede la Mercedes con a bordo i due (e una terza persona che non è indagata) affiancare la Megane ferma contro il muretto e poi due persone che scendono. I fari delle auto puntati contro la telecamera non permettono di vedere nitidamente quello che accade, ma si vede chiaramente che i due sono vicini all’auto di Zaitumi. Dal video emerge anche che la guardia giurata aveva con se una pistola, che avrebbe anche tirato fuori.

Bisognerà intanto attendere i risultati completi dell’autopsia per avere un quadro chiaro di quello che è accaduto. I primi esami degli accertamenti autoptici svolti ieri dal medico legale Maria Teresa Setacci non avrebbero infatti fatto emergere elementi eclatanti che possano far propendere per l’una o per l’altra ipotesi. L’esame sul corpo di Zaitumi, secondo quanto si apprende, avrebbe evidenziato un colpo al volto ma al momento non sarebbe stato possibile stabilire se questo sia attribuibile ad un pugno o ad una ferita legata all’incidente.