Calcutta e Latina. L’incontro con Tiziano Ferro e le frecciate alla sinistra con i soldi

26/07/2018 di

Tiziano Ferro parla spesso delle sue origini, tanto da ispirare una tesi di laurea sul suo rapporto con Latina, ma anche Calcutta, nelle poche interviste concesse fino ad oggi, ha avuto occasione di parlare della sua Latina.

In un’intervista del 2015 a Repubblica, spiega: “Latina non mi pare una città brutta. Nel disco il desiderio di andarsene non è tanto dalla provincia, ma proprio… dalle relazioni di oggi. Anzi, nella vita di provincia vedo una situazione meno… liquida… che nelle grandi città”.

Poi parla delle figure simbolo della città. “Tiziano Ferro. Benito Mussolini. E magari Pennacchi se uno legge. Non ho mai finito Canale Mussolini. Però mi sembrava molto bello. Purtroppo l’ho dimenticato a casa di un mio amico. Al quale è piaciuto molto.  Ho incontrato Tiziano Ferro varie volte. Di notte. Al forno notturno dove si mangia la pizza rossa che gronda olio. Ricordo che una volta mi disse una frase. Ero un po’ abbacchiato quella volta. E siccome la signora del forno mi ha visto varie volte mi ha chiesto perché ero triste e lui che era in fila davanti a me si gira e mi dice “lascia perdere le donne”. Mi ha detto anche altre cose, ma quella mi è rimasta impressa”.

Calcutta non risparmia una frecciata politica, rispondendo alla domanda: Esiste la sinistra a Latina? “Ma sì, quella che c’ha i soldi, che vede Crozza, che pensa che la lotta politica e l’intrattenimento possano andare insieme. Quella che va alle presentazioni dei libri, alla mostra dei quadri della cugina esposti dentro un bar, quella delle signore ancora con la pelliccia. Quelli con la spocchia. Questa è l’unica frustrazione che mi è rimasta di Latina. Non mi piace la gente che si impegna per quella città, perché alla fine va bene come è. È un dormitorio? Va bene così. Non va bene vivere nell’illusione che tutto vada bene?”.

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