VIDEO Migranti, arrestati per truffa i gestori delle Onlus a Latina

26/06/2018 di

Immigrati maltrattati e ospitati in strutture sovraffollate e con carenze igienico-sanitarie: lo ha scoperto la Polizia che ha arrestato sei persone responsabili di Onlus operanti nella gestione di diversi Centri di accoglienza straordinaria (Cas) in provincia di Latina, in particolare a Fondi. I reati ipotizzati nei confronti dei presunti responsabili sono, a vario titolo, falso, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, maltrattamenti.

Nel corso dell’indagine gli uomini della squadra mobile di Latina e quelli del Commissariato di Fondi hanno effettuato diversi sopralluoghi all’interno dei Centri, riscontrando gravi situazioni di sovraffollamento e carenze di natura igienico-sanitaria.

Analizzando la documentazione depositata dai responsabili delle Onlus per la partecipazione ai bandi di gara indetti per l’accoglienza dei migranti, inoltre, i poliziotti hanno scoperto una serie di «gravi e sistematiche» violazioni nell’esecuzione degli obblighi assunti dai gestori dei Cas in sede di aggiudicazione delle gare.

Dalla intercettazione è infine emerso che una delle Onlus, di fatto, si spartiva la gestione dei richiedenti asilo con un’altra Onlus, senza alcuna comunicazione alla Prefettura di Latina.

IL COMUNICATO DELLA QUESTURA. La Squadra Mobile di Latina in collaborazione con il Commissariato di polizia di Fondi, in esecuzione di una misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Latina Dottoressa Campoli su richiesta del Pm dottor Miliano, ha tratto in arresto 6 persone, responsabili di alcune Onlus operanti nella gestione di numerosi Centri di Accoglienza Straordinaria nel sud Pontino.

I NOMI. Gli arrestati sono:

1) MACARO Luca, nato a Fondi (LT) il 10/02/1983, presidente onlus “La Ginestra”, custodia cautelare in carcere;

2) PANNOZZO Luigi, nato a Fondi (LT) il 19/12/78, presidente onlus “Azalea”, custodia cautelare in carcere;

3) DE FILIPPIS Paolo Giovanni, (nato a Fondi (LT) il 20/05/1979, socio fondatore onlus “Azalea”, arresti domiciliari;

4) DE LUCA Graziano, nato a Terracina (LT) il 04/12/1980, socio occulto e finanziatore onlus “Azalea”, arresti domiciliari;

5) LOMBARDI Erica nata a Fondi (LT) il 19/12/1981, socio occulto e finanziatore onlus “Azalea”, arresti domiciliari;

6) TUCCI Orlando nato a Terracina (LT) il 10/09/1991, Rappresentante Legale e socio amministratore onlus “Philia”, arresti domiciliari.

LE ACCUSE. Agli stessi vengono contestati, a vario titolo, i reati di falso, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture e maltrattamenti nei confronti dei migranti. A seguito delle proteste di un gruppo di cittadini extracomunitari ospiti di alcune strutture di accoglienza, i quali lamentavano continui ritardi nel pagamento del cosiddetto «pocket money», è stata avviata un’attività investigativa sulla gestione di alcune Onlus impegnate nell’accoglienza di numerosi richiedenti asilo politico in diversi comuni del sud pontino. Dopo accurati sopralluoghi all’interno di numerosi Centri di Accoglienza Straordinaria, si sono riscontrate pesanti situazioni di sovraffollamento e gravi carenze di natura igienico-sanitaria, dando avvio ad un’articolata attività di indagine nell’ambito della quale la Procura della Repubblica di Latina autorizzava diverse attività tecniche.

Le indagini sono state effettuate anche sulla documentazione depositata dai responsabili delle Onlus per la partecipazione ai bandi di gara indetti per l’accoglienza dei migranti, facendo emergere gravi e sistematiche violazioni nell’esecuzione degli obblighi assunti dai gestori dei Cas in sede di aggiudicazione delle gare. In particolare, sono state riscontrate la mancanza dei certificati di prevenzione incendi relativi agli immobili, violazioni delle norme sulla sicurezza mediante l’ostruzione delle vie di fuga con i letti occupati dagli stranieri, gravi carenze nella manutenzione degli impianti elettrici e pessime condizioni igieniche delle strutture, queste ultime documentate dai filmati della polizia scientifica.

Per la Onlus «La Ginestra», ad esempio, che gestisce molti Cas a Fondi, è stato rilevato che, a fronte di una capienza certificata dalla Asl di 56 unità, i responsabili, in sede di partecipazione alla gara, avevano dichiarato una disponibilità di posti doppia, arrivando in certi periodi ad ospitare un numero di migranti quattro volte superiore alla capienza stessa. Il presidente della predetta Onlus, pur avendo ricevuto dalla Prefettura la somma di EUR 4.114.112,20 nel periodo gennaio 2015 – settembre 2017, violava le condizioni previste nella convenzione, ospitando gli stranieri in strutture sovraffollate ed in condizioni disumane, configurandosi per questo anche il delitto di maltrattamenti in famiglia.

Macaro, nella qualità di presidente de «La Ginestra», invece, si corrispondeva uno stipendio che dal 2015 al 2017 lievitava da EUR 1.500 a EUR 5.500 al mese, percependo nel periodo febbraio ’15 – agosto ’17 un compenso complessivo di EUR 101.975. Lo stesso stipulava un contratto di locazione di un immobile di proprietà dei genitori, per un canone mensile inizialmente di EUR 3.000 che raddoppiava senza giustificato motivo nel giro di un anno e mezzo (il costo complessivo della locazione ammontava a EUR 141.000 nel periodo gennaio 15 – agosto 17); gestiva di fatto la neonata onlus «Villa Lu.Da»(di cui risultava amministratore unico la madre Agresti Cinzia), alla quale, nel breve periodo novembre ’16 – dicembre ’17, trasferiva la considerevole somma di EUR 294.020 per asseriti servizi di pulizia mai effettuati. Anche Luigi Pannozzo, quale Presidente della Onlus «L’Azalea», operante in diversi centri del sud pontino, si aggiudicava una convenzione con la Prefettura di Latina per l’affidamento del servizio di accoglienza di numerosi stranieri, dichiarando falsamente che gli stessi sarebbero stati ospitati in una struttura (abitata da sua nonna) diversa da quella poi realmente utilizzata, che si rivelava realizzata abusivamente e presentava gravi carenze igienico-sanitarie. Analoghi problemi urbanistici ed igienico-sanitari venivano accertati per quasi tutti gli altri immobili locati da Pannozzo per l’accoglienza degli stranieri.

Presso gli immobili utilizzati dalla Onlus Azalea è stato riscontrato, infatti, la mancanza di acqua calda, un sistema fognario inadeguato, l’assenza per alcuni di essi del certificato di agibilità e un pesante sovraffollamento. Situazioni che non sono state denunciate dagli ospiti della Onlus a causa delle minacce rivolte loro da Pannozzo di far revocare le misure di accoglienza; elementi che hanno determinato la contestazione del reato di maltrattamenti in famiglia. Veniva accertata, altresì, la falsificazione dei dati riferiti alla Prefettura sul numero effettivo degli stranieri ospitati al fine di percepire indebiti pagamenti. Emergeva la distrazione a fini personali da parte di Pannozzo della somma di euro 2.500 dai fondi destinati all’accoglienza per il pagamento del banchetto tenuto in occasione del battesimo del figlio.

Le intercettazioni consentivano di acclarare che la Onlus «L’Azalea», di fatto, si spartiva la gestione dei richiedenti asilo con la Onlus «Philia», di cui è presidente Orlando Tucci, senza alcuna comunicazione alla Prefettura di Latina. Emergevano, inoltre, responsabilità a carico di Orlando Tucci e dei coniugi De Luca Graziano e Lombardi Erica, quali soci occulti e finanziatori della Onlus «Azalea»; a carico di questi sono stati, peraltro, rilevati precedenti penali per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di svariati reati tributari.

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IL RIEPILOGO. Immigrati maltrattati e in «condizioni disumane» all’interno di alcuni Centri di Accoglienza, sovraffollati fino a numeri quadruplicati rispetto alla capienza consentita, con gravi carenze igieniche. E un fiume di denaro che finiva nelle tasche dei gestori-truffatori, titolari di alcune Onlus di strutture del sud pontino, pronti a minacciare gli ospiti che si ribellavano agitando lo spauracchio della revoca delle misure di accoglienza. È quanto emerge dall’operazione della Squadra mobile di Latina, che ha arrestato sei persone.

I responsabili di Onlus finiti in manette, tutti italiani operanti nella gestione di diversi Centri di accoglienza straordinaria (Cas) tra i 27 e i 40 anni, sono accusati a vario titolo di falso, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, maltrattamenti. Inganni milionari in nome dell’impegno sociale nei confronti dei richiedenti asilo: uno dei titolari pagava l’affitto per un immobile da destinare all’accoglienza, che in realtà era di proprietà degli stessi genitori, i quali erano riusciti ad incassare 141mila euro.

L’uomo, un 35enne, aveva inoltre fatto lievitare il suo stipendio nell’arco di due anni, arrivando a 5.500 euro al mese. Il 35enne gestiva di fatto un’altra Onlus, di cui risultava amministratore unico la madre, alla quale aveva trasferito quasi 300mila euro per servizi di pulizia mai effettuati. In un caso, è stato persino accertato che alcuni soldi erano stati utilizzati per il pagamento del banchetto tenuto in occasione del battesimo del figlio di uno dei titolari.

Ma i disagi si moltiplicavano: dalla mancanza di acqua calda alle fogne inadeguate, i certificati non in regola o il pesante sovraffollamento delle strutture. E chi provava a protestare veniva minacciato: «Se denunci ti faccio revocare le misure di accoglienza», diceva uno dei gestori nei confronti degli ospiti. Il titolare di una delle Onlus, pur avendo ricevuto dalla Prefettura oltre 4 milioni in poco più di due anni, ospitava gli stranieri in «strutture sovraffollate ed in condizioni disumane», riferiscono gli investigatori i quali hanno accertato che in alcuni Centri il numero degli stranieri era quattro volte superiore alla capienza. Le indagini sono partite dalla denuncia di alcuni ospiti dei Centri, i quali lamentavano continui ritardi nel pagamento del cosiddetto «pocket money».