LETTERA Zaccheo: Sul nucleare Lbc sbaglia come Nardone e Di Giorgi

06/10/2017 di
vincenzo-zaccheo

Gentile redazione,

l’arrogante e sorda ostinazione con cui la maggioranza di Latina Bene Comune, gli assessori Lessio, Briganti e il sindaco Coletta perseverano nel voler affrontare, in maniera solitaria e autoreferenziale, la vicenda dei fondi per il ristoro nucleare, non può lasciare indifferente chi ama la nostra città e vuole tutelare gli interessi e i diritti del territorio e dei suoi concittadini.

In questo modo si rischia seriamente di ripercorrere la strada, lastricata da amnesie e da errori di valutazione, già malauguratamente intrapresa dal commissario Nardone e dal sindaco Di Giorgi, che non hanno mai voluto firmare il ricorso che ha riassegnato i 100 milioni di euro ai comuni che si sono prontamente costituiti presso il tribunale di Roma contro i tagli dello stato centrale.

Ci è stato spiegato dall’assessore all’ambiente che si sta aspettando il secondo grado di giudizio per poi tentare la strada solitaria del ricorso autonomo, quando invece diversi comuni sotto l’egida dell’Ancin hanno già predisposto un’opposizione collettiva, rafforzata appunto dal sostegno dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani Nuclearizzati.

Restare isolati in una battaglia tanto delicata e complessa, dove oltre agli aspetti normativi e giuridici peseranno certamente anche gli aspetti politici, è a mio parere un grave errore di giudizio da parte di chi oggi amministra la nostra amata città.

Un errore tanto più grave perché proprio a Latina ha preso vita l’Ancin e proprio la nostra città è stata scelta quale sua sede nazionale. Rinunciare alla solidarietà e al sostegno degli altri enti locali, delle popolazioni e degli amministratori coinvolti in questa battaglia è di fatto una scelta arrogante e poco attenta agli interessi della nostra comunità.

Del resto la scarsa attenzione al problema si evince anche dalle parole dell’assessore Lessio che ha definito il ristoro nucleare un termine da taverna o da osteria, un termine che a suo giudizio evocherebbe il più becero ‘magna magna’ della vecchia politica. Se invece Lessio, la sua maggioranza, i suoi colleghi di giunta e il suo sindaco fossero stati più attenti e più interessati al problema, saprebbero che oggi a fronte di un ristoro di circa 400mila euro annui riconosciuti al Comune di Latina, vi sono altre realtà come il comune di Caorso che percepiscono circa un milione di euro l’anno. Una differenza tanto più marcata se si pensa che a Latina il nocciolo del reattore è stato ‘tombato’ mentre a Caorso le barre sono state rimosse.

Anche questo aspetto deve far riflettere i nostri amministratori sulla necessità di agire in sinergia con le altre amministrazioni e le altre istituzioni: evidentemente qualcuno a Caorso e in altri comuni si è seduto intorno ad un tavolo con gli enti e le Autorità preposte e ha trattato una riparametrazione della quota di ristoro, mentre a Latina nessuno è stato in grado di attivare questo canale.

Oggi più che mai è necessario che si inverta la rotta su un tema cosi delicato e cosi impattante dal punto di vista economico ed ambientale.
Per troppi anni il nostro territorio e la nostra marina hanno subito una servitù che ha imposto vincoli e limiti allo sviluppo del nostro litorale. È doveroso quindi impegnarsi più che mai e non abbassare la guardia su un tema fondamentale. Altrettanto doveroso, da parte di chi oggi amministra la città, è non rimanere soli a combattere questa battaglia e cercare il sostegno necessario per difendere gli interessi della nostra comunità.

Vincenzo Zaccheo