La denuncia di Italia Nostra: A Sezze gravi aggressioni al territorio

01/06/2017 di

La sezione di Latina di Italia Nostra scrive al sindaco di Sezze e alla regione Lazio denunciando gravi aggressioni al territorio: “La concentrazione nel Comune di Sezze – si legge nella missiva – di una serie di aggressioni all’ambiente a al paesaggio ha già provocato l’intervento di Italia Nostra, sezione di Latina, in occasione delle osservazioni presentate al Piano Urbanistico Comunale Generale. Il Piano, redatto dallo studio Fuksas, prevedeva, nella stesura adottata nel 2012, ben cinque aree di espansione distribuite nel territorio, con un’assurda previsione di incremento demografico di ben 8500 sezzesi in dieci anni, su una popolazione di meno di 25.000 abitanti.

La nostra perplessità – continua Italia Nostra – sulla gestione del territorio setino, già affetto da un pluriennale abusivismo selvaggio specialmente nell’area di Suso, si è rafforzata quando si è venuto a sapere che il PUCG è rimasto nel cassetto del Comune per oltre quattro anni e che, una volta presentato alla Regione, è attualmente sospeso per difetto di documentazione. Cosa si sta preparando ancora per il centro più importante dei Lepini? In attesa delle elezioni comunali del prossimo 11 giugno, si sono intensificate le denunce, a mezzo stampa e sui social, di opere improprie e di episodi di inquinamento ambientale.

In particolare – continua Italia Nostra – si è rilevato più volte il grave impatto prodotto dalla nuova SR 156 in località delle Sardellane, un’area dal delicatissimo equilibrio ambientale e paesaggistico. Un progetto inconcepibile fin dal preliminare che arranca tra mille difficoltà e “sorprese” geologiche. E’ tornata alla cronaca la vicenda dell’Anfiteatro, un’opera degli anni 50 dell’arch. Piacentini distrutta per realizzare un complesso definito da tutti “ecomostro”. Si legge di sversamenti inquinanti nei canali, spargimenti di materiali di dubbia provenienza sui terreni, combustioni di materie inquinanti … tanto da meritare il poco lusinghiero appellativo di nuova “terra dei fuochi” . Ma l’opera che più di ogni altra lascia perplessi è la realizzazione di un collettore fognario, che attraversa orizzontalmente il fronte di frana sul costone al di sopra del torrente Brivolco. Il Piano di Assetto Idrogeologico della Regione proibisce tassativamente la realizzazione di collettori e di movimenti di terra in quell’area classificata ad alto rischio di frana; pertanto non si capisce come la stessa Regione abbia potuto autorizzare e finanziare un’opera in evidente contrasto con una sua stessa normativa.

Oltretutto il collettore insiste in prossimità della grotta Iolanda e del riparo Roberto, di altissimo valore paleontologico, ed è in adiacenza del Monumento Naturale dei “dinosauri”, riconosciuto dalla Regione dopo il ritrovamento di orme di dinosauro nell’ex cava di calcare dismessa. Sul tema esiste un’interrogazione a risposta scritta presentata nel 2015 da un consigliere regionale e un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, presentato dallo stesso in data 2016. I lavori sono attualmente sospesi e tutto tace. Perché?”.