Neonata venduta, scarcerato il tunisino accusato di essere il mediatore

23/05/2017 di

E’ tornato in liberà Youssef Berrazzouk, accusato di aver svolto il ruolo di mediatore per la vendita di una neonata a una donna di Latina per 20.000 euro. Ieri mattina il Tribunale del Riesame di Roma ha annullato la misura cautelare degli arresti domiciliari. Accolta la tesi dei difensori Francesco Vasaturo ed Emanuele Farelli: la bambina fu regolarmente registrata ad Anzio dalla mamma naturale e dunque non è ipotizzabile il reato di alterazione di stato civile a carico del tunisino, non ci fu nessun atto successivo per alterare lo stato civile della neonata.

«Pur apprezzando – spiegano i legali – la rigorosa verifica della Squadra Mobile di Latina alle dichiarazioni della cittadina romena, unica che coinvolgeva il nostro assistito in questo episodio, comunque esecrabile se provato, i fatti non hanno superato in alcun modo il vaglio del giudice del Riesame, che ha accolto con ogni probabilità la tesi difensiva secondo cui il comportamento di Berrazzouk non può configurare alcun reato, né ipotizzare il concorso in un grave reato quale quello di alterazione dello stato civile. A questo punto attendiamo fiduciosi le motivazioni, anche per verificare le valutazioni che intenderà fare il pubblico ministero».

Occorrerà attendere per conoscere le motivazioni della decisione «ma sin d’ora – continuano i legali – si può dubitare che si possa trattare di un vizio formale, supponendo che il Tribunale del Riesame sia entrato nel merito, accertando che quanto accaduto possa al più configurare un diverso e meno grave reato, nel momento in cui la piccola sia stata registrata all’anagrafe dalla madre naturale e, quindi, ogni tentativo successivo di dichiararne la nascita non possa considerarsi giuridicamente apprezzabile».

Agli arresti domiciliari è finita anche la madre naturale della neonata, Nicoleta Tanase, 25 anni, romena domiciliata a Nettuno, e la donna che ha comprato la neonata, Francesca Zorzo, 36 anni, residente a Borgo Podgora a Latina. Quest’ultima ha però rinunciato al ricorso al tribunale del Riesame e dunque resta ai domiciliari.