Moscardelli: Provincia conferma il termoinceneritore a Latina

19/11/2010 di
moscardelli_claudio

di CLAUDIO MOSCARDELLI *

La replica dell’Amministrazione Provinciale è disarmante. Si conferma che l’impianto si farà e che gentilmente la Giunta regionale ci concederà di risolvere i problemi di Roma. L’assessore provinciale conferma di voler bruciare “il tal quale” ossia il rifiuto così come prodotto dal cittadino e non la parte residua del processo di differenziazione che porta alla produzione di CDR, ossia il combustibile da bruciare all’impianto. La ragione è semplice: se si segue il processo di differenziazione e la trasformazione in CDR, il volume dei rifiuti da bruciare è costituito solo dal CDR e perciò una quantità molto ridotta di rifiuto trattato rispetto alla complessiva produzione di rifiuti senza differenziazione.

Il bando della Provincia presentato due anni fa, poi ritirato perché pieno di errori di impostazione, prevedeva un megaimpianto da 150.000 t di rifiuti “tal quale” da bruciare, utilizzando la tecnologia della torcia al plasma o la pirolisi. Nel primo caso, però, utilizzando la torcia al plasma si deve impiegare un enorme quantità di energia per bruciare il rifiuto tal quale, per l’evidente motivo che non è stato trattato e trasformato in CDR. L’enorme spreco di energia rende questa ipotesi insostenibile economicamente.

L’utilizzo della tecnologia della pirolisi comporterebbe un problema diverso, ossia la produzione di ceneri altamente tossiche e in quantità significative, tale da comportare costi di smaltimento ugualmente alti. L’obiettivo di Cusani è sempre lo stesso, come emergeva dal bando di due ani fa e poi precipitosamente ritirato e che ora riemerge: si vuole creare un&rsquo ;altra Acqualatina.  Un ambito territoriale ottimale (ATO) per i rifiuti e una società, magari la stessa di Acqualatina, per gestire l’affare rifiuti. IL resto sono balle: l’autonomia della provincia e da Roma. Esattamente il contrario. Facciamo Acqualatina 2 e poi i rifiuti li portiamo dalla Campania o da Roma, come adesso si è deciso, con il sapore della beffa, oltre al danno, visto tutte le prese in giro con l’autonomia.

Quanto alla spiegazione del perché portare cdr a San Vittore (Formia) o a Colleferro è molto semplice. Mentre per il conferimento in discarica vi è l’obbligo di tutti i comuni della provincia, in caso di realizzazione del termovalorizzatore, ciascuno comune può scegliere l’impianto a cui rivolgersi. Realizzarlo a Borgo Montello, a nord della provincia, oltre a non essere giustificato dall’attuale volume dei rifiuti, si avrebbe un ulteriore difficoltà dal fatto che il sud de lla provincia avrebbe a disposizione l’impianto di San Vittore a pochi km da Formia. Molto più razionale è la scelta di due impianti di trattamento meccanico- biologico per l’umido e il cdr da realizzare a nord e a sud della provincia per inviare il cdr a Colleferro per il nord e a San Vittore per il sud, così come previsto dal Piano approvato da Marrazzo con cui ha superato la fase di commissariamento della Regione per i rifiuti iniziata nel 1998 e terminata nel 2008. La stessa impostazione era stata confermata dalla Polverini salvi gli ultimi sviluppi.

* Vicecapogruppo PD Regione Lazio

  1. On.Moscardelli perchè non rimane in regione? e non mi dica che gliel’hanno chiesto di candidarsi.ci sono politici seri che si sono rifiutati perchè da poco avevano ricevuto mandato dai cittadini per un’altra carica.Hanno ragione i rottamatori.