FOTO Boom di visitatori alla centrale nucleare di Latina. A ottobre sarà attivo il deposito di scorie

06/05/2017 di

Seconda edizione di Open Gate sugli impianti nucleari italiani. Un’iniziativa voluta da Sogin, la società pubblica che si occupa del decommissioning delle centrali in Italia, che ha visto l’apertura in contemporanea di tutte le centrali del Paese e che ha registrato al livello nazionale oltre 3mila visitatori prenotati, con una lista di attesa che ne contava 5mila. Nel solo impianto di Latina sono stati 640 i visitatori prenotati nella giornata di oggi e in quella di domani. L’impianto di Latina, situato a Borgo Sabotino, è entrato in funzione nel 1963 e per potenza elettrica (210 MW) era l’impianto nucleare più grande d’Europa rimasto in funzione fino al 1987.

La visita ha riguardato: la vecchia sala controllo, dove era presente primo calcolatore di processo che controllava i parametri della centrale ed era grande come nove armadi elettrici; il reattore; il nuovo impianto per il condizionamento dei fanghi e il deposito temporaneo di rifiuti radioattivi che consentirà di custodire in sicurezza i rifiuti derivanti dall’esercizio delle centrale e dalle attività di decommissioning , in attesa del loro trasferimento al deposito nazionale.

«Nei primi anni Novanta – ha spiegato il responsabile delle operazioni Sogin della centrale di Latina Agostino Rivieccio – tutto il combustibile della centrale, che rappresentava il 95% della radioattività dell’impianto, è stato allontanato e trasferito in Inghilterra per il riprocessamento. I rifiuti derivati dal riprocessamento rientreranno poi in Italia per essere trasferiti al deposito nazionale». Si prevede che la prima fase di decommissioning potrà essere conclusa a Latina tra il 2025 e il 2027, con lo smantellamento delle infrastrutture e l’abbassamento del reattore dagli attuali 50 metri a 30. La seconda e ultima fase riguarderà invece lo smantellamento del reattore che produrrà circa 2mila tonnellate di rifiuti radioattivi ad alta attività.

«L’Open Gate fa parte della nostra strategia di comunicazione e di condivisione con il territorio. Abbiamo voluto replicare questo evento a distanza di due anni per condividere con la popolazione locale in massima trasparenza i livelli di sicurezza e gestione dei nostri impianti nucleari». A parlare è Luca Desiata, amministratore delegato di Sogin durante la seconda edizione di «Open gate» che si è tenuta oggi a Latina, nell’impianto di Borgo Sabotino. A margine della visita al sito l’ad di Sogin si è soffermato anche sul tema del deposito nazionale per le scorie nucleari, spiegando che Sogin ha recentemente consegnato la «Cnapi», carta nazionale delle aree potenzialmente idonee: «Siamo in attesa – ha spiegato Desiata – del nulla osta da parte delle autorità competenti. A seguito di recenti dichiarazioni dei ministri Galletti e Calenda il nulla osta arriverà solo a valle della valutazione ambientale strategica sul programma nazionale di gestione dei rifiuti radioattivi. A valle di questo nulla osta potremo aprire un dibattito strutturato con le aree interessate per poter arrivare alla definizione del sito del deposito unico».

Il decommissioning della centrale nucleare è diviso in due fasi, l’ultima delle quali, definita green field, «è strettamente vincolata al deposito nazionale – ha spiegato Agostino Rivieccio, responsabile del decommissioning della centrale di Latina – e potrà essere avviata solo quando entrerà in esercizio effettivo il deposito». «Il deposito nazionale – ha aggiunto l’ad – è a tutti gli effetti un investimento per il territorio. Insieme al deposito sarà infatti realizzato un parco tecnologico che potrà avere ricadute importanti sull’economia anche in fase di esercizio».

Il decomissioning in Italia, ovvero lo smantellamento delle centrali nucleari, nel 2016 era al 25%. «Si tratta di una percentuale calcolata sul costo e sui soldi spesi per le attività commisurate all’avanzamento del decommissiong. È chiaro però – spiega l’amministratore delegato di Sogin Luca Desiata – che questa percentuale sconta forti incertezze perché i soldi spesi non necessariamente sono legati ad attività effettive mentre il piano a vita intera sconta incertezze di un piano complesso a livello tecnologico su un arco temporale pluridecennale». Le attività di smantellamento della centrale di Latina hanno riguardato in particolare l’edificio turbìne, le condotte superiori del circuito primario dell’impianto, la demolizione del pontile e la bonifica di due delle tre piscine. È stato inoltre realizzato un impianto di condizionamento dei fanghi che entrerà in funzione a settembre e un secondo deposito temporaneo di scorie che entrerà invece in funzione ad ottobre.