VIDEO Tunisino espulso dall’Italia, viveva a Latina ed era tra i contatti di Amri

13/03/2017 di

VIDEO Parla il dirigente della Digos Walter Dian.

Perde un altro pezzo la rete di contatti in Italia del terrorista Anis Amri, il responsabile della strage di Berlino bloccato e ucciso dalla polizia in un conflitto a fuoco a Sesto San Giovanni il 23 dicembre. Un 37enne tunisino, Alhaabi Hisham, residente a Latina, che – secondo gli investigatori – aveva aderito alla compagine «radicale» gravitante attorno alla moschea di Latina, opposta all’imam moderato Arafa Rekhia Nesserelbaz, è stato espulso con un volo diretto a Tunisi su provvedimento del ministro dell’Interno, Marco Minniti. L’utenza intestata a Alhaabi Hisham è risultata tra i contatti di Amri quando quest’ultimo, nel giugno 2015, era stato ospitato nell’abitazione di Yaakoubi Montasser e della sua compagna, ad Aprilia, in provincia di Latina.

Inoltre la stessa utenza era associata a un profilo Facebook su cui sono stati riscontrati elementi che denotano l’adesione all’ideologia jhadista e l’appartenenza a un circuito di relazioni virtuali composto da soggetti riconducibili allo Stato Islamico. Con quest’ultima espulsione, la ventunesima del 2017, salgono a 153 i soggetti vicini ad ambienti dell’estremismo religioso espulsi con accompagnamento alla frontiera dal gennaio 2015. Diverse delle ultime misure di allontanamento hanno riguardato soggetti che erano entrati in contatto con Amri, l’uomo che il 19 dicembre scorso si lanciò alla guida di un tir sulla folla radunata in un mercatino di Natale a Berlino uccidendo 12 persone – tra cui una giovane italiana, Fabrizia Di Lorenzo – e ferendone 50. Amri era stato detenuto per 4 anni in Italia, spostato da un carcere all’altro della Sicilia a causa dei suoi comportamenti violenti, e per qualche tempo, dopo che la Tunisia non recepì le richieste di espulsione, ha vissuto appunto ad Aprilia. Il 13 gennaio era stato espulso dal Cie di Torino un tunisino di 32 anni: le indagini avevano rilevato contatti con un connazionale, membro dell’Isis, a sua volta entrato in collegamento con l’attentatore di Berlino. Il 19 gennaio un’altra espulsione aveva riguardato un tunisino 53enne, pluripregiudicato e senza fissa dimora, che il 28 dicembre, nella mensa della Caritas di Latina, aveva minacciato un volontario e gli aveva detto «i tuoi fratelli hanno ammazzato un mio fratello a Milano», riferendosi ad Amri. Il 25 febbraio erano stati allontanati altri due tunisini: uno di loro, 47enne senza fissa dimora, è risultato intestatario di un utenza telefonica risultata presente tra i contatti di Amri. Un copione analogo a quello dell’ultima espulsione.

L’ESPULSIONE

(foto Melania Arcese)