Cusani resta in carcere, il giudice boccia la richiesta della difesa. Venerdì udienza al Riesame

24/01/2017 di
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Armando Cusani

Il giudice Cario ha deciso: Armando Cusani resta in carcere, respinta l’istanza per l’annullamento dell’ordinanza Tiberio. Il giudice non ha concesso neppure i domiciliari per il sindaco di Sperlonga, ex presidente della Provincia. E’ evidente, secondo il gip, il pericolo di inquinamento delle prove. Lo stesso pm De Luca, dopo aver valutato attentamente gli elementi emersi durante il lungo interrogatorio, aveva dato parere negativo alla richiesta di scarcerazione. Venerdì è fissata l’udienza davanti al Riesame, il passaggio certamente più delicato per l’inchiesta Tiberio.

Cusani è accusato di corruzione in relazione al mancato ripristino dei luoghi dopo l’accertamento dell’ampliamento abusivo dell’Hotel Grotte di Tiberio di Sperlonga, di sua proprietà, abuso sancito tra l’altro da una sentenza di condanna del 2014 emessa dalla Corte d’Appello di Roma. L’indagine prende avvio proprio da qui. Le verifiche dei carabinieri della stazione di Sperlonga avevano consentito di accertare l’inerzia dei responsabili dell’ufficio tecnico del Comune nell’avvio della procedura di ripristino dei luoghi per l’abuso dell’albergo in riva al mare.

La Procura di Latina contesta quattro gare d’appalto che sarebbero state pilotate. La più importante è quella relativa alla riqualificazione del complesso archeologico di Villa Prato, a Sperlonga, per un importo complessivo di 700mila euro. Poi, la ristrutturazione dell’edificio comunale di Prossedi (230mila euro); l’affidamento della pulizia delle strade extraurbane di Priverno (40mila euro); i lavori di restauro dell’istituto scolastico Don Andrea Santoro di Priverno (35mila euro).
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  1. quando sarà condannato all’interdizione dai pubblici uffici per sempre, oltre ad aver restituito il denaro compresi gli interessi maturati, allora si potrà ritenere che si è fatta giustizia.
    Ma scommetto che non pagherà un centesimo per i danno commessi e sarà interdetto per il tempo necessario per essere rieletto di nuovo.