Latina si stringe nel dolore per l’addio a Eugenio Mucci. La sorella: “Non è colpa degli amici”

22/12/2016 di

Neanche la grande cattedrale di San Marco è riuscita a contenere l’enorme folla per l’ultimo saluto a Eugenio Mucci, il 15enne morto dopo una caduta dal tetto del centro commerciale in via Veio. Gli amici di Eugenio e della famiglia, molto conosciuta in città, si sono stretti nel dolore in questo momento drammatico. Toccanti le parole della sorella di Eugenio: “Il senso di onnipotenza può avere effetti drammatici, per questo spero che la morte di Eugenio serva a salvare altre vite. Perché è importante non dimenticare cosa è accaduto, è importante pensarci ogni volta che si passa con il rosso, ogni volta che qualcuno pensa di provare una droga, ogni volta che si sale su un tetto pensando che tanto non si cadrà. Voglio dire agli amici che erano con Eugenio quel giorno che noi non li riteniamo in nessun modo responsabili, non devono assolutamente sentirsi in colpa”.

La donazione degli organi. Dopo la morte clinica di Eugenio, i genitori hanno acconsentito alla donazione degli organi che sono stati trasportati d’urgenza a Torino con una staffetta elicottero-aereo gestita dall’Aeronautica Militare. In questo modo Eugenio salverà altri giovani come lui.

Le offerte. Tutte le offerte e le donazioni saranno devolute a sostegno del progetto dell’associazione Cucuas Onlus per la Missione di Suor Giovanna in Guinea Conakry dove si prendono cura dei bambini che perdono la mamma durante il parto.

L’albero. Gli amici di Bruno Mucci, il papà di Eugenio, si stanno adoperando per esaudire un desiderio espresso da Bruno in poche righe: “Avrei un unico desiderio da chiedere alla mia città. Vorrei venisse piantato un albero al centro del giardino di via Tuscolo, di fronte l’uscita posteriore della scuola frequentata da Eugenio. E’ vicino alla piazzetta dove si incontrava con i suoi amici. Mi piacerebbe che alla base avesse un muretto a forma di fiore con cinque petali, uno per ogni componente della sua famiglia. Un luogo dove riflettere sul dono più importante che è la vita. Solo questo, solo questo”.